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Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1246

Anni di Christo 1246 - della Religione 860

 

 

 

 

1 - Persistendo più che mai ostinato e pertinace nella sua scismatica ribellione, il malvagio e perfido nemico di Dio e della Chiesa Cattolica, Federico già nell'anno scorso scommunicato e privo dell'Imperio nel Concilio celebrato in Lione, già disperando affatto della sua resipiscenza e conversione, il buon Pontefice comandò per un suo Nuncio finalmente a' Principi Elettori, che dovessero venire incontanente all'elettione d'un nuovo re dei Romani, il quale dovesse poi essere coronato Imperatore in luogo del scismatico, e decaduto Federico, et in effetto gli Elettori, che non seguivano le parti di quello, raddunatisi nella Città di Francoforte, elessero per nuovo Re dei Romani Arrigo Langravio della Turingia, et il Pontefice comandò a tutti i Principi che quello, e non Federico, dovessero per Imperatore riconoscere et ubbidire.

Così il Panvinio, Nauclero e tutti gli Analisti della Chiesa, ben'è vero però, che havendo questo nuovo Imperatore combattuto e vinto, Corrado figlio di Federico, mentre corraggioso prosiegue il felice corso della Vittoria, nell'assedio d'Ulna, ferito da uno strale, indi a poco, miseramente morì e gli fu dato per successore, ma non in quest'anno, il Conte d'Olanda. In questo medesimo tempo, che Federico confederato co' Saracini e nemici di Christo e del Pontefice, già aspettavasi, che di momento Saracino anch'egli divenisse; il grande Iddio mosse il cuore del Gran Cham de' Tartari, a segno, che detestata la Maomettana superstitione, fecesi Christiano, e di subito, così esortato dal Papa, come altresì dal glorioso S. Luigi, abbracciò con gran coraggio la difesa de' Christiani nella Terra Santa. Tanto scrivono, oltre gli accennati di sopra, il Biondo, il Sabellico, Gio. Copino, Gaguino, Genebrardo et altri.

2 - L'Autore Anonimo, che scrisse la Storia dei Principi Langravij dell'Hassia e della Turingia, quale appunto terminò in quest'anno del 1246 riferisce, che havendo appunto li Padri dell'Ordine di S. Francesco della Città di Gotta, situata nella detta Provincia della Turingia, deliberato di partirsi dal Convento loro e passarsene a fondare un altro in Arstende; subito partiti che si furono, fu il detto Convento concesso a' nostri Padri Agostiniani, li quali tostamente v'entrarono e ne presero il possesso: diamo le parole dell'accennato Autore: Anno 1246 Fratres Minores, habentes Conventum in Gotha, transtulerunt se in Arstende, quibus successerunt Fratres Augustinenses. Dalle quali parole apparentemente si scorge, che di vero in quest'anno entrarono i nostri Padri nel detto Monistero di Gotta; stante, che di certo li Francescani abbandonarono il Monistero in quest'anno, e l'Autore anch'egli finì nel medesimo di scrivere la sua Storia, di sorte tale, che è certo il nostro ingresso in quello dentro di quest'anno medesimo.

3 - E qui debbo notare col dotto Errera nel Tomo primo dell'Alfabeto a car. 314, che anticamente conservasi nella Chiesa del detto Monistero un'Ampolletta di Sangue miracoloso, quale fu già donata nella Terra Santa della Palestina a Baltassarre Principe e Langravio della Turingia, ed egli con molta divotione lo trasportò nel suo Stato, e per qualche tempo lo conservò con gran riverenza nel suo Castello o Fortezza della mentovata Città di Gotta. Ma poscia essendo stato consigliato a depositarlo in qualche Chiesa, nella quale potesse essere maggiormente glorificato Iddio nel suo pretioso sangue, lo fece egli per tanto, con una solenissima Processione di Religiosi e di Popolo, trasportare dal detto Castello nella Chiesa del Monistero nostro di Gotta, ove tuttavia si riveriva intorno all'anno di Christo 1500, in cui diede alla luce la sua dotta e pia Celifudina, Maestro F. Gio. Psaltz figlio del Convento d'Erfert, nostro Agostiniano: le sue parole, con le quali ciò riferisce, sono le seguenti:

4 - Ecce charissimi in hac Monstrantia servantur Reliquiae (Cruoris Miraculosi, quem olim Princeps Terrae D. Lantgravius Thuringiae Balthassar, in Terra Sancta sibi oblatum, cum multa devotione, secum asportavit et aliquanto tempore in Castro Gothensi asservavit. Deinde ex consilio Devotorum Virorum, ut Deus amplius in suo Miraculo glorificaretur, transtulit ipsum de Castro, cum devota et solemnni Clericorum et Populorum frequentia ad Monasterium Fratrum Eremitarum S. Augustini in Gotha, ubi usque in praesenti honoratur.

5 - Non dice questo Autore quando portasse di Terra Santa l'accennato Sangue Miracoloso quel Latgravio, se doppo la Fondatione del nostro Convento o pure avanti; come ne tampoco, in che tempo fosse da esso trasportato dal suo Castello nella Chiesa di Gotta. Quanto al primo, puol'essere, che fosse da esso portato anche prima della detta Fondatione, perochè prima del detto tempo passavano molto frequentemente li Principi Christiani alla Guerra di Terra Santa. Quanto poi al secondo, fu certo che nella Chiesa nostra non fu fatta la detta Traslatione, nè prima del detto anno 1246 nè doppo il 1500 per le ragioni motivate più sopra sotto il num. 3. Questo Monistero poi, doppo l'horrenda Apostasia dell'empio Lutero, insieme con tutti gli altri della Sassonia e d'altre Provincie altresì della Germania e di tutti li Paesi Settentrionali, rimase dalla rabbia ereticale de' malvagi seguaci di quel perfido Ladrone, miseramente distrutto, con quanto v'era di Santo e di Sagro.

6 - Porta per opinione il nostro P. Crusenio, che in quest'anno parimente la religione nostra fondasse un Monistero nella nobile Città di Meclinia nella Brabanza, in luogo però poco commodo; il quale poi dice, che trasferito fu in un altro sito più agiato l'anno del Signore 1256, tanto scrive egli nel suo Monasticon Agostiniano a car. 123. Francesco Hareo all'incontro nei suoi Annali della suddetta Provincia della Brabanza pone et assegna più tardi l'entrata dei nostri in quella Città. Perochè dice appunto nel Tomo I de' suoi Annali, che ciò successe nell'anno 1252, in cui con le limosine che raccolsero da' pietosi fedeli, i nostri Frati cominciarono a fondare il detto Monistero, e fu poi perfettionato nell'anno 1305 con i grossi soccorsi che somministrò loro un tal Egidio Bertoldo. Ecco le parole dello storico: Et in eadem Civitate 1252 Eremitae D. Augustini conventum instruere caeperunt, privatorum primum eleemosinis sed demum 1305 Aegidio Bertholdo iuvante, perfectum est. Così scrive quest'Autore, laonde e si vede, che fra esso et il Crusenio vi corrono 6 anni di differenza.

7 - Ciò però non ostante, io dico che l'una e l'altra opinione et asserto può sussistere et accordarsi ancora insieme; perochè puol'essere, che li nostri Padri ottennessero l'ingresso nella detta Città, ed anche il sito, e vi piantassero la Croce, come si costuma, in quest'anno del 1246; e che poi non cominciassero a fabricare sino all'anno del 1252, come nota l'Hareo. A suo tempo parleremo più diffusamente di questo Monistero, come altresì di molti suoi Illustri Figli, li quali in varij tempi hanno illustrata la Religione. Aggiungo col Padre Errera, che quell'Egidio Bertoldo, gran Benefattore del detto Convento, era in questo tempo Signore di Meclinia.

8 - Scrive il P. Campo nel libro 2 della sua Storia Agostiniana al cap. 19 num. 11 che in quest'anno fu nelle parti della Germania fondato l'Ordine de' Crociferi (differente da quello che a' nostri tempi è stato soppresso da Papa Alessandro VII) da cinque religiosi, con favore et agiuto del Card. Ugone di S. Caro, Legato in questo tempo per la S. Sede in Alemagna; e fu subito confirmato sotto la nostra Regola da Papa Innocenzo IV. Dilatossi poi notabilmente quest'Ordine non solo nella Germania, ov'era stato fondato, ma di vantaggio nella Fiandra e nella Francia. Parlano di quest'Ordine il Barbosa nelle sue Decisioni Apostoliche, et anche il Mireo.

9 - Vogliamo qui per ultimo notare una controversia che passa fra il P. Nicola Plenevaulx nel suo Primate Agostiniano a car. 356 et il P. Errera nel Tomo 2 del suo Alfabeto a car. 161 intorno alla nascita del glorioso S. Nicola da Tolentino; perochè la dove il primo dice, che egli nacque codesto Santo l'anno 1224 e morì l'anno 1294 essendo in età di 70 anni; per lo contrario il secondo dice nell'accennato luogo, che nacque in quest'anno del 1246 e che morì nell'anno 1306 essendo in età di 60 Anni, essendosi fatto Religioso del 1264. Non ha dubbio, che il Plenevaulx, così nell'assegnare l'anno della nascita, come quello della morte, s'ingannò all'ingrosso, perochè gli è certo, e lo confessano tutti gli Autori, che egli morisse S. Nicola nell'anno 1306 assegnato dall'Errera, laonde se egli visse 70 anni, com'egli dice, non si può dire poi, com'egli fa, che nascesse nell'anno del 1224, ma più tosto del 1236. Io dunque maggiormente approvo l'opinione del dotto Errera, che egli nascesse in quest'anno, supposto però, che 60 anni soli egli vivesse, e non 70 come asserisce il primo. Nell'anno del 1264 tornaremo a favellare della sua Conversione dal secolo alla nostra religione, e poi molto più andremo di quando in quando scrivendo le di lui più rilevanti attioni, e nel suo tempo in fine tutta la sua Vita e Morte.