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Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1247

Anni di Christo 1247 - della Religione 861

 

 

 

 

1 - Fu in quest'anno come piacque al Signor Dio, grandemente abbassato l'orgoglio del Scismatico Federico, mentre, havendo assediata la Città di Parma, ne fu fatto al suo marcio dispetto, a viva forza sloggiare dal valore, e dall'industria del Card. Raniero Capoccio Legato della S. Sede nelle parti della Lombardia. Dal qual felice successo li Principi dell'Impero, che seguivano le parti della Chiesa, vennero all'elettione del sucessore del già morto Imperatore Arrigo, e tutti convennero nella persona di Guglielmo Conte nella persona di Guglielmo Conte d'Olanda. Cosi il Bzovio e gli altri Annalisti della Chiesa sotto di quest'anno.

2 - Era così grande la fama della nuova Congregatione de gli Eremiti di Brettino dell'Ordine di S. Agostino, che risuonando per ogni lato dell'Italia, non solo n'avveniva che in molti luoghi e Città di quella, invitati fossero a fondare Conventi della loro Congregatione in quelle, ma di vantaggio v'erano de' Conventi intieri d'antiche e famose Religioni, li quali chiedevano d'essere accettati all'habito et unione loro, essendo essi pronti a lasciare la loro antica Professione et Habito. Habbiamo di questa verità un'infallibile attestato nel Convento antichissimo di S. Maria Maddalena di Val Pietra, poco tratto fuori della Porta di Saragozza della mia cara Patria di Bologna, chiamato hora di S. Gioseffo, per le ragioni, che a suo luogo mi riserbo di dire: era questo un Convento antichissimo di Monaci Benedettini della Riforma Cluniacense, li di cui Monaci havendo intesa più volte commendare la santa vita, che menavano li suddetti Padri Brittinensi, ispirati, come piamente si crede da Dio, supplicarono li detti Brittinensi, a volere aggregare il loro Monistero all'Ordine suo, perochè essi erano prontissimi a lasciare l'habito Benedettino e prendere l'Agostiniano nella loro Congregatione.

3 - Ma, perché ciò fare non si poteva senza il consenso del Vescovo di Bologna, come che ad esso per avventura fosse quel Monistero soggetto, per tanto hebbero li detti Padri Brittinensi al Pontefice Innocenzo ricorso, supplicando Sua Santita a volere con la sua Autorità suprema, esortare il detto Prelato, che era in quel tempo il Ven. F. Giacomo Buoncambij da Bologna dell'Ord. de' Predicatori a concederli la detta licenza; il che havendo fatto il Papa, e temendo, che il Vescovo non si rendesse duro nell'approvare il detto passaggio, si risolse di spedire una Bolla nello stesso tempo ad Ottaviano Ubaldini, il quale in questo tempo era legato in Bologna, nella quale li commandò, che dovesse per sua parte esortare il detto Vescovo a contentarsi della prefata unione o passaggio de' Monaci sudetti alla Congregatione de nostri Brittinensi: ecco la Bolla, la quale appunto fu data a' 17 di luglio l'anno 4 del suo Pontificato. Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei.

4 - Dilecto filio O. S. Mariae in vita lata Diacono Cardinali Apostolicae Sedis Legato salutem et Apostolicam Benedictionem. Insinuarunt nobis Dilecti filij, Prior, et universi Fratres Eremitae de Brictinis, Ordinis S. Augustini, quod Prior ecclesiae S. Mariae Magdalenae in Valle de petra Bononiensis Dioecesis, ad fructum Vitae melioris aspirans, de sui Conventus voluntate unanimi et consensu, in manibus dicti Prioris de Brictinis, pro se ac praefato Conventu (salvo per omnia iure Ven. fratris nostri Bononiensis Episcopi) fecit obedientiam manualem, B. Augustini Regulam et Constitutiones, ac Observantias eorundem servaturum perpetuo, pro se ac suis Fratribus se promittens, sicut in publico Instrumento, confecto exinde, plenius dicitur contineri. Cum autem Priores et Eremitas huismodi, pro Religionis suae meritis, affectu prosequamur in Domino speciali, dicto Episcopo preces direximus et mandatum, ut quod in hac parte, intentione salubri factum dignoscitur, pro divina, et nostra reverentia gratum sibi constituens, et acceptum, id, prout spectat ad ipsum, confirmare non differat; et super hoc tibi etiam, cum requisitus a te fuerit, reverenter intendat, ita quod ex hoc, processu temporis, gratiosi apud nos meruisse gaudeat incrementa favoris. Quo circa discretioni tuae per Apostolica scripta mandamus, quatenus eumdem Episcopum, sicut efficacius poteris, ut mandatum nostrum compleat exhorteris. Nobis, quod super hoc feceris, rescripturus. Datum Lugduni 15 Kalen Julij, Pontificatus nostri Anno quarto.

5 - Questa Bolla poi originale si ritrova nell'Archivio di S. Agostino di Roma, e leggesi stampata nel Bollario dell'Empoli a car. 170. Ma, perché il detto Vescovo si rese sempre duro nel concedere il suo consenso, a cagione che diceva non potersi il detto passaggio fare, perché la Regola di S Agostino era più mite di quella di S. Benedetto, perciò bisognò che di nuovo il Pontefice replicasse allo stesso Cardinale altre Lettere, fin tanto che pur finalmente la detta Unione si fece, ma vi corsero fino a sei anni, come vedremo, producendo ne' loro luoghi e tempi l'accennate lettere Apostololiche.

6 - E già che siamo entrati a parlare de' Padri di Brettino, e delle gratie, che il Papa così volentieri li concedeva, gli è bene che in questo luogo riferiamo alcuni altri favori, che in questo medesim'anno li fece. Il primo fu di spedire un'altra Bolla a tutti li fedeli, nella quale gli avvisa, che chiunque soccorrerà li Padri del Convento di Brettino della Diocesi di Pesaro, dell'Ordine di S. Agostino, e gli agiutarà con limosine, affine di proseguire la fabrica della loro Chiesa, e Monistero, pentito e confessato, guadagnarà 40 giorni d'Indulgenza; la Bolla fu data in Lione a' 27 di settembre l'anno 5, che appunto cadde in quest'anno doppo li 24 di giugno. La Bolla o Privilegio di questa concessione conservasi in Roma nell'Archivio dell'Ordine, e leggesi stampata nel Bollario Agostiniano a car. 171 et è del seguente tenore. Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei.

7 - Universis Christi fidelibus praesentes litteras inspecturis salutem et Apostolicam benedictionem. Quoniam (ut ait Apostolus) omnes stabimus ante tribunal Christi, recepturi, prout corpore gessimus, sive bonum, sive malum, oportet nos diem messionis extremae, misericordiae operibus praevenire, ac aeternorum intuitu seminare in terris quod (reddente Domino) cum multiplicato fructu, reccolligere debeamus in Coelis; formam fiduciamque tenentes; quoniam qui parce seminat, parce et metet, et qui seminat in benedictionibus de benedictionibus, et metet Vitam aeternam. Cum igitur dilecti filij Prior, et Fratres de Brictinis Pisauriensis Diocesis Ord. S. Augustini, sicut sua nobis petitione monstrarunt, ibidem Ecclesia eorum Domos, et officinas, suis usibus opportunas, de novo aedificare coeperint opere sumptuoso, ad quod fidelium subsidium dignoscitur esse eis plurimum opportunum. Universitatem vestram rogamus et hortamur in Domino, in remissionem vobis peccaminum iniungentes, quatenus eis ad hoc de Bonis vobis a Deo collatis, pias eleemosinas, et grata charitatis subsidia erogetis, ut per subventionem vestram opus in caeptum valeat consumari, et vos per haec, et alia Bona, quae (Domino inspirante) feceritis ad aeternae possitis foelicitatis gaudia pervenire. Nos enim de Omnipotentis Dei misericordia, et Beatorum Petri, et Pauli Apostolorum eius auctoritate confisi, omnibus vere poenitentibus, et confessis, qui eis ad hoc manum porrexerint adiutricem, 40 dies de iniuncta sibi poenitentia misericorditer relaxamus. Datum Lugduni 5 Kal. Octobris, Pontif. nostri Anno 5.

8 - Un'altra simile Bolla, e Privilegio haveva concesso lo stesso benignissimo Pontefice a' Padri del Monistero di Rimini della medesima Congregagatione di Brettino, li quali appunto, poco dianzi, havevano fondato anch'eglino Monistero nella detta Città (non si sa poi se dentro, o fuori di quella) e comincia anch'egli, come quello registrato nel numero passato: Quoniam, ut ait Apostolus, etc. e fu dato nel giorno primo di settembre di questo medesimo anno nella Città di Lione, e si conserva nel nostro Monistero di Rimino, a cui questo s'unì nella grand'Unione Generale, come fecero tutti gli altri, così di questa, come d'ogni altra Congregatione, all'Ordine principale Agostiniano, come esattamente a Dio piacendo, dimostraremo in quel tempo, che sarà nell'anno 1256.

9 - Tre altre Bolle continenti la medesima Idulgenza spedì pur anche in questo medesimo anno a favore delle Chiese e de' Conventi d'Ascoli nella Marca, e di Monte dell'Olmo nella tessa Provincia, della medesima Congregatione; e sono puntualmente descritte le dette Bolle con l'istessissime parole della data pur poco dianzi nel numero passato: la prima fu data pure in Lione a' 3 di settembre l'anno 5 e la seconda a' 24 dello stesso mese pure nello stesso anno quinto. Conservasi la prima nell'Archivio del Convento d'Ascoli; e della seconda ne rende testimonianza e la produce ancora un tal Maestro Petrezano Arciprete della Pieve del Finale della Diocesi di Savona Vicario Gen. d'Uberto Vescovo di Bologna in una sua Lettera patente, in cui appunto l'anno 1310 testifica d'haver vedute molte Bolle concesse da Papa Innocenzo IV a' vari Monisteri dell'Ordine di S. Agostino, fra le quali appunto in terzo luogo registra alla Lettera questa del Convento di Monte dell'Olmo.

10 - Avendo in questo tempo offerto a' medesemi PP. Brettinensi un luogo per fondarvi una Chiesa et un Convento un Nobile Cittadino di Faenza per nome Ugolino Pecci, credo senz'altro fuori della detta Città, nè havendo li detti Padri modo di fare la detta Fondatione senza l'agiuto delle limosine de' Fedeli, impetrarono per tanto una Bolla di raccommandatione dal sudetto Pontefice Innocenzo diretta a tutti li Fedeli Christiani col premio di 40 giorni d'Indulgenza da conseguirsi doppo la Santa Confessione, e limosina data ai que' Padri, per il sudetto effetto della fabbrica accennata. Ritrovasi un Transunto di questa Bolla nell'Archivio del nostro insigne Convento di Padova, e fu data in Lione a' 30 di settembre, et è questa che siegue: Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei.

11 - Universis Christi Fidelibus praesentes litteras inspecturis salutem et Apostolicam benedictionem. Quoniam, ut ait Apostolus, etc. et vitam aeternam. Cum igitur sicut Dilecti filij Prior, et Fratres Eremitarum de Brictinis Ordinis S. Augustini Fanensis Dioecesis sua nobis petitione monstrarunt nobilis Vir Hugolinus Pecci Civis Faventinus ad construendam ad opus ipsorum quandam Ecclesiam, Domos, et officinas suis usibus opportunas, eis quemdam locum concesserit intuitu Pietatis, et ad id propriae sibi non suppetant facultates. Universitatem vestram rogamus et hortamur in Domino, in remissionem vobis peccaminum iniungentes, quatenus eis ad hoc de Bonis vobis a Deo collatis, etc. come sopra nell'atra Bolla simile sotto il numero 7 di quest'Anno medesimo. Datum Lugduni Pridie Kal. Octobris, Pont. Nostri Anno 5.

12 - Furono poi così bene agiutati li detti Padri nella Fondatione del detto luogo, che già era habitato da' Frati nell'anno a questo seguente del 1248 e chiamavasi la Chiesa col titolo di S. Maria Maddalena. Cavasi tutto ciò da un Testamento fatto nel detto anno da un tal Giovanni Alberto di Bologna habitante in Faenza, sotto la Capella o Parocchia di S. Clemente, nel qual Testamento egli lascia suoi Fidecomissarij un Padre dell'Ordine di S. Francesco e F. Paolo del luogo di S. Maria Maddalena; fu rogato questo Testamento a' 3 d'agosto del detto anno, e si conserva nell'Archivio di S. Agostino della suddetta Città di Faenza.

13 - Il medesimo Petrezano soggiunge subito in quarto luogo d'havere pur anche veduto altre 12 Bolle continenti la medesima Indulgenza, spedite dallo stesso Santissimo Pontefice Innocenzo IV a pro d'altrettanti Conventi, li quali pure bramavano d'essere soccorsi con limosine per le fabriche loro; e questi furono li Conventi d'Imola, di Faenza, di Forlì, di Cesena, di Rimini, di Fermo, di Monte Santo, di Macerata, di Monte Cosero, di Severino, di Civitanova e di Monte Mellone. Ma diamo le parole formali del sudetto Petrezano. Ab eodem etiam Patre Sanctissimo Innocentio Papa Quarto vidimus alias litteras sub eodem tenore et Ordine, non falsatas, omni suspicione carentes numero 12 scilicet de Conventu Imolae 40 dierum Indulgentiae. De Conventu Faventiae 40 dierum Indulgentiae. De Conventu Forlivij 40 dierum Indulgentiae. De Conventu Cesenae 40 dierum Indulgentiae. De Conventu Arimini 40 dierum Indulgentiae. In conventu Firmano 40 dierum Indulgentiae. In Conventu Montis Coseri Firmanae Dioecesis 40 dierum Indulgentiae. In Conventu S. Severini Camerinensis Dioecesis 40 dierum Indulgentiae. In Conventu Civitatis Novae Firmanae Dioecesis 40 dierum Indulgentiae. In Conventu Montis Millonis Camerinensis Dioecesis 40 dierum Indulgentiae. In Conventu Maceratae 40 dierum Indulgentiae. In Conventu Montis Sancti 40 dierum Indulgentiae.

14 - Soggiunge appresso lo stesso Petrezano, e testifica d'havere altresì vedute altre quattro Bolle sotto lo stesso tenore e forma, come le passate a pro di quatt'altri Conventi, cioè a dire di Pesaro, di Fano, d'Orvieto e di Montecchio nella Marca d'Ancona, ben'è vero che si dichiara, che queste quattro Bolle non erano originali, ma solamente un Transunto autentico di quelle, con due ordinarij Testimonij e pubblici Notari. Ma registriamo le sue proprie parole, che sono le seguenti: Vidimus etiam alias litteras a praemisso Patre Innocentio praemissis Fratribus concessas, non tamen Bulla plumbea bullatas, sed solum in duobus ordinarijs testibus, et publicis Notarijs manu publica solemniter, et authentice publicatis, sub eodem Ordine, et tenore concessas; scilicet pro Loco Pisauri 40 dierum Indulgentiae, pro Loco Fani 40 dierum Indulgentiae, in uno exemplo sub sigillo Episcopi Fanensis. Pro Loco Urbevetanae Civitatis 40 dierum Indulgentiae; Pro Loco Monticuli Camerinensis Dioecesis 40 dierum Indulgentiae, prout pradicta exempla novimus apparere, etc. Furono autenticate queste Lettere testimoniali dal sudetto Vicario Generale di Bologna, Maestro Peterzano Arciprete del Finale l'anno del Signore 1310, a' 7 di novembre l'anno 5 del Pontificato di Clemente V. La memoria dell'accennate sedici Bolle ultime a pro de' sedici mentovati Conventi sotto di questi ultimi due numeri 9 e 10 l'habbiamo data sotto di quest'anno in cui appunto furono dal Pontefice concesse l'altre di sopra prodotte, sotto questo medesimo anno, perochè, mentre il detto Petrezano, doppo havere distesa quella del Convento di Monte dell'Olmo, concessa in quest'anno, soggiunge poi subito queste sedici senza distenderle, perochè li basta di accennare, che tutte erano della medesima forma e tenore della sudetta di Monte dell'Olmo, laonde mentre altro non dice della data di quelle, gli è segno per me chiaro, che tutte essere dovevano di questo medesimo anno; questo è il nostro sentimento: e quando alcuno non restasse sodisfatto di questa mia opinione, si renda poi certo che per lo meno sono dell'anno 1254, in cui il detto Papa morì.

15 - Intorno poi all'accennate Bolle o Privilegi, altro da notare non ci resta fuori che la certezza dell'esistenza di questi 19 Conventi, prima di questo tempo; perochè fuori de' Conventi d'Orvieto, di Brettino, di Faenza, di Macerata, di Rimini, di Cesena, di Civitanova, e di Monte Santo, gli altri tutti erano stimati molto più moderni.

16 - Li nostri Padri di S. Giacomo di Savena ne' Subborghi di Bologna, desiderando di partirsi dal detto luogo, per la mala vicinanza del fiume et entrare nella Città a traspiantarvi un nuovo Convento; et havendo già ritrovato un sito assai commodo e nobile nella Piazza S. Donato, stavano hoggimai per mandare ad effetto il loro magnanimo pensiero; quando opponendosi loro alcune famiglie potenti, e tanto operarono, che finalmente li frastornarono per all'hora da quella degna impresa. Erano questi religiosi della Congregatione del Beato Gio. Buono, li quali haveano fondato quel Monistero fin dell'anno 1218 come scrive il Masini nella sua Bologna Perlustrata, e noi già provassimo ciò espressamente cavarsi da una Bolla d'Alessandro IV di cui producessimo uno squarcio essentiale sotto di quell'anno, con il quale si prova che li detti Frati fabricarono quella Chiesa e Convento da principio, il quale, se per avventura non fu del 1218 non puote poi essere più antico dell'anno 1207 in cui fecesi Religioso Agostiniano il detto Beato; anzi bisogna che fosse più moderno, perché il detto Beato non uscì così subito fuori del suo Convento di Budriolo, vicino a Cesena, a fondare altrove Conventi della sua appena nata Congregatione; si che ha più del verisimile, che la detta Fondatione si facesse nell'accennato anno del 1218.

17 - Io so che il Ghirardazzi nostro (seguito anche dall'Errera) nel suo primo Tomo della Storia di Bologna, scrive essere stato il detto Convento prima di questo tempo antichissimo; ma certo io dico, che se da' detti Giamboniti ei fu fondato, come pare, che accenni il mentovato Alessandro, in questo tempo non solo non era antichissimo, ma era molto moderno; gli è ben vero però, che se fosse stato fondato da' veri et antichi Agostiniani, potressimo ammettere l'opinione de' due sopradetti Autori. E se alcuno dicesse: e come poi ci entrarono li Giamboniti? Si potrebbe rispondere, che essendo arrivato a in Bologna il detto B. Giovanni Buono, per fondarvi un Convento, forsi quelli Agostiniani, che dimoravano nel Convento di Savena, allettati dalla sua Santità, lo pregarono ad introdurre nel loro Monistero la sua nuova Riforma, tanto più, che non alterava, se non forse per accidente, il loro Sacro Istituto Agostiniano: ma sia come si voglia, questo è certissimo, che li Padri Agostiniani, e non gli Humiliati, furono li Fondatori di questo Monistero come evidentemente si convince con una Bolla del poco dianzi mentovato Papa Alessandro IV. Data nell'anno 1258 quale all'hora, col favore Divino, produrremo. Rileggasi, fra tanto, ciò che scrivessimo intorno alla Fondatione del detto Convento sotto il citato anno 1218.

18 - Ci ricordiamo d'haver già notata sotto l'anno di Christo 1187 dal numero 6 fino al 12 l'antichità d'un Monistero di Monache dell'Ordine nostro nella Città di Milano, detto di S. Maria di Cantalupo, antico anche più del detto anno 1187. Hor questo monistero doppo havere per lunghissimo tempo, portato l'Habito et osservata la Regola del P. S. Agostino, alla perfine in quest'anno, santamente innamorato dell'Habito, e dell'Ordine della gloriosa S. Chiara d'Assisi, ritenendo la Regola antica predetta di S. Agostino, deposero l'Habito, e presero quella della sudetta Santa, dandosi a credere di potere in questa guisa sodisfare all'una et all'altra religione: e ciò cred'io, tanto maggiormente s'indussero a fare, quanto che viddero, che appunto le Religiose di S. Chiara, portavano ben si anch'esse, per la maggior parte, l'Habito della detta Santa, ma però osservavano la Regola di S. Benedetto. Tutta questa verità poi si cava di peso da una Bolla di Nicola V data nell'anno di Christo 1477 in Roma appresso S. Pietro a' 24 d'agosto l'anno primo del suo Pontificato; la legga il Lettore nel Tomo 5 del P. Vadingo sotto l'anno sudetto. Questo Convento poi, perché era governato da' PP. Minori Osservanti, li quali minacciavano d'abbandonarlo, se lasciata anche la Regola Agostiniana, non divenivano del tutto Francescane, la lasciarono perciò esse nel detto Anno 1447 come all'hora vedremo.