Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Storiografi OSA > Torelli > Tomo IV > 1255

Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1255

Anni di Christo 1255 - della Religione 869

 

 

 

 

1 - Quantunque li due Sommi Pontefici, Innocenzo IV, già morto nel fine dell'anno scorso, et Alessandro parimente IV, a lui successo, e con buone parole, e con minacce altresì, e finalmente ancora, con giuste forze, procurassero di costringere l'empio Manfredo, figlio bastardo del già morto Federico Imperatore, non punto degenerante dal pessimo Padre, a rilasciare nelle mani della Chiesa Romana, il possesso de' due nobilissimi Regni d'amendue le Sicilie, come Feudi ad essa devoluti, per la morte di Corrado; et havendo anche, così l'uno, come l'altro, occupate alcune Piazze nella Puglia, e nella Calabria, nulladimeno l'astuto Bastardo, s'adoprò con la forza, e con l'inganno di sorte, che s'impadronì d'ambi li detti Regni, e necessitò il Pontefice Alessandro a ritirarsi nella sua Patria d'Anagni, di donde poi fulminò Scommuniche horrende contro del sacrilego Tiranno: così scrivono il nostro Panvinio, Bzovio, il Rainaldi, et altri Scrittori della Chiesa.

2 - In questo medesimo Anno, essendosi sollevata la grande, e famosa Università dello Studio di Parigi contro de' Regolari, e specialmente de' Mendicanti (fomentata massime dal seditioso Guglielmo di S. Amore, altre volte da noi nel Secolo trascorso mentovato) per cagione di certe risse, e discordie, che erano nate fra la detta Università, e la Cittadinanza, et anche alcuni Giudici di Parigi, e non havendo voluto certi Religiosi dell'Ordine di S. Domenico, che leggevano Teologia in quello Studio, sottoscriversi ad alcune determinationi dell'Università, fu perciò fatto un Decreto dalla medesima, che li detti Religiosi fossero privi delle loro Letture, né si potessero più ingerire nel detto Studio, formando ancora appresso molti altri Statuti pregiudiciali a tutti gli Ordini Mendicanti; e se bene, essendo ricorsi li mentovati Religiosi alla Santa Sede al tempo d'Innocenzo IV, questi rivocò con una sua Bolla espressa, ciò che havevano quelli determinato contro li detti Ordini, nulladimeno li detti Scolari e Dottori, andavano procrastinando d'ubbidire a comandi del Santo Padre: ma essendo quegli morto, finalmente Alessandro, con alcune sue Bolle, prodotte in parte dal Vandingo dal n. 1, fino al 4 di quest'anno medesimo, con l'agiuto massime del glorioso S. Luigi re di quel fioritissimo Regno, procurò di rimediare in qualche modo a tanti mali, li quali però assai peggio di prima ripullularono nell'anno 1257, per opera dell'accennato Guglielmo di S. Amore, li quali poi furono dal buon Pontefice, con l'agiuto del medesimo Santo Re, totalmente estinti e annihilati, come in quel tempo ampiamente diremo. Vedasi il Mentovato Vadingo nel luogo citato.

3 - Ma diamo hormai principio a' favori singolari, et a' nobili Privilegi concessi in quest'anno dal nostro Santo Pontefice all'Ordine nostro, et alle sue varie Congregationi. Il primo de' quali, secondo l'Ordine del tempo lo concesse a' Padri della Congregatione del B. Gio. Buono, e fu diretto a tutti gli Arcivescovi, Vescovi, Abbati, Priori, Decani, Arcidiaconi, Prevosti, Arcipreti et altri Prelati della Chiesa. Comandavasi poi in questo a tutti li suddetti Prelati, che dovessero ammonire, indurre, et anche sforzare a ritornare all'Ordine, et a ripigliare l'Habito della religione malamente lasciato, alcuni Religiosi di quella santa Congregatione, li quali per leggerezza, doppo havere fatta Professione, senz'haver riguardo all'offesa di Dio, al danno dell'Anime loro, al detrimento dell'Ordine, et allo scandalo publico, che davano al Secolo, spezzata totalmente la Regolare ubbidienza, se n'erano usciti fuori dell'Ordine in habito di Secolari; e dato, che non havessero volsuto ubbidire, li dovessero Scommunicare. Fu data questa Bolla in Napoli nel primo giorno di Marzo l'anno primo del suo Pontificato, che fu questo di Christo 1255. Habbiamo poi detto di sopra, che questo Privilegio fu concesso a favore della Congregatione del B. Gio. Buono, perochè il papa nel principio di quello, espressamente chiama quell'Ordine, a cui lo concede, l'Ordine de gli Eremiti, senz'altro aggiunto titolo, che in questo tempo non si dava, fuori che alla sola Congregatione del suddetto B. Gio. Buono, che così haveva decretato il Cardin. Guglielmo Fieschi loro Protettore, col consenso anche del Pontefice Innocenzo, come nel suo Luogo vedessimo sotto gli anni di Christo 1252 e 1253, ma diamo la copia del Privilegio, come appunto lo registra il P. Empoli nel suo Bollario Agostiniano a car. 2, nella seguente maniera:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

4 - Vener. Fratribus Archiepiscopis, et Episcopis, ac Dilectis filijs Abbatibus, Prioribus, Decanis, Archidiaconis, Praepositis, Archipresbyteris, et alijs Ecclesiarum Praelatis, ad quos litterae istae pervenerint salutem, et Apostolicam Benedictionem. Ex parte dilectorum filiorum Prioris Gen. et Fratrum Ord. Eremitarum fuit propositum coram nobis, quod quidam de ipsorum Ordine Fratres, ducti animi levitate, reiecta obedientia, ac contemptis privilegijs Ordini praedicto ab Apostolica Sede indultis, post professionem ab eis in eodem Ordine habitam, et receptam, de ipso non erubescunt exire in detrimentum animarum suarum, Ordinis, et scandalum plurimorum. Quare nobis humiliter supplicarunt, ut Animarum ipsorum saluti providere de benignitate Sedis Apostolicae dignaremur. Ideoque Universitati vestrae Apostolica scripta mandamus, quatenus praedictos fugitivos moneatis attentius, et efficaciter inducatis, ut ad praedictum Ordinem revertantur, et ut sub Regulari Habitu Domino debeant famulari. Quod si forte facere noluerint, vos eos ad id, monitione praemissa per censuram Ecclesiasticam, appellatione remota, cogatis. Datum Neapoli Kal. Martij Pontificatus nostri Anno primo.

5 - Alli 20, del detto Mese di Marzo, stando tuttavia nella medesima Città di Napoli, concesse un altro nobile Privilegio al priore Generale, et a tutti li Priori, e Frati degli Eremiti dell'Ordine di S. Agostino, nel quale gli esimeva dall'obbligo di pagare Collette di qual si voglia sorte nelle Pensioni, o Beneficij Ecclesiastici, etiamdio impetrati con Lettere Apostoliche, o da impetrarsi per l'avvenire, se in quelle non si fa espressa e speciale mentione dell'Ordine predetto di S. Agostino, con la derogatione della presente Bolla, e Privilegio. Fu data alli 20 di Marzo, come di sopra in Napoli l'anno primo del suo Pontificato, il cui tenore è questo:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

6 - Dilectis filijs Priori Generali, et Universis Fratribus Eremitarum Ordinis S. Augustini, salutem et Apostolicam Benedictionem. Quanto studiosius divinae contemplationi vacatis, domino famulando, tanto quieti vestrae libentius providemus. Cum igitur, sicut ex parte vestra fuit propositum coram nobis, nonnulli vestri gravaminis avidi frequenter super provisionibus, et exactionibus indebitis, vos, et mansiones vestras, multipliceter inquietent. Nos devotionis vestrae praecibus inclinati, auctoritate vobis praesentium indulgemus, ut ad receptionem, vel provisionem alicuius in pensionibus vel Ecclesiasticis, aut ad solutionem Collectarum, seu exactionum quarumlibet, vel vicesimae, cogi a nemine valeatis per litteras Apostolicas impetratas, vel etiam impetrandas; absque mandato Sedis Apostolicae speciali, faciente plenam, et expressam, de verbo, ad verbum, de vobis, vestro Ordine, et hac Indulgentia, mentionem. Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Neapoli 13, Kal, Aprilis, Pontificatus nostri Anno primo.

7 - Questa e la copia germana della detta gratia, e privilegio, come la produce nel suo Bollario il Padre Empoli mentovato a car. I. A quale poi delle molte Congregationi dell'Ordine de gli Eremiti di S. Agostino ella fosse diretta questa Bolla, supposto, com'è certissimo, che più d'una, e più di due, ve ne fossero con questo titolo in questo tempo, così di qua, come di là da' Monti, come più volte ci ricordiamo d'havere chiaramente dimostrato, non è così facile il poterlo dire; perochè non si dichiara il Pontefice in guisa, che si possa dar fermo, e stabile giuditio della verità, che si cerca. Questo è pero certissimo, che non si puole intendere, né per l'Ordine del B. Gio. Buono, il quale haveva il titolo semplice d'Eremiti senz'altro aggiunto; né per quello de' Gulielmiti, al quale mai si diede assolutamente il titolo d'Eremiti di S. Agostino; né a quello de' Brittinensi tampoco, per la stessa ragione: solo potrebbesi dubbitare, se intendere si potesse per l'Ordine degli Eremiti della Toscana, li quali, se bene, per ordinario, chiamavansi Ordinis Eremitarum S. Augustini in Tuscia, e così venivano a distinguersi bastevolmente da gli altri; nulla per tanto, anche tal'hora in alcune Bolle, come vedremo più a basso, erano chiamati sotto nome d'Eremiti di S. Agostino assolutamente senz'altro aggiunto, se bene poi nelle dette Bolle v'erano sempre alcune parole, che li venivano a specificare per quelli della Toscana; hor come in questa, data di sopra, non vi sia, né il solito aggiunto in Tuscia, né dentro la Bolla alcuna particola si registri, che necessiti a creder, o pensare, che alla suddetta Congregatione della Toscana ella fosse diretta, dobbiamo noi dunque fermamente credere, che a qualchedun'altra delle vecchie Congregationi dell'Ordine suddetto ella concessa fosse.

8 - Gli è ben vero però, che non si puole, senza correre manifesto rischio di togliere ad indovinare, determinatamente dire, che più a questa che a quella Congregatione, ella indirizzata fosse la detta Bolla; perochè non v'è particola alcuna in tutta quella, che ci dia ansa di giudicare, che più ad una, che ad un'altra, ella diretta fosse. Io però, se debbo dire il vero, mi persuado ragionevolmente, che qualcheduna delle Congregationi Agostiniane, che erano nell'Italia, ella fosse concessa; attesochè quelle di là da' Monti non potevano havere havuto tempo sofficiente di supplicare il Papa così presto, doppo la di lui elettione, la quale era accaduta, come habbiamo veduto, poco più di due Mesi prima, stando essi così lontane; se però dir non vogliamo, che forse alcun Procuratore d'una delle dette Congregationi Oltramontane si ritrovasse appresso la Corte in Napoli, e chiedesse poi in questo tempo la gratia: hor basta, io più tosto, come ho detto di sopra, stimo per certo che ad una d'Italia fosse concessa la gratia, e forse a quella di Monte Foglio, che era distesa per il Regno, o a quella di Torre di Palma, o finalmente a quella di Lombardia, e di Romagna.

9 - Nel seguente Mese d'Aprile di questo medesimo anno spedì lo stesso Pontefice un'ampia Bolla in forma di Mare Magno, all'Ordine, o Congregatione de' Padri Brittinensi, nella quale si contengono li soliti favori, e le gratie consuete de gli altri Mare Magni. Comincia anch'ella come l'altre Religiosam vitam eligentibus, etc. e fu data in Napoli a' 12 d'Aprile l'anno primo del suo Pontificato; e questa leggesi registrata dal P. Empoli nel suo Bollario a car. 6, e fu sottoscritta dal Papa come l'altre, e da otto Cardinali, cioè a dire da due Preti, da quattro Diaconi, e da' due Vescovi.

10 - Sebbene come scrivessimo sotto l'anno del 1252, il Sommo Pontefice Innocenzo IV confirmata haveva, con una sua bolla data in Perugia a' 26 di Maggio, l'Unione già fatta, fin dell'anno avanti del 1251 da F. Adiuto Visitatore Generale de gli Eremiti di S. Agostino della Toscana, de' due conventi, di S. Salvatore di Fultignano, e di S .Leonardo della Selva del Lago, la quale era stata altresì poco dianzi confirmata dal card. Riccardo di S. Angelo loro protettore, come pur anche all'hora notassimo; nulladimeno ritroviamo, che ancora in quest'anno (quale se ne fosse la cagione fu riconfirmata da Papa Alessandro con una bolla data in Anagni a' 25 di Giugno, con le medesime parole di quella d'Innocenzo, senza però fare alcuna mentione di quella, come che forse li supplicanti non ne dovettero dare alcun ragguaglio nel Memoriale, o per qualche altra cagione a noi ignota; eccone la copia, come la produce l'Empoli a car.10.

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

11 - Dilectijs filijs priori, et fratribus S. Salvatori de Fultignano, et S. Leonardi de Silva de Lacu Ordinis S. Augustini Senensis Dioecesis, salutem, et Apostolicam benedictionem. Ex parte vestra fuit propositum coram nobis, quod dilectus filius frater Adiutus Gener. Visitator fratrum Eremitarum Ord. S. Augustini deputatus a dilecto filio nostro R. Sancti Angeli Diacono Cardinali, cui eiusdem Ordinis curam commisimus, Eremum S. Leonardi priorem vacantem, consentientibus fratribus ibidem existentibus, habito diligenti tractatu, et proviso, quod ipsa, quae plurimum collapsa fuerat, per te fili prior, posset in melius reformari, Eremo S. Salvatoris de Fultignano incorporavit; et totaliter coniuvit, ut unum corpus effectae uno capite gubernentur, et unum capitulum censeantur. Verum cum idem Cardinalis id, quod per eundem visitatorem super huiusmodi incorporatione, ac unione factum extitit, duxerit confirmandum, prout in Instrumento, et litteris exinde confectis, cardinalis ipsius sigillo munitis plenius dicitur contineri. Nos tuis supplicationibus inclinati, quod ab eisdem cardinali, et visitatore factum in hac parte ratum, ac gratum habentes, illud auctoritate Apostolica confirmamus, et praesentis scripti patrocinio communimus. Nulli ergo omnino hominum liceat etc. Kal. Julij Pontific. Nostri Anno primo.

12 - Nello stesso giorno, et anno, concesse lo stesso Pontefice un altro Privilegio a' medesimi nostri Eremiti della Toscana, di potere, cioè a dire, assolvere da qualsivoglia Ecclesiastica censura, chiunque volesse dalle loro mani ricevere l'Habito della Religione; e ciò dice di fare in conformità d'un altro simile Privilegio, concesso loro dal suo immediato antecessore Innocenzo IV, con questo però, che se questi tali fossero aggravati da debiti, non li possino ricevere, se prima non danno sodisfattione alla parte. Fu data questa Bolla in Anagni nel giorno, et anno accennato di sopra; et è prodotta nel Bollario Agostiniano a car. 9 è la seguente:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

13 - Dilectijs filijs Prioribus Fratrum Eremitarum in Tuscia Ordinis S. Augustini, salutem, et Apostolicam Benedictionem. Cum ex Apostolici cura teneamur officij, circa Religionis augmentum, attenti, et vigiles inveniri. Nos devotionis vestrae precibus inclinati, ut volentibus Fratrum Ordinis vestri aggregari Collegio, qui suspensionis, aut interdicti, vel excommunicationis sententijs sunt ligati, absolutionis beneficium, iuxta formam Ecclesiae impartiri, et ipsos in Fratres recipere valeatis ad instar fel. Recor. Innocentij Papae praedecessoris nostri, vobis auctoritate praesentium indulgemus: ita tamen, quod si aliqui ex eisdem huismodi sententijs propter debitum sunt adstricti, satisfaciant, ut tenentur; nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Anagniae septimo Kal. Julij Pontificatus nostri Anno Primo.

14 - Nel giorno seguente, cioè a dire a' 26 di Giugno, concesse il buon Pontefice un altro Privilegio a' medesimi Eremiti della Toscana; e fu di potere recitare l'Officio Divino nel coro, giusta la moderna correttione del Breviario fatta dalla loro Congregatione; con questo però, che se per avventura si ritrovassero tal'hora in qualche altro Coro fuori dell'Ordine a recitare l'Officio diverso dal loro, non siano tenuti a recitare di nuovo il proprio, ma quello li basti, e li suffraghi; e ciò pure li concede, come dice, ad imitatione del suo Antecessore. Leggesi parimente questo Privilegio nel Bollario nostro a car. 10, et è questo, che siegue:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

15 - Dilectijs filijs Priori Generali et universis Fratribus Erem. Ord. S. Augustini in Tuscia, salutem, et Apostolicam benedictionem. Pio vestro Collegio, quod sibi libenter thesaurum quietae conscientiae thesaurizat, id gratiae dignem concedimus, quod ab eo fluctum mentis excutiat, et ipsum in spiritus tranquillitate disponat. Vestrae itaque precibus devotionis inducti, ut observantia moderni Divini Officij, quod in Breviarijs vestris exacta diligentia correctum a vobis, et statuto Ordinis vestri, iuxta Ecclesiae Romanae morem, excepto Psalterio, celebrare debetis, sitis contenti perpetuo. Necnon, et si aliqui vestrum divino intersit officio cum aliis celebrantes, tunc illud eis sufficiat, et ad dicendum officium proprium minime teneantur ad instar. fel. recor. Praedecessoris nostri Innocentij Papae, auctoritate vobis praesentium indulgemus. Nulli ergo omnino, etc. Datum Anagniae sexto Kalen. Iulij Pontif. Nostri Anno Primo.

16 - Da questo Privilegio apertamente si cava, che gli Eremiti di questa Congregatione della Toscana recitavano l'Officio ben sì, quanto all'essentiale, conforme il rito della S. Romana Chiesa, ma però quanto all'accidentale, con modo proprio, e particolare; il che anche credere si deve dell'altre Congregationi dell'Ordine, la qual cosa poi si tralasciò, doppo che per ordine di questo medesimo Pontefice fu fatta la generalissima Unione nell'Anno a questo seguente, in cui l'Ordine tutto si risolvette d'officiare totalmente alla Romana, come pure tuttavia si fa in ogni parte del Mondo.

17 - E se bene il Santo Pontefice cotanto favoriva in questo tempo li nostri Agostiniani d'Italia, non haveva però l'animo così tenacemente a quelli applicato, che dimenticato poi si fosse de' poveri Oltramontani; avvegnachè appunto io ritrovo, che in questo medesimo tempo egli spedì una bolla al Generale de gli Eremiti Agostiniani della Francia, e dell'Inghilterra, la quale, perchè fino ad hora è stata seppellita nell'Archivio di questo convento di S. Giacomo di Bologna, e perchè anche è molto notabile, giovami di registrarla in questo luogo a perpetua memoria de' Posteri, et anche a confusione di quegli Autori, li quali, senza veruna ragione, o fondamento, niegano la nostra veneranda, e vera antichità: contiene poi questa la facoltà e licenza Apostolica per il detto Generale, affinchè possa visitare gli Eremiti Agostiniani, con tutti li loro Conventi, che erano fondati in varie parti de' due accennati Regni della Francia, e dell'Inghilterra; eccone la copia fedele: Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

18 - Dilecto filio Priori Generali Fratrum Eremitarum Ordinis Sancti Augustini in Francia, et Anglia, salutem, et Apostolicam benedictionem. Quia salutem potissimum cupimus Animarum, ea, per quae provenire valeat, diligenti sollicitudine procuramus, ipsius impedimenta studens celeriter amovere. Hinc est, quod Nos de probitate tua plenam in Domino fiduciam obtinentes, discretioni tuae praesentium authoritate committimus, ut in omnes Eremitas Franciae, et Angliae, tam in capite, quam in membris, correctionis Officium, et reformatiois exercens, studeas iuxta indultam tibi caelitus gratiam, extirpare in ipsis vitia, et plantare virtutes. Contradictores per censuram Ecclesiasticam, appellatione postposita, compescendo. Praesentibus post triennium minime valituris. Datum Anagniae 3. Nonas Iulij, Pontificatus nostri Anno primo.

19 - Tre cose poi, con ogni più che chiara evidenza, da questa Bolla io ne ricavo; la prima delle quali si è, che la nostra Religione Eremitana di S. Agostino non era solamente distesa, in questo tempo, per la sola Italia, e molto meno per la sola Toscana, come ad occhi chiusi hanno innavertitamente scritto li nostri Avversarij, e specialmente il P. Penotto, ma erasi, fin da tempo immemorabile, dilatata per i vastissimi Regni della Francia, e dell'Inghilterra.

20 - Osservo in secondo luogo, che questi Religiosi della Francia, e dell'Inghilterra, havevano un proprio Generale, il quale li governava, e reggeva, et a cui essi ubbidivano, come facevasi da gli Eremiti delle varie Congregationi, le quali erano nell'Italia: e questi forse sono quegli Eremiti Oltramontani, a' quali concesse Papa Innocenzo IV, quella Bolla in forma di Mare Magno, quale noi registrassimo, e di cui altresì, ben'a lungo, scrivessimo sotto l'anno del Signore 1253, ultimo del Secolo passato; quali Eremiti pensò il P. Errera, che fossero stati Giamboniti, e noi nello stesso luogo provassimo il contrario, con dimostrare all'incontro, non potere essere stata diretta quella Bolla, fuori che a' veri Eremiti Agostiniani: e di vero, che questi, de' quali stiamo hora scrivendo, non fossero dell'Ordine del B. Giovanni Buono, chiaramente si convince, perochè il Papa non li chiama semplicemente dell'Ordine de gli Eremiti Ordinis Eremitarum, come chiamavansi in questo tempo li Giamboniti per Pontificio decreto già fatto dal suo Predecessore, ma ben sì dell'Ordine de' Frati Eremiti di S. Agostino, che era appunto il titolo germano, et antico de' veri Eremiti Agostiniani.

21 - Osservo finalmente in terzo luogo, che nella Francia, e nell'Inghilterra, v'erano, senz'alcun dubbio de gli altri Eremiti Agostiniani, li quali, benchè havessero li loro Superiori locali, o conventuali, non havevano però un Superiore Generale, a cui ubbidissero, ma ciaschedun Convento governavasi indipendentemente da gli altri, la correttione, e riforma de' quali commise poi il Pontefice al Generale suddetto de gli Eremiti Agostiniani della Francia e dell'Inghilterra; e si osservi, per maggior prova di ciò, che li dà facoltà di così visitarli, correggerli, e riformarli per tre anni soli: Praesentibus post triennium minime valituris; perchè sopra molti di quegli Eremiti, quantunque Agostiniani, non haveva ordinaria giuridittione questo Generale, ma delegata; perochè, per correggere, e riformare quelli, che erano sotto la di lui ordinaria ubbidienza, non haveva egli, per mio credere, bisogno della licenza del Papa, avvegnachè, essendo loro immediato Superiore, lo poteva egli fare a suo piacere senz'altra facoltà Pontificia; se però non vogliamo dire per avventura, che il Papa gli assegnasse quel tempo determinato per non fare pregiudicio all'autorità de' Vescovi Diocesani, li quali in questi tempi havevano gran giuridittione sopra de' Regolari: ciò però non ostante, gli è certissimo, che così nella Francia, e nell'Inghilterra, come altresì nell'Italia, et altrove passim v'erano moltissimi Monisteri, li quali non havevano Generale proprio, a cui ubbidissero, ma semplicemente havevano li loro Priori indipendenti, come più volte habbiamo veduto e provato ne' Secoli trascorsi, e specialmente nell'ultimo a questo precedente, quando trattassimo de' due Conventi di Fontegiardo, e di Linceio, li quali pure erano nel regno della Francia, e furono poi incorporati al maggior Monistero di Turs dell'Ordine di S. Benedetto, come ampiamente mostrassimo nel detto Secolo, e specialmente sotto l'anno del 1210, in cui producessimo la Bolla d'Innocenzo III, per cui fu decisa la lunga lite passata per cagione de' suddetti due Conventi, fra nostri, et i Padri di S. Benedetto, con la vittoria di questi.

22 - Potranno parimente da questa Bolla hormai finire d'intendere, e di conoscere li nostri Antagonisti, e specialmente li Padri Penotto, e Vadingo, che la Religione Eremitana di S. Agostino, molto prima della grand'Unione generalissima, che si fece nell'anno seguente a questo, cioè a dire del 1256, non era semplicemente ristretta nella sola Toscana, o al più secondo essi, nell'Italia e nella Sicilia, ma ritrovavasi distesa, e dilatata per i vastissimi Regni della Francia, e dell'Inghilterra, come è certissimo per la citata Bolla d'Alessandro IV, e molto più anche per quella d'Innocenzo III, e di vantaggio ancora per quelli della Spagna, dell'Alemagna, dell'Ungheria, della Boemia, della Grecia, e de gli altri tutti dell'Europa, e dell'Asia, per tacere di quelli dell'Africa, e d'altre parti, come habbiamo più d'una volta dimostrato ne' Secoli passati, e molto più faremo costare per l'avvenire. Aggiungiamo in fine che a questi medesimi Frati della Francia, e dell'Inghilterra, prima pur anche della grand'Unione, concesse lo stesso Alessandro un altro Privilegio in forma di Mare Magno, che comincia Religiosam vitam eligentibus, etc. come, gli altri: così per appunto testifica il nostro Coriolano nel suo Diffensorio Veritate prima § 4, idem Alexander,etc.

23 - Ma lasciamo per hora li Frati di Francia, e d'Inghilterra, e torniamocene in Italia di nuovo a ponderare un altro Privilegio concesso dallo stesso Sommo Pontefice in questo medesimo mese, et anno a favore del Generale, e de' Frati dell'Ordine Eremitano di S. Agostino nella Romagna, e nella Lombardia; in cui pur anche, ad imitatione, come dice, di Papa Innocenzo IV, non vuole che li Vescovi Diocesani s'intromettino, o s'ingerischino punto nel creare, o nel togliere di comando, e d'ufficio, li Superiori dell'Ordine suddetto, ma solo si contentino nell'altre cose d'essere ubbiditi, et ossequiati da quelli: fu data poi questa Bolla in Anagni a' 14 di Luglio in quest'anno come sopra; leggesi poi nel nostro Bollario a car, 11, et è del seguente tenore.

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

24 - Dilectis filijs Priori Generali, et Fratribus Eremitarum Ordinis S. Augustini in Lombardia, et Romaniola, salutem, et Apostolicam Benedictionem. Ne pro eo quod Dioecesanis vestris debitam oboedientiam, et reverentiam exhibetis Institutiones vestri Ordinis subuerti contingat, vobis ad instar fel. record. Innocentij Papae praedecessoris nostri, auctoritate praesentium indulgemus, ut sic vestris Episcopis huismodi oboedientiam, et reverentiam impendatis, quod maxime circa institutionem, et destitutionem Priorum vestrorum salva sint eiusdem Ordinis instituita, per Sedem Apostolicam confirmata. Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Anagniae secundo Idus Iulij Pontificatus nostri Anno primo.

25 - Che se alcuno mi addimandasse curioso, che Ordine di S. Agostino fosse cotesto, che in questo tempo ritrovasi disteso nelle due nobilissime Provincie di Lombardia, e di Romagna, il quale anche di vantaggio haveva un proprio Generale che lo governava; io prontamente li risponderei, che questo di certo non era quello del B. Gio. Buono, il quale quantunque disteso anch'egli fosse nelle due medesime Provincie, nulladimeno in questo tempo non veniva chiamato, e notato, massime dal Papa col titolo accennato nella data Bolla, cioè a dire de' Frati Eremiti dell'Ordine di S. Agostino; ma semplicemente col titolo dell'Ordine de gli Eremiti senz'altro aggiunto; e ciò per comando della S. Sede come ampiamente notassimo sotto l'anno del 1253. Sì che dunque da questa Bolla habbiamo di certo, che nelle due Provincie della Lombardia, e della Romagna, v'era un altro Corpo di veri Eremiti di S. Agostino, il quale haveva il suo proprio Generale, che lo governava, et haveva poi quest'Ordine molti Monisteri, li quali erano molto antichi, come quello di S. Marco di Milano antico più dell'anno 1040. Quello di S. Paolo chiamato di Ravone, in Bologna, più antico dell'anno 1123. Quello di Piacenza più antico dell'anno 1165. Quelli di Parma, di Modana, di Reggio, di Vercelli, d'Asti, di Tortona, e di Como più antichi dell'Anno 1240. Quelli di Miratoio, di S. Giustina, e del Pantano, più antichi dell'Anno 1127. Quelli di Ferrara, e di Faenza, più antichi dell'anno 1200, et altri molti in buon numero, quali per brevità io tralascio.

26 - E da qui pure imparino a conoscere li nostri poco amorevoli, quanto di lunga mano si siano allontanati dal vero, mentre si sono dati a credere, et hanno anche cercato di dare ad intendere ne' loro Libri, a' poco prattici delle nostre Historie, che all'hora per la prima volta comparve nel Mondo l'Ordine Eremitano di S. Agostino, quando Innocenzo IV, comandò a tutti gli Eremiti della Toscana, eccettuatine li Guglielmiti, che assumere dovessero la Regola e l'Ordine del P. S. Agostino; quasi che prima di quel tempo, che fu appunto l'anno del 1243, nel Mondo, e nella Chiesa non vi fosse stato un'Ordine, che si fosse chiamato col titolo medesimo de gli Eremiti di S. Agostino. Ma questo inganno, et errore de' nostri Avversarij, che sono specialmente li sopramentovati Padri Penotto, e Vadingo, fu da noi scoperto, e per quanto certamente ci diamo a credere, con sodissime ragioni a bastanza confutato, e convinto, sotto l'anno accennato del 1243, e molto più sotto il seguente del 1244, a quali, di buona voglia rimettiamo gli eruditi, e curiosi Lettori.

27 - Nello stesso giorno de' 14 di Luglio di questo medesimo anno, concesse pur anche lo stesso Pontefice al Generale, e Priori dell'ordine Eremitano di S. Agostino, un altro Privilegio, di potere, cioè a dire, ricevere all'Habito loro Religioso, Persone, Scommunicate, con assolverle prima delle Censure, senza pregiudicio però di veruno; con aggiungere, che se per avventura fossero quei tali Chierici, li possino ancora dispensare dall'Irregolarità, se in quella fossero incorsi. Leggesi questa nel Bollario nostro, come sopra a car. 11 e 12, et è del tenore, che siegue:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

28 - Dilectis filijs Generali, et caeteris Prioribus Eremitarum Ordinis S. Augustini, salutem, et Apostolicam benedictionem. Caelestis amor Patriae mentes vestras sic allexisse prospicitur, ut praecipuam delectationem tributat, quod divinae voluntatis sit placitum, et salutem proferat Animarum. Hinc est, quod Nos, qui ex Apostolici cura tenemur officij circa Religionis augmentum attenti, ac vigiles inveniri, vestris pijs praecibus benignius annuentes, ut personis liberis volentibus vestro aggregari consortio, quae suspensionis, aut interdicti, vel excommunicationis sententijs sunt ligatae, vos filii Priores super huiusmodi sententiis a Canone promulgatis, et alijs, quae sine alieni iuris praeiudicio relaxari poterunt absolutionis beneficium, iuxta formam Ecclesiae, cum Ordinem vestrum professi fuerint, super Irregularitatis macula, si quam, sic ligati, se immiscendo divinis, forsitam contraxerunt; nisi forte adeo fuerit enormis excessus, quod super eo sit Sedes Apostolica requirenda, auctoritate vobis praesentium indulgemus. Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Anagniae secundo Idus Iulij Pontificatus nostri Anno primo.

29 - Per quale poi delle molte Congregationi, od Ordini di S. Agostino, li quali in questo tempo ritrovansi, così dentro, come fuori dell'Italia, intendere si debba diretto il sopracitato Privilegio, io non lo saprei così facilmente dichiarare; questo ben sì è certissimo, che non si puole intendere quello della Toscana, a cui per appunto un simile Privilegio, pur poco dianzi, in questo medesimo anno, concesso haveva, quale habbiamo altresì noi registrato sotto il num. 13. Né tampoco per quelli del B. Gio. Buono, e de' Brettinensi, a' quali mai dal Pontefice si dava il titolo d'Ordine Eremitano di S. Agostino, ma d'Eremiti senz'alcun'altro aggiunto a quello; e d'Eremiti di Brettino dell'Ordine di S. Agostino a questo, come più volte habbiamo dimostrato; ma bensì intendere si deve, o per uno di quelli, li quali si distendevano di là da' Monti ne' Regni della Francia, e dell'Inghilterra, o per quelli della Spagna, e dell'Alemagna, o come più certo stimo, per uno di quelli dell'Italia, e specialmente per il poco dianzi mentovato della Lombardia, e della Romagna; che se non vi aggiunse il Papa il sito di queste due Provincie, ciò fu per avventura, per non ripetere tante volte il medesimo: comunque poi sia, certo è, che fu diretto ad uno de' veri Ordini, o Congregationi di S. Agostino.

30 - Era insomma questo buon Pontefice così grandemente inclinato a favorire la nostra Religione, che pareva per appunto, che egli (come già del buon Imperatore Tito fu scritto) stimasse d'havere perduta quella giornata, nella quale alcuna gratia concessa non havesse all'Ordine nostro o in generale, o in particolare. In prova di ciò, ecco appunto, che nel seguente giorno de' 15 di questo stesso Mese di Luglio spedì un'altra Bolla, diretta al Generale, et a gli altri suoi Frati Eremiti di S. Agostino nella Toscana, nella quale inserendo un'altra Bolla di Papa Innocenzo IV, il quale in quella confirmate haveva le Costitutioni, che già erano state fatte da loro, col consenso del Card. Riccardo loro Protettore, e di due Abbati Cistercensi, cioè a dire di Fallera, e di Fossa nuova, nel tempo della loro unione fatta nell'anno primo del suo Pontificato, di nuovo con la presente le ratifica anch'egli, e le conferma nella sudetta Città d'Anagni nel giorno, et anno, come sopra; leggesi parimente questa Bolla registrata nel Bollario Agostiniano a car. 12 e 13, la di cui copia è questa:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

31 - Dilectis filijs Priori Gener. et universis Eremitis de Tuscia Ord. S. Augustini, salutem, et Apostolicam benedictionem. Litteras quasdam fel. recor. Innocentij Papae Quarti praedecessoris nostri, vobis dudum concessas, in Regesto ipsius reperimus contineri, quarum tenorem sumptum ex eodem Regesto fideliter, vestris inclinati precibus, duximus praesentibus ad rei memoriam inserendum, volentes ex hoc Ius, quod vobis per easdem litteras competit conservari. Tenor autem ipse talis est. Innocentius Episcopus Servus Servorum Dei. Dilectis filijs Priori Gen. et universis Fratribus Eremitis de Tuscia Ord. S. Augustini salutem, et Apostolicam benedictionem. Cum a nobis petitur, quod iustum est, et honestum, tam vigor aequitatis, quam ordo exigit rationis, ut id per sollicitudinem officij nostri ad debitum perducatur effectum. Sane, cum nobis olim in primo anno Pontificatus nostri, vobis B. Augustini Regulam duxerimus concedendam, vos tandem quasdam Constitutiones, de consilio dilecti filij nostri R. S. Angeli Diaconi Cardin. et Religiosorum virorum de Fallera, et Fossae novae Abbatum, Cisterciensis Ordin. auctoritate mandati nostri, fecistis pro stabilenda in perpetuum regulariter vita vestra, quas sub praefati Card. sigillo nobis exhibitas Apostolico petijstis nunimine roboari. Nos itaque pijs vestris desiderijs benignus annuentes. Constitutiones huismodi, salubriter, et provide factas, ratas habentes, et gratas, ipsas auctoritate Apostolica confirmamus, et praesentis scripti patrocinio communimus. Nulli ergo omnino, etc. Datum Laterani 15 Kal. Martij Pont. nostri Anno undecimo. Fin qui la Bolla d'Innocenzo, termina poi quella d'Alessandro. Datum Anagniae Idibus Iulij Pontificatus nostri Anno primo.

32 - Nello stesso giorno et anno, spedì il Santo Pontefice un'altra Bolla al Card. Riccardo di S. Angelo, Protettore della Congregatione de' Frati Eremiti dell'Ord. di S. Agostino nella Toscana a pro et beneficio de gli stessi Eremiti della medesima Toscana, come mi penso; e ciò fu, che dovesse, con ogni suo sforzo, e potere, costringere a deporre l'Habito Eremitano alcuni, li quali, o erano usciti dell'Ordine prima d'haver fatta la professione; o pure, come incorregibili, erano stati da quello cacciati. Fu poi data questa Bolla in Anagni nel giorno, et anno come sopra, e viene registrata nel nostro Bollario a car. 13 nella guisa, che siegue:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

33 - Dilecto filio R. S. Angeli Diacono Cardinali, salutem, et Apostolicam benedictionem. Volentes omne, quod dilectis filijs Eremitis Ordinis S. Augustini, vel eorum sacrae Religioni scandalum, vel infamiam possit parere, quantum cum Deo possumus, submoveri, Discretioni tuae per Apostolica scripta mandamus, quatenus Fratres discedentes motu propriae voluntatis, et eorum culpis amotos ab Ordine eorundem, ac illos, qui Ordinem ipsum non professi, cum frequenter Angelus tenebrarum se in lucis Angelum trasfiguret, ipsorum Eremitarum Habitum deferunt, quod habitum ipsum deponant, montione praemissa, per censuram Ecclesiasticam appellatione remota, compellas, ipsosque nihilominus, si contingat, eos propter hoc, excommunicationis vinculo innondari, et in sua perdurantes contumacia, et excommunicatos publice nuntiari facias arctius evitando in locis, ubi videris expedire. Datum Anagnie Ibidus Iulij Pontificatus nostri Anno primo.

34 - E perchè in questo tempo molti Ecclesiastici Prelati facevano alcune cose contro de' nostri Religiosi in varie parti del Christianesimo in pregiudicio de gli Apostolici Privilegi, concessi loro dalla S. Sede, spedì per tanto il glorioso Vicario di Christo nello stesso giorno de' 15 di Luglio, un'altra Bolla, diretta a tutti li sopradetti Prelati, nella quale gli amonì, e strettamente comandò, che in ogni conto dovessero rispettare tutti li Religiosi Agostiniani, e non dovessero alcuna cosa contro di quelli in verun conto tentare, che contraria fosse a' Privilegi concessi loro dell'Apostolica Romana Sede; anzi all'incontro, che dovessero procurare di favorirli anch'essi, e di benificarli, per havere Dio propitio, e per dimostrare al Mondo la loro carità verso de' Servi di Dio: fu data altresì questa Bolla in Anagni nel giorno come di sopra, et è la seguente appresso l'Empoli a c. 13.

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

35 - Venerabilibus Fratribus Universis Archiepiscopis, et Episcopis praesentes litteras inspecturis, salutem et Apostolicam benedictionem. Odore suavi bonorum operum dilectorum filiorum Fratrum Eremitarum S. Augustini Ordinis recreati, eos non immerito favore prosequimur, ea ipsis diligenti procurare solertia intendentes, per quae, auctore Dominio, humilitatis eorum Collegium suscipere valeat incrementum. Sed, sicut accepimus nonnulli vestrum in contrarium molientes, ipsorum pacis otium, et quietis, sine quo non colitur Pacis auctor conturbant, contra tenorem. Privilegiorum, et Indulgentiarum, eis a Sede Apostolica concessarum pro suae voluntatis libito veniendo. Quo circa Univeversitatem vestram rogamus attentius, et hortamur, per Apostolica vobis scripta mandantes, quatenus vestris iuribus manentes contenti, nullam eis, veli ipsorum Domibus, contra praedictorum Privilegiorum, et Indulgentiarum continentiam, inferatis molestiam, vel gravamen; quin potius habeatis eosdem pro Divina, et nostra reverentia commendatos; ita quod exinde vobis Deum redentes propitium, erga Religiosos zelum habere probemini charitatis. Datum Anagniae Idibus Iulij Pontificatus nostri Anno primo.

36 - Due giorni doppo, cioè a' 17 di Luglio di cui in quest'anno medesimo, spedì un'altra Bolla a tutti li Patriarchi, Arcivescovi, e Vescovi della Chiesa di Dio, nella quale li comandò, che dovessero far pubblicare per le Diocesi loro tutte le Sentenze di Scommunica, e di qual si voglia altra Ecclesiastica Censura, che saranno fulminate da' Superiori dell'Ordine de gli Eremiti di S. Agostino contro de' suoi Sudditi contumaci e colpevoli. con prestarli ancora agiuto, e darli braccio, affinchè possino ridurre le loro Pecorelle erranti all'ovile della Religione, e riceverne la sodisfattione necessaria al publico bene: la Bolla poi, che siegue, è nel Bollario a car 14.

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

37 - Venerabilibus Fratribus Patriarchis, Archiepiscopis, et Episcopis praesentes litteras inspecturis, salutem et Apostolicam benedictionem. Dum contingant interdum dilectum filium Priorem Generalem Eremitarum Ordinis S. Augustini in suos subditos, eorum culpis exigentibus, secundum statuta sui Ordinis, excommunicationis sententias promulgare, Universitati vestrae per Apostolica scripta mandamus, quatenus sententias ipsas, cum ab eodem Priore super hoc fueritis requisiti, per vestras Dioeceses publicetis, et faciatis, usque ad satisfactionem condignam, inviolabiliter observari, sicut rationabiliter sunt prolatae. Datum Anagniae 16 Kal. Augusti, Pontificatus nostri Anno primo.

38 - Sopra le due ultime Bolle non abbiamo, che notare, salvo solo, che la prima a noi pare, che data fosse a pro e beneficio di tutto l'Ordine in universo, mentre in quella universalmente, con termini indefiniti, de gli Eremiti dell'Ordine di S. Agostino dal Pontefice si parla. La seconda poi io certamente stimo, che diretta fosse alli sudetti Prelati, non a beneficio di tutto l'Ordine, ma del solo in particolare, che era nella Lombardia, e nella Romagna, per le ragioni, che habbiamo altrove dette, imperochè quello, che era nella Toscana, veniva sempre, quasi per odinario specificato, o con l'aggiunto in Tuscia, o col mentovare il di lei Card. Protettore, come appunto ne habbiamo l'esempio nella Bolla, che spedì lo stesso Pontefice a favore de' medesimi Eremiti della Toscana, quale daremo nel numero seguente.

39 - Devesi dunque sapere, che li suddetti Eremiti della Toscana, havendo osservato, che ben'e sovente, il Sommo Pontefice andava a stantiare fuori di Roma, et anche talvolta si portava fuori d'Italia, così richiedendo la necessità; et essendo solito, che quando essi havevano eletto il loro Generale, questo non poteva esercitare il suo officio prima d'essere stato confirmato in quello dalla S. Sede, laonde per la lunga dimora, ben'e spesso succedevano molti inconvenienti, perciò li Padri del detto Ordine, con un loro Memoriale, supplicarono il Santo Padre a compiacersi di restar servito, che il Generale eletto da loro, potesse cominciare subitamente ad esercitare l'ufficio suo, prima d'essere confirmato; et il buon Pontefice li concesse ben tosto quanto bramavano con la seguente Bolla, che fu data anch'ella a' 17 di Luglio in quest'anno nella Città d'Anagni, e leggesi registrata, come l'altre due date di sopra nel Bollario Agostiniano a car. 14, eccone la copia:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

40 - Dilectiis filijs universis Prioribus, et Fratribus Eremitarum Ordinis S. Augustini, salutem, et Apostolicam benedictionem. Solet annuere Sedes Apostolica pijs votis, et honestis petentium precibus favorem benevolum impertiri. Cum, sicut nobis insinuare curastis, Generalis Prior vester de triennio in triennium eligatur, nec sit vobis facile pro ipsius electionis confirmatione ad Sedem Apostolicam, a qua dependere huismodi confirmatio dicitur, accedere. Nos volentes vobis paternae sollicitudinis studio consulere, in hac parte devotionis vestrae precibus inclinati, praesentium vobis auctoritate concedimus, quod idem Prior, cum unanimiter, et concorditer electus fuerit, libere administret, dummodo nihil de bonis Ecclsiasticis alienet, donec petendi, et obtinendi confirmationem a nobis, vel a dilecto filio nostro R. Sancti Angeli Diacono Cardinali, vice nostra habuerit facultatem. Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Anagniae decimo sexto Kalendas Augusti, Pontificatus nostri Anno Primo. 41 - Havendo già il Card. Riccardo di S. Angelo fin dell'anno 1253, fatto un decreto in cui assegnò la forma, et il colore dell'Habito a gli Eremiti dell'Ordine di S. Agostino nella Toscana, de' quali era Protettore, qual Decreto fu anche confirmato nello stesso anno dal Pontefice Innocenzo IV, con una sua Bolla data in Assisi nel giorno primo di Luglio, quale noi registrassimo, insieme con il detto Decreto, sotto il numero 15 dell'anno medesimo; avvenne, che desiderando li medesimi Frati, che lo stesso Decreto fosse altresì confirmato dal Papa Alessandro, porsero per tanto Memoriale a Sua Santità, ed ella appunto si compiacque di farli la gratia con la seguente Bolla, che registrata parimente si legge nel Bollario Agostiniano a car.15

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

42 - Dilectis filijs Priori Generali et universis Prioribus, et Fratribus Eremitis Ordinis S. Augustini, salutem et Apostolicam benedictionem. Pia desidera devotorum eo debemus benigno favore prosequi, quo in ipsis Dei gloria, et Animarum salus noscitur contineri. Sane dilectus filius noster R. S. Angeli Diaconus Cardinalis, cui ordo vester a Sede Apostolica est commissus, ad differentiam aliorum Ordinum certum habitum deferendum, tam a Professis Fratribus, et Conversis, quam a Novitijs dicti Ordinis, de consilio discretorum quorumdam Fratrum vestrorum vobis provida deliberatione concessit, prout in patentibus litteris confectis, exinde ipsius Cardinalis sigillo munitis, plenius continetur. Nos itaque vestris supplicationibus inclinati, quidquid ab eodem Cardinali super hoc factum est, ratum habentes, illud auctoritate Apostolica confirmamus, et praesentis scripti patrocinio communimus; Litterarum ipsarum tenorem de verbo ad verbum praesentibus inseri facientes: qui talis est. Et qui produce il Decreto suddetto, quale si può vedere sotto l'accennato numero 15, del sopradetto Anno1253, e comincia: Riccardus, etc. conclude poi la Bolla : Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Anagniae undecimo Kal. Augusti Pontificatus nostri Anno primo.

43 - Già fin sotto l'anno del 1242, e del 1254, facessimo mentione d'un Convento di Monache dell'Ordine nostro esistente in questo tempo in un Castello della Diocesi d'Ancona chiamato Castel Paterno, sotto il titolo di S. Giacomo, il quale essendo stato fatto esente da alcune contributioni, che dovea pagare ogn'anno alla Cattedrale d'Ancona, dal Vescovo di quel tempo, che Ruffino Lupati chimavasi, con obbligo però di pagare in sua vece una libra di Cera, et una d'Incenso, e ciò a cagione della gran povertà del detto Monistero, la qual gratia li fu anche confirmata dal Pontefice Innocenzo, o nel primo anno del suo Pontificato, o per lo meno nell'ultimo, che fu lo scorso del 1254. Hor finalmente essendo morto Innocenzo, e successoli Alessandro, procurarono le dette Religiose di fare confirmare la medesima gratia dalla Santità Sua, la quale benignamente esaudendole, spedì a' 15 di Luglio in questo medesimo anno nella Città d'Anagni, una Bolla, la quale si legge appresso il P. Errera nel Tomo primo del suo Alfabeto Agostiniano a carte 182, e si conserva nell'Archivio d'Ancona, et è questa che siegue:

Alexander Episcopus Servus Servorum Dei.

44 - Dilectis in Christo filialibus Priorissae, et Conventui Monasterij S. Iacobi de Paterno Ordinis Sancti Augustini Anconitanensis Dioecesis, salutem, et Apostolicam benedictionem. Cum a nobis petitur, quod iustum est, et honestum, tam vigor aequitatis, quam ordo exigit rationis, ut per sollicitudinem officij nostri ad debitum perducatur effectum. Cum igitur, sicut, petitio vestra nobis exhibita continebat bonae memoriae Anconitanus Episcopus, considerata vestri Monasterij paupertate, Capituli sui accedente consensum, omne Ius Episcopale Monasterio vestro duxerit remittendum, unius librae de Cera, et unius librae Thuris annuo censu ipso sibi tantumodo reservato, prout in litteris eiusdem Episcopi confectis exinde plenius dicitur contineri. Nos vestris supplicationibus inclinati, quod ab eodem Episcopo provide factum est in hac parte ratum habentes, ad instar felicis recordationis Innocentij Papae Praedeccessoris nostri, Auctoritate Apostolica confirmamus, et praesentis scripti patrocinio communimus. Nulli ergo omnino hominum liceat, etc. Datum Anagniae Idibus Iulij, Pontificatus nostri Anno primo.

45 - Che Monache poi fossero queste non si sa di più di quello, che nella suddetta Bolla si dice, cioè a dire, che erano dell'Ordine di S. Agostino, e che per la loro gran povertà, il Vescovo gli cedè, e gli rimise il censo, che erano tenute di pagali ogni anno; e la loro Superiora col nome di Priora chiamavasi, tutti segni, e note espresse, che non erano Canonichesse, ma Eremitane; il che maggiormente si conferma, perché la Bolla si ritrova nell'Archivio nostro d'Ancona. Quando poi fondato fosse questo Convento, e quando s'estinguesse non si sa; questo è certo solamente, che precedette il tempo della creatione d'Innocenzo IV, come già notassimo sotto l'anno del Signore 1242 al n. 8 nel qual tempo, e luogo ne producessimo la ragione.

46 - Benchè sia cosa certa, che il convento nostro della città famosa d'Arli in Francia, sia molto più antico di quest'anno, stante, che gli é chiaro, che S. Cesario arcivescovo della detta città e nostro religioso, non uno, ma ben due ve ne fondò nel suo tempo, nondimeno perché non siamo certi, che questo sia uno di quelli, solamente ci riduciamo a dire, che sia per lo meno più antico di quest'anno, il che proviamo in questa guisa; poiché gli é certo, che nell'Archivio dell'Ordine in Roma, conservasi pur tuttavia un Mare Magno di Papa Innocenzo IV concesso da esso a' nostri Eremiti oltramontani dato in Assisi a' 30 di Maggio l'anno decimo del suo Pontificato, cioè a dire di Christo 1253; quale ancor noi producessimo e con molta diligenza altresì esaminassimo in quel tempo. Hor sotto il detto privilegio vi si legge l'autentica dell'arcivescovo d'Arli, fatta in quest'anno del 1255, la quale é del seguente tenore. Ad haec nos Ioannes Dei gratia Sanctae Arelatensis Ecclesiae Archiepiscopus inspecta diligenter littera D. Papae non abolita, non cancellata, nec in aliqua sui parte vitiata praesentem litteram de verbo ad verbum de illa transcriptam, ut ei plena fides adhibeatur, ad instantiam Fratrum Eremitarum Ordinis S. Augustini sigillo nostro duximus sigillandam. Datum Arelatae Anno Domini 1255.

47 - Da questa autentica si cava con ogni evidenza, che que' Religiosi oltramontani, a' quali fu diretta e concessa la sudetta Bolla, erano dell'Ordine Eremitano di S. Agostino e non altrimente del B. Gio. Buono, come parve, che sospettasse il dotto Errera nella sua Risposta Pacifica, conforme accennassimo ancor noi sotto il detto anno 1253 nel quale producessimo, et esaminassimo la predetta Bolla ove altresì concludessimo contro di lui, che non per li detti Giamboniti, li quali mai fondarono conventi di là da' monti, non che vi avessero Generali, come é certo, che ve l'avevano questi Eremiti oltramontani, li quali inoltre avevano il titolo d'Eremiti dell'Ordine del nostro P. Sant'Agostino, come si cava dalla suddetta autentica dell'arcivescovo il che non avevano li Giamboniti, poiché per ordine Apostolico chiamavansi semplicemente Ordinis Eremitarum. Ben é vero però, che non dice espressamente il detto arcivescovo d'aver fatto fare il transunto della Bolla accennata de' Frati Eremitani di S. Agostino del convento d'Arli, ma solo indefinitamente ad istantiam Fratrum Eremitarum Ordinis S. Augustini, che é un'altra cosa; ma di vero a me pare, che la presuntione stia per essi, mentre d'altri in ispecie non si parla; e a dire la verità, chi s'ha da presumere, che facesse autenticare quella Bolla all'arcivescovo d'Arli nella sua medesima città fuori che li Frati Eremiti di S. Agostino della medesima città?

48 - Se bene la nostra Religione fin quasi dal suo primo principio hebbe sempre in ogni tempo qualche religioso e divoto Eremitorio, o convento ne' contorni della città di Lucca, nulladimeno niuno ne ritroviamo in questi antichi tempi, né più rinomato, né più vicino alla detta città, quanto quello di S. Colombano, il quale certamente fu molto più antico di quest'anno; avvegnachè ritroviamo, che essendosi infermata in codesta città, Aica figlia di Paolo Traversario, Madre di Pietro, e moglie di Guglielmo Signore della sudetta casa, e temendo di morire di quell'infirmità, fece testamento, et in quello ordinò d'essere sepellita nella chiesa accennata di S. Colombano dell'Ordine degli Eremiti: così per appunto testifica Girolamo Rossi eruditissimo scrittore delle storie di Ravenna nel lib. 6 a car. 330 e 431 con queste formali parole: iussit in eadem urbe Luca ad Divi Columbani, quod erat Eremitanorum sepeliri.

49 - Col testimonio poi di questo gravissimo autore, si conosce il manifesto errore, che prese Cesare Franciotti, mentre nella sua storia di Lucca a car. 542 parlando della fondatione di questo convento di S. Colombano vicino alle mura della detta città lasciò scritto, che li fondatori furono li padri del nostro antico convento di Pisa, li quali supplicarono Papa Clemente IV a volere intercedere per essi appresso Enrico vescovo di Lucca, affinchè li desse licenza di fondare il detto convento nel luogo accennato, e dice l'autore sopradetto, che il papa spedì subito una bolla al detto Vescovo nell'anno 1266 per mezzo della quale ottennero quanto bramavano; e così nel detto anno fondarono il predetto convento di S. Colombano, che si chiamò poi S. Colombano di Puglia; e ciò prova con dire, che nella descrittione, che si fece in quell'anno medesimo delle chiese di Lucca, questo tempio s'intitolò S. Colombano di Puglia: hor come può egli sussistere questo racconto, mentre vediamo, che nell'anno 1255 questa chiesa era già fondata, posseduta da' nostri Padri, et in quella voleva essere seppellita la sopramentovata Principessa? Ma forse il Franciotti equivocò nella Bolla, la quale per avventura fu concessa a' detti Padri, affinchè ottenere potessero dal Vescovo l'ingresso nella Città, del quale parleremo più basso sotto anni 1324 e 1368.

50 - Hebbe poi questo convento di S. Colombano molti figli illustri, fra quali fu un tal F. Filippo, il quale fu Vescovo di Sinigaglia intorno all'anno 1271 come riferiscono Ippolito Innocentio ne' Vescovi della detta Città, et il P. Ughelli altresì nel Tomo 2 della sua Italia sagra alla col. 961 dello stesso Monistero fu altresì Alunno quel famoso Lettore F. Gregorio da Lucca, il quale sostenne tutta la sagra Teologia nel Capitolo generale celebrato in Siena l'anno del Signore 1295 sotto l'assistenza di Maestro Angelo da Camerino, (che fu poi Vescovo di Cagli, e poi di Fiesole) in competenza d'un altro lettore Romano chiamato F. Pietro, il quale nello stesso Capitolo sostenne anch'egli la medesima facoltà sotto l'assistenza del grand'Egidio Colonna, già creato Arcivescovo di Bruges in Francia. In questo medesimo Convento dovette per avventura terminare il felicissimo corso della sua santa vita il B. Ghesio da S. Miniato, le di cui Sante Reliquie furono poi trasportate nella nuova chiesa di S. Salvatore dentro della città, ove hora tuttavia in un'assai degno Sepolcro sopra terra si conservano, e s'adorano da' fedeli, eccettuato il capo, che si conserva in un nobile reliquiario. Di questo, e de gli altri Figli, di sopra mentovati, tratteremo, a Dio piacendo, ne' loro tempi, e luoghi.

50 - Ci giova finalmente d'avvertire gli eruditi Lettori nel fine di quest'anno, intorno ad un'errore preso dal poco dianzi mentovato Ughelli, circa il tempo della morte del nostro F. Gualtiero Vescovo di Faenza; perochè egli la ripone in quest'anno, e pure gli è certissimo, che egli era ancor vivo nell'anno seguente del 1256, nel Mese d'Ottobre, in cui appunto un pubblico Istromento, donò, per quanto a lui s'aspettava, alla Religione, la Chiesa di S. Giovanni in Sclavo, ove tuttavia dimorano li nostri Religiosi della Congregatione di Lombardia, li quali in progresso di molto tempo successero a' nostri della Provincia di Romagna; la copia del quale Istromento produrremo nell'anno mentovato.