Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Storia dell'Ordine > Storiografi OSA > Torelli > Tomo IV > 1271

Torelli: Secoli Agostiniani - Tomo IV

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

Agostino e san Giovanni: affresco a Tolentino

 

 

ANNO 1271

Anni di Christo 1271 - della Religione 885

 

 

 

 

1 - Finalmente dopo la lunghissima Vacante di due Anni, nove Mesi, et alcuni giorni, li Cardinali stanchi hoggimai, e fatj, per le quasi innumererabili radunanze e congressi, che fatti havevano in così lungo spatio di tempo, per eleggere il nuovo Papa, o perchè fossero sollecitati continuamente a fare la detta elettione delli due Re, di Francia, cioè a dire, e dell'una, e dell'altra Sicilia, Carlo, e Filippo, come scrivono il Platina, il Panvinio nostro, et altri; o pure finalmente, perché ispirati da Dio (come scrive il P. Lungo nel suo Breviario Cronologico sotto di quest'Anno) chiamassero il Padre S. Bonaventura, tenuto da esso in concetto di Santo, come in effetto era, e lo pregassero a volerli proporre un Soggetto, che fosse in tutta perfettione habile a sostenere l'immensa Carica del governo di Santa Chiesa, e che poi egli, doppo havere molto da senno raccomandato il grand'affare a Dio, li proponesse poi Teobaldo Visconti Archidiacono di Liegi, di Patria Piacentino, il quale in questo tempo ritrovavasi nella Palestina in compagnia d'Odoardo figlio del Re d'Inghilterra. Hor basta comunque sia, questo è certissimo, che li suddetti Cardinali elessero in quest'Anno nel giorno primo di Settembre, in Sommo Pontefice, il mentovato Teobaldo Visconti, il quale poi avvisato della detta sua elettione, se ne venne in Italia in tutta diligenza, e fu poi nella Città di Viterbo Consagrato, e Coronato Sommo Pontefice nell'Anno seguente, e si chiamò col nome di Gregorio X come all'hora più di proposito replicaremo.

2 - Quanto alle nostre Historie poco v'è da notare in quest'Anno, quel poco però non è di poco rilievo; primieramente dunque ritroviamo, che in questo tempo era Vescovo di Sinigaglia un Religioso dell'Ord. nostro per nome Filippo, la di cui Patria però non viene espressa da veruno de gli Autori, che di lui trattano; questo solo è certo, che alcuni Anni prima egli doveva essere stato eletto Vescovo della detta Città, e per lo meno al più lungo sotto l'Anno del 1268, perochè da quell'Anno fino a questo, e anche verso il fine, la Chiesa stette sempre senza Pontefice. In quest'Anno dunque, essendo già cessate in gran parte le Guerre Civili, le quali havevano quasi affatto distrutta quella misera Patria, non solo nel Temporale, ma ancora nello Spirituale. Hor questo buon Prelato tutto infiammato dal zelo dell'honor di Dio, della sua Chiesa e Clero, e della salute del suo Popolo, s'accinse alla magnanima impresa di rifare quasi di nuovo la sua Cattedrale, la quale terminata, dedicò a Maria Vergine Santissima, et al Glorioso Padre S. Paolino Vescovo di Nola dell'Ordine nostro, quale anche fece accettare dal Popolo per Protettore della Città. Ridusse insieme di nuovo, e riformò altresì il Clero, già prima per le passate Guerre, disperso, e molto ne' costumi deformato. Fu insomma un Prelato questo molto Santo e molto buono, il quale ancora fece ottime Leggi per la conservatione, e mantenimento dell'Ecclesiastica disciplina. Trattano di lui Hippolito Innocentj nel Cattalogo de' Vescovi di Sinigaglia, citato dal nostro eruditissimo Padre Errera nel Tomo secondo dell'Alfabeto, a carte 279, e più chiaramente, et anche con certezza maggiore ne scrive l'Abbate Ughelli nel Tomo secondo della sua Italia Sagra alla colonna 961 numero 13. Quando poi cessasse di vivere questo Vescovo non si sa, solo ben sì è certo, che morì prima, che cessasse di vivere il Sommo Pontefice Gregorio X, imperochè il di lui Sucessore morì ne gli ultimi giorni del suo Pontificato dell'accennato Pontefice, come scrive lo stesso Ughelli nel medesimo luogo.

3 - Il famoso Convento della Città di Bordeos nell'antica provincia dell'Aquitania, ora volgarmente chiamata di Tolosa, quale già sotto l'anno del 1230, dimostrassimo essere più antico di quel tempo, essendo stato fino a quest'Anno fuori della Città in un Eremo vicino, finalmente in questo medesimo anno fu con l'assistenza e con i grossi aiuti della nobilissima Casa di Candale, trasferito dentro della città in tempo appunto, che era Arcivescovo un Prelato per nome Roberto, il quale era Consigliere del Re d'Inghilterra, tanto riferisce Claudio Roberto nella sua Gallia Christiana appresso l'Errera nel Catalogo de gli Arcivescovi di Bordeos, il quale aggiunge ancora, che li suddetti Signori Fondatori, elessero e fabbricarono anche in questa sua Chiesa il Sepolcro della sua Famiglia, ove poi si seppellirono essi, e tutt'i i loro Posteri fino ai nostri tempi.

4 - In questo medesimo Anno viveva un altro Prelato dell'Ordine nostro, il quale, essendo Vescovo Rossanense, era insieme Suffraganeo del Vescovo di Trento, e stima il Dotto Errera, che la Città di cui era Vescovo, fosse in partibus Infidelium, imperochè altrimente non havrebbe potuto essere Suffraganeo d'un'altra Chiesa, se la sua fosse stata in Paese di Christiani; questo è certo, che non fu Vescovo di Rossano nella Calabria, perochè il P. Ughelli non lo registra nel Catalogo de' Prelati di quella Città; e se bene potreb'essere, che fosse stato Vescovo di quella, e che poi l'havesse rinonciata, per ritirarsi ad essere Suffraganeo nella sua Patria di Trento, di cui appunto dice l'Errera, che fu Cittadino, e ciò altresì si cava dalle Scritture del nostro Monistero della suddetta Città.

5 - E già che habbiamo fatta honorata memoria di questo buon Prelato, che Michele chiamavasi, et habbiamo ancora così, quasi per accidente mentovato il Convento, che ha la Religione nella Città di Trento, e fa di mestieri, che andiamo investigando, quando fosse ivi fondato il detto Convento, e chi parimente ne fosse il Fondatore. Quanto al primo quesito risponde Gioseffo Panfilo a car. 56 della sua Cronica Agostiniana, che fu fondato nell'Anno del Signore 1351 e F. Girolamo Romano nella Centuria 10 a car. 70 asserisse essere stato fondato nel 1364 ma, e l'uno e l'altro, dice il Dotto Errera, errarrono di lunga mano, imperochè, per quanto costa dalla Scritture antiche del detto Convento, fu fondato dentro della Città da due Religiosi Alunni del Convento di Padova, l'uno de quali chiamavasi F. Antonio, e l'altro F. Pellegrino, consigliati et innanimiti dal suddetto Suffraganeo Michele, et in tale opera grandemente agiutati e favoriti da esso, come si cava espressamente, al riferire del sopradetto Errera delle mentovate Scritture.

6 - Fin qui arrivano a favellare del Convento di Trento, li tre accennati Autori, cioè a dire, il Panfilo, il Romano, e l'Errera; ma noi habbiamo da discorrere in altro modo, ma però più certo e più sicuro di questo Monistero, perochè per la Divina Gratia, habbiamo havuta fortuna di vedere in fonte le Scritture certissime della vera Fondatione di questo Monistero. Primieramente dunque noi teniamo per certo, che in quest'Anno del 1271 il Vescovo di Trento dasse facoltà a' nostri Religiosi di poter fondare un Convento di nostra Religione nella suddetta sua Città di Trento, atteso che fino al giorno d'hoggi conservasi nell'Archivio dello stesso Monistero, un Diploma del medesimo Vescovo, che Egno, overo Egnomo chiamavasi, diretto a suoi Diocesani, nel quale gli esortava a soccorrere con limosine gli Eremiti di S. Agostino affinchè potessero fondare una Chiesa, et un Convento per la loro Religione dentro della detta Città, concedendo a chi ciò fatto havesse quaranta giorni d'Indulgenza per i peccati mortali, e 100 per i veniali; diamo qui la copia del suddetto Diploma, il quale fu spedito nella Prepositura di S. Michele in quest'Anno alli 7 Ottobre.

Egno Dei Gratia Tridentina Ecclesia Episcopus

7 - Dilectis in Christo Filijs, Decanis, Abbatibus, Praelatis, Plebanis, Viceplebanis, et universis Fidelibus, ad quos praesens scriptum pervenerit, salutem in omnium Salvatore. Quoniam, ut ait Apostolus, omnes stabimus ante Tribunal Christi, recepturi, sive bonum, sive malum, quod gessimus in corpore; oportet nos diem extremae messionis operibus bonis praevenire in Terris, quod reddente Domino cum multiplicato fructu recoligere valeamus in Coelis, firmam spem, fiduciamque tenentes, quod qui parce seminat, parce et metet, et qui seminat in benedictionibus, de benedictionibus metet Vitam aeternam. Cum igitur in Christo dilecti Fratres Ordinis Eremitarum S. Augustini, intendant locum, et Domum aedificare in nostra Dioecesi in Civitate Tridentina nec ipsis suppetant propriae facultates, quibus praedicta Domus ad honorem Dei Omnipotentis valeat funditus consumari, nisi eleemosynarum largitione, ac Fidelium subventione; unde Universitatem vestram in Domino hortamur et monemus, vobis in remissionem vestrorum peccaminum iniungentes, quatenus ad tam pium opus manus adiuctrices porrigere velitis, ut per haec et alia, quae feceritis bona Domino inspirante ad aeterna gaudia venire possitis. Nos vero consisi patrocinio Omnipotentis Dei, et gloriosae Virginis Mariae, necnon gloriosi Martyris Vigilij nostri Patroni, omnibus vere poenitentibus, qui ad praedictum opus, manum porrexerint adiutricem, vel qui praedictos Fratres benigne receperint, quadraginta dies criminalium, et centum venialium de iniuncta eis poenitentia, misericorditer in Domino relaxamus. Datum Anno 1271 apud Sanctum Michaelem, die Mercurij, septima intrante Octobri, 14 Indictione. Praesentibus post triennum minime valituris; cum appensione Sigilli.

8 - Da questo Diploma, come costa con ogni evidenza, che li nostri Religiosi havevano havuta faloltà dall'accennato Vescovo di fondare un Monistero dentro della Città di Trento così gli è da credere, che di già in quest'Anno li medesimi Religiosi havessero preso possesso del sito in cui intendevano di fare la detta Fondatione, e vi havessero altresì piantata la Croce; avvegnachè il Vescovo mentovato, se ciò non fosse seguito, non gli haverebbe raccomandati a' suoi Popoli Diocesani, come fece; e ciò tanto più sicuramente affermiamo, quanto che ritroviamo, che nell'Anno seguente 1272, come all'hora vedremo, v'erano di gia alcuni Frati con il loro Priore.

9 - E qui notar dobbiamo, che se bene fino a questo tempo la nostra Religione non hebbe dentro della Città di Trento, né fuori delle Mura in prossima vicinanza, Convento; nulladimeno ultimamente m'è stata inviata una Bolla da' Padri di quel Convento in forma di Mare Magno di Gregorio IX, concessa da esso al Priore et a' Frati Eremiti dell'Ordine di S. Agostino dimoranti in un Convento sopra d'un Monte nella Diocesi medesima di Trento, distante dalla Città alcune poche miglia, dal quale forse si spiccarono que' Padri, li quali poscia procurarono, ed ottennero la Fondatione dal sopramentovato Convento di Trento, di cui stiamo hora trattando. Nella detta Bolla poi vi si contengono le solite Concessioni de gli altri Maremagni; è sottoscritta dal Pontefice con alcuni Cardinali di ciaschedun Ordine, e fu data nel Laterano per manum Magistri Bartolomaei S. Romanae Ecclesiae Vicecancellarij, 6 nonas Maij, Indictione septima, Incarnationis Dominicae, Anno 1234, Pontificatus vero D. Gregorij Papae IX Anno octavo. Non ne produciamo poi quivi la copia, si perché, come habbiamo detto, è nella solita forma commune de gli altri MareMagni, e si anche, perché è così guasta, e dall'antichità corrosa, che non si può quasi leggere per la metà. Quanto poi potesse essere questo Convento del Monte, più antico del detto Anno 1234, in cui li fu concesso da Gregorio IX questo Privilegio, non lo potiamo togliere ad indovinare, ci persuadiamo però, che fosse più antico forse di più d'un Secolo. E fin qui basti haver detto così di questo, come dell'altro Convento di Trento, del quale ci riserbiamo di riferire il rimanente, così della di lui perfetta Fondatione, come dell'altre cose essentialmente a quello spettanti, nelli due Anni seguenti.

10 - Stavano in questo tempo li nostri Padri di Tortona, attendendo con gran calore al proseguimento della sontuosa Fabrica della loro Chiesa e Monistero, del quale più volte habbiamo altove favellato, ma perchè erano poveri, e lemosine erano scarse, pensarono per tanto di fare ricorso alla benignità dell'Arcivescovo di Milano, il quale Ottone si chiamava, supplicandolo a volere concedere con l'autorità d'Arcivescovo loro Metropolita, qualche Indulgenza a' Popoli, affinchè mossi dal guadagno di quel Celeste Tesoro, accudissero con maggior carità al loro gran bisogno; et egli, che pietosissimo era, subito si compiacque di sodisfare alle loro humili, e Religiose istanze, con un Diploma diretto a' Fedeli di tutta la sua Metroplitana Provincia Milanese, nel quale concedeva 40 giorni d'Indulgenza a qualunque Fedele Christiano della detta Provincia, il quale havesse con le sue limosine aggiutata la Fabbrica delli detti Padri di Tortona; fu poi dato questo Diploma nella nobil Terra di Voghera in quest'Anno a' 13 di Giugno, la di cui copia da noi cavata dal suo originale esistente nel sudetto Convento di Tortona, è la seguente:

Otho Dei, et Apostolicae Sedis gratiae Sanctae Mediolanensis Ecclesiae Archiepiscopus.

11 - Universis Christi fidelibus per Mediolanensem Procinciam Constitutis, salutem in Domino sempiternam. Quoniam, ut ait Apostolus, omnes stabimus ante Tribunal Christi recepturi prout in corpore gessimus, sive bonum fuerit, sive malum, oportet nos diem messionis extremae misericordiae operibus praevenire, et aeternorum intuitu seminare in terris, quod reddente Domino cum multiplicato fructu recoligere debeamus in Coelis; firmam spem, fiduciamque tenentes, quoniam qui parce seminat, parce et metet, et qui seminat in benedictionibus de benedictionibus, et metet vitam aeternam. Cum igitur Religiosi viri, Prior, et Conventus Derthonensis Eremitarum Ordinis S. Augustini Ecclesiam ad honorem Sanctae Trinitatis aedificare ceperunt opere sumptuoso, et ad consumationem ipsius operis propiae non supetant facultates, Universitatem vestram rogamus, et hortamur in Domino in remissionem vobis peccaminum iniungentes quatenus de bonis a Deo vobis colatis pias eleemosynas eis, et grata caritatis subsidia erogetis, ut per subventionem vestram dictum opus valeat consumari, et vos per haec et alia bona, quae Domino inspirante feceritis ad aeternae possitis faelicitatis gaudia pervenire. Nos enim de Omnipotentis Dei misericordia, et Sancti Ambrosij Confessoris, et Patroni nostri meritis confidentes omnibus vere paenitentibus, et confessis, qui ad consumationem huiusmodi operis manum porrexerint adiutricem, quadraginta dies de iniuncta omnibus paenitentia misericorditer relaxamus. Datum Vigueriae Dioeses. Derthonensis 13 Iunij, Anno Domini 1271. Indictione 14.

12 - Con questi aiuti, in termine di poco tempo si ridusse a perfettione la Fabbrica della Chiesa, e Monistero, il quale poi ne' tempi a venire ha sempre dati alla Chiesa, et alla Religione molti buoni Soggetti, de' quali, i più cospicui sono stati, Maestro F. Agostino, il quale nell'Anno 1387 era Compagno del Reverendiss. Generale Maestro Bartolomeo da Venetia, ufficio, che corrispondeva a quello, che hoggidì è d'Assistente d'Italia, che però a differenza di questo distendeva la sua autorità, e giuridittione, anche di là da' Monti, e dal Mare; e nel 1477 e 1478 Maestro Alberto Guidobuoni Abbate de' SS. Gervasi e Protasi, e di Belmonte; e ne' nostri tempi, Maestro Girolamo Scagliosi, Religioso di Santi Costumi, il quale, doppo varie reggemze, e doppo essere stato Provinciale, fu finalmente eletto nel Capitolo Generale, celebrato in Roma l'Anno 1630, Assistente d'Italia, e finalmente intorno all'Anno 1638 terminò con grand'esempio d'ottimo Religioso, la vita, nell'osservante Monistero di S. Gio. a Carbonara in Napoli; e Maestro F. Innocenzo Rampini, il quale tradusse dallo Spagnuolo idioma nel nostro Italiano, il bel Libro dell'Origine de'Frati Eremitani, composito dal Dottissimo Padre Maestro Giovanni Marquez, e lo diede alle Stampe l'Anno del Signore 1620.

13 - Trovasi anche in essere in questo medesimo Anno un altro Convento nella Svevia, nel quale fecesi da' Padri di quella Provincia il Capitolo in questo tempo, come espressamente testificano gli Annalisti Colmariensi Domenicani sotto quest'Anno, dicendo: Fratres S. Augustini in Sivilbire Valle, in qua ante paucos Annos Civitas inchoata fuerat, suum Capitulum celebraverunt. Nelle quali parole dassi ad intendere, che questo Monistero, che stava in questa Valle di Sevilbire, vi fosse anche prima, che la detta Città vi fosse edificata, già che erano pochi Anni, che ciò era successo, e del Monistero non v'è memoria di sua Fondatione. Se questo Convento hoggi sia in piedi, io ne dubito, percchè non ne fa mentione il Milensio nel suo Alfabeto Germanico; ma forse hoggidì, se pure si trova in essere, haverà mutato il nome. Vedi l'Errera nel Tomo 2 dell'Alfabeto a car.

14 - Tiensi ancora per certo, che fosse in quest'Anno parimente fondato nella Città di Colmar nella Provincia della Svevia, e del Reno, un Monistero all'Ordine nostro; tanto scrive il P. Crusenio, non dice però chi ne fosse il Fondatore, questo solo si sa di certo, che nel 1419 egli era in piedi, perochè ne' Registri Generali di quel tempo si fa di quello memoria. Di questo fu figlio il famoso F. Giovanni Hofmaistero, il quale fu uno de' più insigni Predicatori, che havesse la Germania nel suo tempo, et un grande antemurale contro l'Eresia dell'empio Lutero, e de gli altri suoi Seguaci, di cui altresì nel suo tempo, col Divino favore, scriveremo gran cose.

15 - Habbiamo in fine, che in quest'Anno venne a morte quel divotissimo Servo di Maria Vergine, Ulrico di Vualdek, il quale, come già scrivessimo a lungo sotto l'Anno 1263 fondò per ordine della stessa Madre di Dio, in quello stesso tempo, il Venerando Monistero di S. Maria e Benigna nell'Isola, o Valle detta di S. Maria in Ostrovic nel Regno di Boemia, e dopo la sua morte fu sepellito nel Sepolcro, che nella stessa Chiesa haveva fatto fare per se, e suoi Eredi, lasciando molte rendite, ed entrate per sostentamento, così de' Padri, come anco della Chiesa; e nello stesso Sepolcro furono poi anche sepelliti i suoi Figli, e Nipoti, che furono sovrani Camerlenghi del Regno di Boemia, e lasciarono anch'essi buonissime limosine allo stesso Monistero, ad imitatione del loro grand'Avo Ulrico, il che fecero anche molti altri de'quali non sono alla nostra cognitione venuti i nomi, come né meno i tempi, né quali quel nostro Monistero beneficarono.