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Eremiti di Toscana

Agostino incontra gli Eremiti di Toscana dal manoscritto Historia Augustini, ms. 78A 19a, di Berlino

 

Agostino e gli Eremiti di Tuscia

da Historia Augustini, ms. 78A 19a, Berlino

 

 

EREMITI DI TOSCANA

 

 

 

La Toscana era una delle regioni dell'intera Europa dove maggiormente si era diffuso il movimento eremitico nei secoli XI e XII. In diverse province di questa terra vivevano non pochi anacoreti e piccoli gruppi di eremiti, con nessuna o quasi dipendenza gli uni dagli altri. Erano i rappresentanti della vita religiosa che il Concilio Laterano IV volle meglio organizzare, disponendo che vivessero in comunità, che celebrassero capitoli elettivi, che tutte le comunità obbedissero a un superiore e che adottassero una delle regole approvate dalla Chiesa. I toscani che chiesero la regola agostiniana si possono dividere in due gruppi: uno, nelle province di Lucca e Pisa, e l'altro nella provincia di Siena.

Al primo gruppo appartenevano gli eremi di S. Maria della Spelonca, S. Giacomo di Cella, S. Maria Maddalena di Vallebuona, S. Maria di Monteforte, S. Maria Maddalena di Carfagnana, G. Giorgio e S. Galgano di Vallebuona, S. Maria di Brancoli, S. Maria di Compito, S. Michele di Buti, S. Salvatore di Cascina e S. Maria di Lupocavo. I principali eremi del gruppo senese erano S. Salvatore di Lecceto, S. Leonardo al lago, S. Antonio dell'Ardinghesca, S. Maria di Montespecchio, Catasta, Rosia, Santa Fiora e Monticiano - Camerata. Gli eremiti del primo gruppo estesero le loro fondazioni in Liguria, Romagna e veneto; quelli del secondo gruppo giunsero ben presto nel lazio con il convento di Monte Cimino, nella provincia di Roma con il convento di Centocelle e nel 1250 ricevettero dal papa il convento di S. Maria del Popolo a Roma.

Molti eremi dell'uno e dell'altro gruppo di Toscana non furono agostiniani sin dalle origini, bensì dal 16 dicembre 1243, data delle bolle papali "Incumbit nobis" e "Praesentium vobis" con le quali Innocenzo IV li riunì tutti in una sola Congregazione. In tale occasione, su richiesta di molti superiori, diede loro " la Regola e l'Ordine di S. Agostino, secondo cui dovete professare e vivere nel futuro". Innocenzo IV continuò a dispensare favori a questi monaci, concedendo loro la facoltà di predicare e confessare, impedendo ai vescovi di citarli in giudizio, di entrare nelle loro case, di esigere tributi e di interferire nella elezione dei monaci Superiori.

Gli Eremiti di Toscana già nel 1253 si trovavano diffusi in altre regioni europee e la rapidità di tale diffusione e consistenza è una chiara prova che l'unione del 1244 non fu una aggregazione di comunità di languida vita spirituale, bensì di forze che unite e guidate da una direzione chiaroveggente, potevano dimostrare la loro efficace vitalità.