Agostino "summum vas scientiae
insegna ai suoi monaci
XLV° VICARIO GENERALE
MARIANO DI GENAZANO
(1493)
Da poveri, et humili parenti in Genazano luogo di Toscana trasse l'origine Mariano, che orfano rimasto di Padre, restò sotto la cura d'un Zio Agostiniano, che li diede i primi rudimenti letterarij. Ma pur questi passati fra defonti, mostrando il fanciullo indole spiritosissima, et dando evidenti inditij d'un ingegno senza pari, entrò nel genio al Cardinale Reatino, di cui l'Ava di Mariano era stata nodrice; onde, presolo in custodia le destinò in Maestro il P. Andrea da Tivoli Agostiniano huomo di gran lettere, e profondissimo sapere, sotto la cui direttione tal profitto fece nell'humane, et divine lettere, che precorrendo con l'intelligenza il numero de gl'anni evacuò ben presto lo scrigno delle scienze del Maestro, non havendo più questi ch'insegnarli, ne Mariano, che imparare. Di sedici anni prese l'habito Eremitano di S. Agostino, indi allo studio di Perugia, e poi di Padoa da Superiori mandato s'avanzò ben presto all'acquisto di quegl'honori, che suol la Religione a virtuosi dispensare, creato Maestro de studij, Lettore, Bacilliere, Reggente, e Maestro facendo in ogni stato pomposa mostra della sua altissima cognitione, et acutissimo sapere. Era però di Mariano principale inchinatione il predicare,
[Pag. 155] havendo da Dio conseguito per tal essercitio miracolosi talenti, quindi a questa santa fontione applicatosi, riuscì di tal grido, che deve ancor venir colui, che star li professe al paragone. La sua lingua era strale, era spada, era maltello, che passava ogni cuore, che feriva ogn'alma, che spezzava ogni petto. Lo riverì Napoli, l'udì Fiorenza, l'ascoltò Bologna, lo stimò Mantova, l'ammirò Ferrara, lo celebrò Milano, lo lodò Venezia, e tutta l'Italia lo reputò il primo Predicatore di S. Chiesa. La voce sonora, et amabile, l'attione aggiustata, et gratiosa, il guardo vivo, e penetrante, la faccia venusta, e maestosa, la presenza alta, et signorile, la favella veloce, et chiara, il modo efficace, et spiritoso, la dottrina soda, e profonda; eran tuttecircostanze, che accompagnando in pergamo Mariano, lo portavano a gl'applausi, et alle glorie. Non diè mai pace all'eresia, et al peccato, onde con la forza del suo dire, et efficacia della verità richiamò al grembo della misericordia di Dio infiniti Eretici, e peccatori senza numero; e col portar il piede oltre i confini dell'Italia; essendosi due volte trasferito alla visita de santi luoghi di Gierusalemme, riempì il mondo tutto del rimbombo del suo eccelso nome, et sue inclite virtù. Il Foresto lo Chiama: Lucifer, et sol quidam perfulgidus, qui suis exquisitissimis declamationibus, et novo concionandi genere emicuit veluti alterum electionis vas mundo oblatus. Il Politiamo l'addimanda: Omnium, quos in Ecclesia concionatores audivimus, non prudentissimus modo, sed et facundissimus. Il Pontano di lui favella: Musas Christianas et colit venerabiliter, et illarum secreta per Divorum templa, perque aedium sacrarum pulpita mortalibus et emedentissime aperit, et suavissime decantat. Il Brandolini: Nullus in hostem acrior gladius fuit, nulla ferri acies acutior, quam huius viri lingua in scelera, atque flagitia. Paraclito Lecetano: Marianus sacrae Theologiae eximius professor, et in sermonibus ad populum his diebus nostris parem sibi aliquem non habens. Giovanni Pietro Crescentio: Mariano da Genezano Prencipe degl'Oratori Evangelici a tempi suoi. Il Vescovo Segnino: Theologus consultissimus,
[Pag. 156] quem unum in templis sermones habentem ingenti applausu, summaque dulcedine populi gentium omnium audiebant tanquam venerabile numen habebatur, per tacer tant'altri che in voce concorde chiaman Mariano: Il Miracolo de pulpiti, il Monarca de Predicatori, lo stupore de pergami e l'Hercole Gallico dell'Italia. Tornato da pellegrinaggi di Soria, essercitò varie cariche honorevoli nella Religione captivando gl'animi nelle gloriose attioni sue non solo de Superiori maggiori, ma de Prencipi, Cardinali, et primi Potentati della Christianità. L'anno 1482 s'unì alla Congregatione dell'osservanza di Leceto, dalla quale nel breve corso di sei anni fu due volte eletto in Vicario Generale, cioè gl'anni 1484 et 1488. A sua persuasione Lorenzo de Medici fabricò l'insigne Convento di S. Maria del Popolo ad S. Gallum fuori delle porte di Fiorenza, qual fu poi alla Congregatione sua di Leceto incorporato, et unito restandovi Mariano destinato in perpetuo Priore, e da Innocentio VIII Sommo Pontefice con sua Bolla speciale nell'officio confermato l'anno 1489, diretta a Pandolfo Medici, et Angelo Politiano Canonici Fiorentini: Incipit Pijs Fidelium votis etc. Fra tanto invaghito Mariano della Santa osservanza di Lombardia dispose a questa insieme con il Convento suo di S. Gallo trapassare, di cui come dicessimo n'era perpetuo Priore. Congionse al pensiero l'effetto, onde l'anno 1490 fece nel Capitolo di Ferrara l'stanza, et essibitione sua, che accetata da Padri della Congregatione, altro non vi restò per compita essecutione, che il Placet del Sommo Pontefice, a piedi del quale furno per la consecutione della gratia unitamente con il Cardinal Aleriense, et Mariano, destinati li PP. Benigno da Genova, Vic. Gen. della Congregatione; Bartolomeo di Palazzolo, Priore di Roma; Tadeo d'Invrea Priore di Torino, et Archangelo di Galerate, Priore di Cremona, che condottisi avanti il Papa conseguirno quanto dalla Pietà della S. Sede ricercavano. Così con l'assenso Apostolico unito Mariano, et il Monastero di S. Gallo all'osservanza di Lombardia n'uscì poi nel Capitolo Generale
[Pag. 157] susseguente dell'anno 1491. il decreto di questo tenore. Declamus in primis Sanctiss. D. N. Dominum Innocentium Papam VIII vivae vocis oraculo, dum supplices essent coram Sanctitate sua Reverendiss. D. Card. Aleriensis orator Illustriss. Dominij Florentiorum, religiosique viri F. Benignus de Ianua Congregationis nostrae Vicarius R. Magister Marianus de Genezano Prior S. Mariae de Populo ad S. Gallum Florentiae, F. Bartholomaus de Palazolo Prior S. Mariae de Populo Romae, F. Tadaeus de Iporedia Prior Taurini, et F. Archangelus de Galerate Prior Cremonae. His igitur praesentibus, et voluntati sanctitatis eius annuentibus univisse praelibatae Congregationi nostrae praefatum R. Theologiae Magistrum Marianum, dictumque locum S. Mariae de Populo ad S. Gallum Florentiae, quem Laurentius Medicus vir illustris eius impensa pro sua in Deum, et D. Augustinum devotione, et sancta in ipsum M. Marianum affectione ditissime, ac ornatissime fabricavit. Nos igitur praesenti definitione praefatum M. Marianum virtutibus, et moribus ornatum, eiusque Fratres omnes, et singulos volentes in visceribus charitatis assumimus, locumque praefatum S. Mariae ad S. Gallum in unitate nostrae Congregationis annectimus, et incorporamus, ut in servitio Dei sit anima nobis una, unumque cor, et unita charitas in perpetuum. Unito alla Congregatione Mariano diè quella ben presto a conoscere qual Capitale facesse de suoi meriti, mentre l'anno stesso fu egli ammesso sopranumerario nel Deffinitorio, nel Capitolo susseguente 1492, hebbe il carico di Visitatore, et insieme Priore di Roma, del 1493.
Tenne il posto supremo di Vicario Generale eletto nel Capitolo di Fiorenza, del 1495. Tornò Visitatore, et fu insieme Deffinitore; e di qui poi fece passaggio al Vicariato Generale di tutto l'Ordine Agostiniano a tal impiego destinato dal Sommo Pontefice Alessandro VI; così instando il P. Anselmo di Montefalco Generale della Religione omai per l'età cadente, et continue indispositioni inhabile a si gran peso. Come si diportasse in questa segnalata carica Mariano, lo manifestò l'esperienza, posciache l'anno 1497, essendo
[Pag. 158] gia passato da questa vita il Generale Anselmo, fu egli nel pieno Capitolo dell'Ordine, che celebrò in Roma, acclamato, et eletto in Generale supremo, et Pastor universale di tutta la Greggia Agostiniana. A pena assonto al Generalato cominciò a meditare nuove riforme, volendo un corpo solo unire e le Congregationi tutte osservanti, e non osservanti, e ne conseguì dal Pontefice un Breve per l'essecutione 26 Maggio 1497. Ma Iddio, ch'altrimenti haveva disposto persuase allo stesso Papa, col mezzo particolarmente del B. Bartolomeo di Palazzolo, di cui sopra dicessimo, la revocatione, che a punto seguì con nuovo Breve sotto 26 Giugno dell'anno vegnente 1498. Orò alla presenza del Pontefice contro Girolamo Savonarola Ferrarese, cominciando con questo thema il discorso: Abiscinde, abiscinde hoc monstrum ab Ecclesia Dei Beatissime Pater, riportandone singolari applausi, et lo servì di più qualità di Nuntio, e Legato non solo al Sig. di Pesaro, ma etiandio a Federico Re di Napoli, da cui non ostante havesse l'esclusiva del negotiato, ricevè honori, e carezze indicibili. Lasciò dopo se varie Epistole, et Orationi ben degne del profondissimo suo sapere, et divina eloquenza; et finalmente nel ritorno dalla legatione di Napoli, da ardentissima febre in Suessa assalito abbandonò il respiro nel mese di Decembre dell'anno 1498, et secondo del suo Generalato, pianto dall'Italia tutta, che con la morte di questo grandissimo huomo ecclisati vidde i lumi dell'arte oratoria, et privi i Pergami de loro maggiori splendori. Da Suessa fu poi trasferito il cadavere di Mariano a Leceto, e riposto col suo precessore Anselmo nella Tomba inedesima con tal Epitaffio: Anselmo Montefalcon. et Mariano Genenzan. August. Or. P. General. illi Relig. ac Liter. huic facundia, concionandique scientia singulari Aegidius Viterbiens. utrumque aemalatus eiusdem dogmatis, ac Magistris Haeres ob pietatem B. M. P. A. D. MDXIII.