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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Congregazioni > Osservanti di Lombardia > CalviCongregazione degli Osservanti di Lombardia: Donato Calvi
Donato Calvi
Accademia degli Eccitati
Stemma dei Moroni
Padre Donato Calvi (1613-1678)
Originario di Piazza Brembana, Donato Calvi nasce a Bergamo l'11 novembre del 1613. Entrato come religioso dell'ordine degli Agostiniani diviene priore del convento di sant'Agostino, dove insegna teologia, filosofia e logica. La sua attività di insegnante prosegue anche presso le scuole della Misericordia Maggiore. Entra nell'Accademia degli Eccitati e, divenutone membro, assume il nome di "Ansioso". Molto del suo successo deriva proprio da questa istituzione. Calvi scrisse molte opere di argomento vario (poesia, letteratura, storia, teologia, agiografia), ma soprattutto di cronistorie ancora oggi ricercate e consultate per le informazioni che contengono riguardo alle vicende storiche di Bergamo.
La più famosa opera di questo genere è intitolata "Effemeride sacra profana di quanto di memorabile sia successo in Bergamo" , pubblicata per la prima volta nel 1676 in tre volumi, all'interno dei quali le informazioni sono ordinate cronologicamente. Scrive anche "La scena letteraria degli scrittori bergamaschi aperta alla curiosità dei suoi cittadini" e "Campidoglio de' guerrieri e altri illustri personaggi di Bergamo".
Calvi morì a Bergamo il 6 marzo 1678.
L'Accademia degli Eccitati
Nel 1642 viene istituita a Bergamo presso il monastero sant' Agostino una associazione di letterati (all'inizio erano 12 membri) che si riunisce ogni giovedì. Scopo del cenacolo, inizialmente senza nome, è promuovere letteratura e poesia. Gli animatori sono padre Donato Calvi, Bonifacio Agliardi e Clemente Rivola. Bonifacio Agliardi (1612-1667) era chierico teatino, diventò generale del suo ordine, e poi vescovo di Adria (Rovigo). Era autore di poesie, letteratura e pagine di religione. Clemente Rivola (1618-1654), detto "Astratto", studiava legge e poi esercitava la professione a Bergamo; lasciò la professione per dedicarsi alla poesia. Da ultimo decise di vestire l'abito talare e resse la parrocchia di santa Maria Antica a Verona dove morì. Scrisse diverse opere di letteratura narrativa ed un discorso celebrativo sull'Accademia degli Eccitati. Il volumetto "I giovedì estivi" stampato nel 1645 da Marcantonio Rossi, a cura del parroco di Ghisalba don Gerolamo Cavalieri, raccolse una serie di composizioni scaturite dalle riunioni di questa associazione. Vi sono contenuti gli argomenti trattati durante le disquisizione e i dibattiti che si svolgevano nel corso degli incontri.
Tra di essi vi è la dissertazione di padre Donato Calvi sul tema "Se più in un giovin disdica mancanza d'amore, o ad un vecchio l'esser bersaglio de strali di Cupido" ; altri significativi esempi di dissertazioni sono forniti dai seguenti dilemmi: "Se sia più utile nel mondo l'oro o il ferro", "Se più vaglia in amore beltà di corpo o di virtù". Il grande successo di questo volumetto fece aumentare il numero dei partecipanti alle adunanze dell'Accademia e obbligò i promotori dell'associazione letteraria a trasferire la sede degli incontri presso altre più capienti, tra le quali il Palazzo della città, il Vescovado, e anche presso alcune case private. Nel 1647, per cause ignote, la sede è riportata presso il prestigioso monastero di sant'Agostino, ove è istituita ufficialmente l'Accademia degli Eccitati il 7 febbraio 1647.
Il monastero di Sant'Agostino in Città alta, alla Fara, è uno dei principali cenobi di Bergamo; la chiesa, con 14 cappelle laterali, è ricca di opere d'arte; la sua importanza è data anche dall'essere il pantheon delle maggiori famiglie cittadine del tempo. Lo stemma dell'Accademia (ispirato ad alcuni versi del Tasso) raffigura il sorgere del sole con il motto "Jacentes excitat" (Stimola ad operare). I membri dell'Accademia, fedeli allo spirito dell'Arcadia, assumono nomi suggestivi o fantasiosi (Rugginoso, Occulto, Ansioso, Taciturno ecc...). Insieme al culto della musa si discutono soprattutto argomenti religiosi, teologici, agiografici e apologetici; non bisogna dimenticare che la maggior parte degli accademici è costituita da ecclesiastici. L'Accademia gode della protezione del Senato veneto ed ha tra i suoi iscritti i magistrati veneti della città (podestà e governatori), il Vescovo e le più alte autorità.
Non usufruisce di nessuna sovvenzione pubblica anche se un folto pubblico assiste alle sedute. Per opera dell'Accademia hanno molto risalto alcune iniziative legate a solennità religiose o civili (entrata o partenza di Rettori, nomina di un Vescovo, funerali di persone celebri e altro ...). A questo riguardo sono memorabili la seduta del 1656 in occasione dell'elezione di padre Agliardi, uno dei fondatori dell'accademia, a vescovo di Adria, la seduta del 1660 per festeggiare l'elezione a cardinale di Gregorio Barbarigo, già Vescovo di Bergamo. Dal 1664 inizia il declino dell'Accademia soprattutto a causa della morte di alcuni soci fondatori. La chiusura, nel 1667, dell'Accademia degli Arioni, fondata solo tre anni prima, testimonia la crisi complessiva di questo genere di istituzioni culturali. Per la scarsa documentazione disponibile risulta arduo ricostruire la storia dell'Accademia degli Eccitati. Qualcosa è stato annotato da padre Donato Calvi nella "Scena letteraria", in cui egli descrive un profilo biografico di taglio agiografico dei vari adepti.
Palazzo Moroni a Bergamo
Le stanze di Palazzo Moroni sono densamente decorate, ricche di prospettive e squarci di cielo che si aprono nei soffitti, ma niente è dipinto a caso. Anche la figura più nascosta, quella che sembra essere messa lì soltanto con un significato pittorico, in realtà intende simboleggiare una circostanza, uno stato d'animo una situazione. Questa tesi è avallata dalle scritte in latino che affiancano gli affreschi, come se fossero delle didascalie. In apparenza, una simile concentrazione di immagini rende l'ambiente confuso; un attento esame invece, rivela come Gian Giacomo Barbelli (l'artista cremasco autore non solo di questi affreschi ma anche di quelli di Palazzo Terzi), esprimeva il proprio talento dipingendo soggetti proposti dal committente.
Per interpretare questa filosofia pittorica è stato anche pubblicato un libro nel 1655 a Bergamo, intitolato: "Le misteriose pitture di Palazzo Moroni spiegate dall'Ansioso Accademico Donato Calvi Vice Principe dell'Accademia degli Eccitati all'illustrissimo signor Francesco Moroni". Donato Calvi, infatti, è colui che ha pensato i soggetti. Per quanto riguarda le campiture e le riquadrature, il Barbelli era affiancato da Giovanni Battista Azzola, ed il risultato che ancora oggi possiamo ammirare esprime la felice collaborazione dei due artisti.