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VICARI GENERALI: EGIDIO DI COMO

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CVII° VICARIO GENERALE

EGIDIO DI COMO

(1555)

 

 

 

In Como Città illustre dello Stato di Milano hebbe i suoi natali Egidio da nobile, et conspicua progenie. Passò i suoi più verdi anni fra studij delle buone lettere, et in fine alle sante essortationi, et incontaminati essempij del P. Gregorio da Piur Priore di S. Agostino dispose lasciar il Mondo,

[Pag. 297] et vestir l'abito dell'Agostiniana religione. Congionse alla determinatione l'effetto l'anno di Cristo 1512. Indi mandato al novitiato di Cremona mostrò che cuore non haveva, se non per servir a Dio, spirito se non per esser buon religioso. E tale a punto divenne savio, discreto, modesto, obbediente, devoto, ch'havrebbe potuto servir di norma a più perfetti dell'osservanza. Passò con ogni felicità la carriera de suoi studij, et prendendo assai diletto nelle matematiche viddesi per questa parte dottissimo a segno, che di lui, come di perito Maestro si servivano i più prattici della professione. Professò Astrologia, et ne riportò in ogni sua attione lodi, et applausi singolari, havendo perciò dato alla luce un Trattato:

De Astrorum aspectibus, coniunctionibus, etc. influxibus.

Essercitò sopra pergami la nobiltà de suoi virtuosi talenti, et come che principiasse Egidio a seminar la Divina parola in que' tempi, che l'eresia perfida di Lutero a spargersi cominciava in qualche parte d'Italia, così da più ignoranti, et scrupolosi fu il buon Padre accusato che propositioni puoco cattoliche predicasse; ma egli per il suo Dio queste imposture, et false accuse sopportando, giustificò sempre avanti ogni tribunale la sua dottrina, dichiarata da saggi soda, morale, et che un neo da dogmi della Romana fede non s'allontanava. Nè una fiata sola hebbe il buon Egidio questi sinistri, et maligni incontri, ch'in altre occasioni ancora, et specialmente l'anno 1539, calunniato, et accusato di puoco cattolico al Supremo Tribunale della S. Inquisitione di Roma, et colà per Decreto del Diffinitorio della Congregatione inviato; giustificò quivi con modi sì evidenti la sua innocenza, che ad onta de maligni in vece di castighi ne riportò glorie; onde il P. Nicolò di Carignano Priore del Convento del Popolo di Roma in una lettera data sotto il 12 Novembre 1539, in attestatione dell'innocenza d'Egidio così scrive: Teste Summo Pontifice, qui ore proprio dixit nihil querela de co habere; idcirco nedum innocentem eam quod ad hanc causam attinet, sed etiam patientem, insuper, et obedientem, eo quod nec latum unguem a superiorum suorum mandatis discrepavit.

[Pag. 298] Non risparmiò per servire la sua Congregatione, stenti, fatiche, et sudori applicato a molti governi, et altri publici officij, che tutti maneggiò con singolar prudenza, e fedeltà. Due fiate fu Compagno del P. Vicario Generale, quattro volte Visitatore, altretante Deffinitore, tre fiate Presidente; et era anco Presidente l'anno 1555, quando fu creato per la prima volta Vicario Generale, nel qual posto si vidde poi di nuovo rimesso l'anno 1562. Habbiamo memoria d'Egidio fin all'anno 1565, in cui per l'ultima fiata fu Presidente, e dopo non più se ne parla, onde si crede, che in questi tempi se ne passasse a Dio.