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VICARI GENERALI: CLEMENTE DI LIVORNO

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CXXIX° VICARIO GENERALE

CLEMENTE DI LIVORNO

(1579)

 

 

 

[Pag. 348] Clemente Fera, nel secolo addimandato Bartolomeo, trasse da Livorno i suoi natali, luogo assai degno, et conspicuo nel Monferrato, allhora sotto lo scettro de Duchi di Mantoa, hor sotto quelli di Savoia, che felicemente riposa. Ne primi anni della pubertà lo condusse il Zio Carlo, che fu poi Vicario Generale, alla religione, et nel Convento

[Pag. 349] di S. Croce di Casale nel numero l'ascrisse dei figli d'Agostino, dandoli ei stesso l'habito della Congregatione di Lombardia. Quai fossero nella Religione di Clemente gl'impieghi, dalle virtù acquistate, dalle scienze possedute, dal credito guadagnato, è facile dedurne la consequenza. Scoprì un' anima qual dilettevol giardino de più vaghi fiori delle virtù adorna, et ricamata; tutto santo per le teologali, tutto giusto per le cardinali, tutto amabile per le politiche, et civili. Il suo seno qual pregiaro scrigno di ricche, et pretiose gioie ripieno, le più nobili, et degne scienze racchiudeva, havendo, posso dire, saccheggiato le miniere della dottrina per arrichirne l'intelletto suo. Con queste si comprò quel credito, che nella Congregatione, et fuori spettacolo di gloria lo rese; et salendo sopra pergami a gridar cruciate contro la colpa, fabricava a se stesso corone d'applausi. Ne governi de monasteri manifestò di qual carato fosse la sua prudenza, di qual finezza l'osservanza, di qual perfettione la carità; e perché conosceva la radice d'ogni male, o bene, dalla bene, o mal'educata gioventù derivare indi con ogni studio procurò fosse questa ben incaminata, non tanto in risguardo delle scienze, quanto de religiosi costumi, sicuro esser questa la base per eternare dell'osservanza i privilegi, et nel concetto delle genti perpetuarla. Era Clemente di bellissimo aspetto dotato, che alla sovavità accoppiato d'un eruditissima eloquenza, de cuori lo rese di molti Vescovi, Prencepi, et Cardinali assoluto Padrone; et lo stesso Pontefice Sisto V. l'hebbe tanto in pregio, che l'ultima volta fu Clemente Vicario Generale con auttorità apostolica li protrasse a tre anni il governo, ben degno parendoli d'haver sempre la verga del commando in mano, chi per tutte le più conspicue qualitadi nato sembrava per commandare. Adornò di fabriche il suo Convento di Casale, come chiaramente varie inscrittioni rappresentano, send'egli pur quello che nella Chiesa di S. Croce edificar fece il choro, l'organo, et il tabernacolo. In Livorno sua patria, in tempo che resse la terza fiata la Congregatione, comprò il sito di quel nuovo Convento,

[Pag. 350] alla cui fabrica pose felicemente la mano, et a godibil termine lo ridusse, intitolata poi la Chiesa dal nome di Clemente, S. Maria delle Gratie Clementissima. Con sommo studio, et fatica le Constitutioni, et Deffinitioni della Congregatione ristampò, perché dalla memoria de Frati non cadessero, et le fece a publico beneficio ristampare, come dalla lettera a Lettori impressa nel principio della regola, et Deffinitioni raccogliamo, ove fra l'altre cose a gloria di Clemente si legge: M. R. P. Clemens Fera à Liburno, qui ab ineunte aetate habitum induerat Agustinianae Congreg. obs. Lomb., ac in ipsa Congregatione (non multos agens annos) ea conspectus est probitate ut ei nonnullorum monasteriorum fuerit demandata provincia, quo in munere ea usus est prudentia, ut summa humanitas cum summa iustitia coniuncta videretur, atquè adeo factum est, ut inde semper in ipsa Congregatione cum summa sui laude et ipsius Congregationis utilitate, et decore gravioribus officijs cumulatus extiterit, post haec in generalibus Comitijs suae Congregationis omnium suffragijs et votis summa cum omnium laetitia, non semel, sed bis (prae admirando regimine) Vicarius Generalis eligitur etc.. Minacciando l'eresia di Lutero verso le parti di Biella rovinosi precipitij, Clemente fu scielto per opporsi alla mortifera corrente, et con tal zelo, et fervore vi s'adoprò, che rese il paese da ogni infettione purgato, et alla Chiesa intatto lo conservò. Sei continui anni fu in Roma Procurator Gen., lo troveremo Compagno, Visitatore, più fiate Deffinitore, et Presidente, et tre volte al Vicariato Generale assonto, cioè gl'anni 1579, 1584, et 1589, quest'ultima volta per Breve di Sisto V che tre anni successivamente la Congregatione governò. Pieno di giorni, et meriti morì in Casale l'anno 1599, 22 Maggio, et hebbe in S. Croce la sepoltura.