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VICARI GENERALI: CAMILL'ANGELO DI CASALE

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CLII° VICARIO GENERALE

CAMILL'ANGELO DI CASALE

(1604)

 

 

 

Casale S. Evasio Città primiera del Monferrato fu di Camill'Angelo la Patria, che fortuna a ne natali di questo virtuoso Padre seguiti nell'anno 1560, ancor partecipa di quelle glorie, che le furno in virtù de suoi meriti ripartire. Nacque della fameglia Alghisi per duplica o Vicario Generale

[Pag. 405] della Congregatione nostra memoranda, et nel bel fiore dell'adolescenza fatto del P. S. Agostino sotto lo stendardo dell'osservanza di Lombardia seguace con l'assiduità de studij, applicatione alle virtù, ritiramento dall'otio, fuga da vitij, assistenza al choro, essemplarità de costumi, et amore dell'osservanza, ne calcò così fortunatamente le vestigia, ch'in breve corso d'anni qual luminosa stella comparve nel Firmamento della Religione per suo perpetuo rabellimento assisa. Con l'essercitio della Lettura diede a conoscersi da raggi cinto d'ogni più qualificata dottrina, et chi meritò veder l'ombre della propria ignoranza da sì vivi splendori sgombrate, potè anco attestare fosse l'Alghisi tutto luce, perché in ogni genere di letteratura perfetto, et di celeste dottrina ripieno. Risorte alcune controversie fra 'l P. Reverendiss. Fivizano di tutto l'Ordine Agostiano Generale, et la Congregatione sopra l'attivo, et passivo concorso alla generalissima Prelatura della Religione, Camill'Angelo impugnò la penna a tutela, et diffesa della Congregatione sua , et dedicata l'opera all'Eminentiss. Sauli all'hora Protettore dell'ordine meritò veder in favore delle ragioni da lui addotte la tenzone terminata riserbato all'Alghisi quel merito, che poi lo portò a primi honori della Republica sua. Era Compagno l'anno 1594 del Padre Guilelmo di Torino Generale Vicario, quando per commando di questi obligato si vidde Camill'Angelo al donare la precitata disputatione alle stampe, onde hor a peretua diffesa della Congregatione con questo titolo la godiamo: Disputatio inter Reverendiss. P. Magis. Augustinum Fivizanum totius Ord. Fratrum Eremitarum S. Augustini Generalem, et eiusdem instituti observantium Lombardiae Congregationem super petitione ab eodem facta de activo, et passivo concursu Congregationis ad Generalatus Praelaturam Romae acta coram Illustriss., et Reverendiss. D. D. Antonio Saulio S. R. E. Cardinale etc. anno 1593. Altre opere di Lettioni, Prediche, et Orationi capitolari diede susseguentemente alla luce l'Alghisi, che pur hor si trovano sparsamente impresse, leggendosi

[Pag. 406] nell'Historia de Scriptoribus Pedemontanis, che scripsit multas lectiones, et conciones, et orationes habitas in generalibus comitijs sparsim impressas etc., et se la vita l'havesse più longo tempo accompagnato, hor di Camill'Angelo goderessimo un nobil libro da lui meditato, cominciato, ma poi imperfetto lasciato sopra tutte le controversie risorte, et che risorger potessero fra l'P. Reverendiss. Generale dell'Ordine, et la Congregatione; libro per tutte le parti desiderabile, et che hor qual face d'Ercole all'Idra impedirebbe della discordia il ripullulare gl'avvenimenti capi, non ad altro indirizzati, che a contaminare la religiosa quiete, et christiana tranquillità. Di molti Conventi hebbe Camill'Angelo il governo, che tutti resse con singolar prudenza, zelo, osservanza, et charità. Beneficò con molti censi, livelli, terreni, paramenti, et in specie con il bellissimo organo, che di presente si vede, quello di S. croce di Casale, et quantunque la cassa di detto Organo porti del P. Clemente di Livorno V. G. l'inscrittione annesa, pur di Camill'Angelo, non di Clemente fu la generosa oblatione, che l'organo di Clemente, già nella stessa cassa riposto, fu venduto per riporvi quest'altro molto più nobile del primiero. Salì l'anno 1604, nel Capitolo di Pavia al sommo de gl'honori soliti della Congregatione dispensarsi, qui da Votanti concordemente eletto in Vicario Generale, posto per mille capi all'Alghisi dovuto, et che altre volte non li sarebbe mancato, se indi a quattro anni non havesse in Roma la vita presente abbandonato. Morì dell'anno 1608, Priore di Santa Maria del Popolo caro Sommo Pontefice Borghese, in gran credito della Corte, da suoi Religiosi amato, et da tutta la Congregatione stimato.