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VICARI GENERALI: CARLO D'IMOLA

Agostino insegna ai suoi monaci in una miniatura medioevale

Agostino "summum vas scientiae

insegna ai suoi monaci

 

 

CLXXIX° VICARIO GENERALE

CARLO D'IMOLA

(1648-1649)

 

 

 

[Pag. 485] Cervia Città di Romagna udì di Carlo Marchesi i primi vagiti l'anno 1597, alli 8 di Febraio, ch'indi alla Patria sua d'Imola di tre mesi trasferito, qui passò gl'anni più teneri a quelle virtù applicato, che sono a puerili anni proportionate. In così debole età manifestò alla Religione, et sagri altari genio così proclive, che conforme l'attestato della Scrittura:

[Pag. 486] Ex studijs suis intelligitur puer, potevasi fin dall'hora argomentare, qual fosse per divenire, avanzato ne gl'anni. Per renderlo in parte consolato li permisero i Genitori vestir l'habito di chierico secolare, sotto cui non meno nel profitto delle lettere, che dello spirito mirabilmente s'avanzò; ma come non fosse ancor la fiamma alla sua sfera pervenuta, deposto l'habito di chierico secolare, vestì quello del P. S. Agostino, et l'anno 1613, alli 16 Febraro in Imola entrò fra chiostri della Congregatione nostra, professandone poi l'anno seguente in Bologna il venerando instituto. Due de primi soggetti di scienze, che la Congregatione illustassero furno la cinosura, che nel pelago de studij guidassero la navicella del suo intelletto nel porto della cognitione, Gabriele Angelo Chinelli di Sorosina l'uno, Francesco Battaglia di Megnegna ancor vivente l'altro; col cui indirizzo passato felicemente il corso della Filosofia, et Teologia, si vidde constituito Lettore, et Predicatore, perché ancor egli il pane delle scienze spezzasse a famelici della sapienza. Il pergamo però più che la Catedra fu a Carlo famigliare, et havendo cominciato l'apostolico essercitio l'anno 1623, senza mai haverlo interrotto (toltine gl'anni del suo Vicariato Generale) ancor di presente ogni Quaresima, et Avvento sopra pulpiti compare, al distrugger il vitio intento, et seminare la virtù. Nè son le prediche di Carlo fra semplici fiori nate, ma passate per l'està d'un ardente charità verso il prossimo, un vero Autunno di frutti producono a perpetuo beneficio dell'anime. Chi d'udirlo è stato dal Cielo favorito non ferma la lingua al publicarne lo spirito, il zelo, l'energia, la charità con cui quel celeste pane dispensa, et l'anime christiane nodrisce. Vero Maestro dello Spirito fu deputato in Bologna alla cura de Novitij, et successivamente in Luca all'udir le confessioni delle Monache di S. Giustina di quella Città (impiegò che pur altre volte essercitò) qui lasciato havendo a caratteri incancellabili le memorie impresse di religiosissima modestia, humiltà, patienza, charità, vigilanza, essemplararità, et (se fosse lecito così dire de vivi ragionare) direi d'una chiarissima Santità.

[Pag. 487] In Congregatione accordò al contrappunto dell'obbedienza la consonanza de suoi sentimenti, onde da quella spinto si lasciò portar a governi de Monasteri, reggendo ultimamente il celebre Monastero di Santa Maria del Popolo di Roma; hebbe indi il grado di Visitatore, più volte ne Capitoli fu Deffinitore; servì il publico nella carica di Procurator Generale; quattro anni successivamente essercitò quella di Compagno; et in fine nel Capitolo di Ferara l'anno 1648, al posto supremo ascese del Vicariato Generale. Fu anco in due Capitoli Presidente di Lodi cioè, et di Casale, per tacer altri publici impieghi in varie occasioni, et per interessi di rilievo alla sua prudenza appoggiati, che sempre con ugual fedeltà, zelo, et diligenza al desiderato fine condusse. Intonano le pareti del Monastero di S. Agostino d'Imola da tutte le parti la pia generosità di Carlo, che con singolar munificenza tutto l'ha ristorato, et rabbellito, accresciute le habitationi, moltiplicate le commodità, quasi posso dire riedificata la Chiesa, con nuove mura armata, aggiustati gl'altari, adorna di pitture, et nella forma che di presente si vede vaghamente arricchita. Dovrebbe la penna mia alzarsi a volo per celebrare di questo buon Prelato le qualità dello spirito, ma perchè bastevolmente per me favellano l'opre continue di misericordia da lui pratticate, il culto di Dio aggrandito, li chori, chiese, et oratiorij, che n'ammirano il fervore, et ardenza con cui l'odono con Dio in publico, et in segreto favellare, la mortificatione de sentimenti, la rassegnatione della propria alla Divina volontà; et più d'alcun altro la cella di Carlo, a cui confida del suo cuore i più reconditi arcani, ammutiscono i tratti della penna, lasciando ch'altri in altri tempi più fortunatamente ne descrivano l'operationi. Servono d'attestati d'un interno sempre a Dio rivolto alcuni devoti libriciuoli dati dal nostro Marchesi alla luce, e sono:

Due Colonne Erculee, cioè due Proteste; una al Signor Iddio; l'altra alla Beata Vergine in Roma 1643.

[Pag. 488]

Speculum Sacerdoti rem sacram facturo ante, ac post Missam intuendum. Imolae apud Hyacintum Massertum 1659. Praecationes ad Divinam opem, aestuante bello, contra Paganos implorandam fundendae.

Velitris 1665.