Agostino "summum vas scientiae
insegna ai suoi monaci
CLXXXI° VICARIO GENERALE
ANGELO MARIA DI LODI
(1652-1653)
[Pag. 495] Dal nobil tronco d'Emilio Sommaripa, et Artemilla Manara Lodegiani per molti capi conspicuo, et per molte doti segnato sorse questo degno germoglio d'Angelo Maria, al secolo chiamato Horatio, alla luce del Cielo l'anno della salute nostra 1601, 8 Settembre nato in Milano, et ivi al sagro fonte lavato, che ne più teneri anni dato saggio
[Pag. 496] d'un indole spiritosissima, et alle virtù inchinata porse campo ad ogn'uno anco mediocremente perspicace, di presagirne in età più matura saporitissimi frutti d'honore. Diverso il genio d'Horatio da quello de gl'altri fanciulli, alla solitudine, et ritiratezza l'obligava, et la dove questi pria col piè del desiderio, che del corpo corrono, ove i giuochi, et trattenimenti abbondano; Horatio in opposto ne libri, et studij suoi passatempi, et trastulli riscontrava, sempre otioso alle puerili ricreationi, perché mai in otio alli essercitij di virtù. Sotto eruditissimi Precettori in Patria, et in Cremona corse l'arringo delle facoltà minori, et havendo dalla benignità de gl'astri un Genitore sortito d'ogni più degna letteratura ornato, questo sperimentò non meno Maestro, che Padre, indi con doppio nodo di debito a lui legato, e per quello della natura, e per quello dell'educatione. In età di tredici puoco più anni orfano del Genitore rimase, et fatto riflesso a gl'accidenti del Mondo, et riposo della Religione, posto quello in non cale entrò fra sagri chiostri, et per mano del P. Cadamosti nel Monastero di S. Agnese di Lodi l'anno 1615, 24 Giugno, con l'habito Agostiniano il nome d'Angelo Maria ne riportò; che poi le fù di stimolo per manifestarsi con l'opre Angelo non tanto di costumi, quanto d'intelligenza. Spirato il tempo della probatione, che passò in Cremona, et arrollato l'anno 1617, 8 Ottobre, col titolo di professo all'insegne d'Agostino, scorse in Ferrara, Milano, et Roma sotto celebri Lettori le scienze maggiori di Filosofia, et Teologia; et consegnatane a tempi debiti la Lettoral laurea, viddesi ben tosto capo constituito de virtuosi giovani, prima in Genova, poscia in Como, che tutti al sospirato termine de studij felicemente condusse, et de consueti honori meritamente arricchì. Datosi indi all'apostolico ministero, quanto per questa parte oprasse, quanto meritasse, quali glorie cogliesse è superfluo il ridirlo, mentre gl'attestati del valor suo in Milano, Pavia, Lodi, Cremona, Novara, Modana, Ferrara, Tolentino, Bologna, Pontremoli, e Roma freschi non sono, ma vivi, et quante orecchie
[Pag. 497] rese fur degne d'udirlo, altre tante bocche si moltiplicorno allodarlo. Eran le sue parole di fuoco, le sue prediche strali, i suoi detti maltelli, ch'accendevano d'amor di Dio, che nel midollo dell'anima trapassavano, et i più ostinati, et potervi peccatori in minutissime polve frangevano. Altri pulpiti di non minor grido, come Santa Maria Maggiore di Bergamo, il Duomo d'Alessandria, et Savona obbligato a publici impieghi fu astretto ricusare, come poi in questi ultimi anni si è totalmente dalla predicatione ritirato, non tanto per l'età avanzata, et varie indispositioni, che sovente l'oltraggiano quanto per le continue occupationi, et cariche, che lo tengono ad altri negotij indeffessamente intento. Trasse più anni nel Convento della Coronata di Milano, longi da quelle brighe, che seco guidano i governi, tranquilli, et pacifichi giorni; quando dall'obbedienza al regger Monasteri richiamato, fu unico suo scopo riformar in essi la scaduta osservanza, accalorar con l'essempio proprio il culto di Dio, et ogni vantaggio loro tanto nel spirituale, quanto nel temporale procurare. Novara, Lodi, Milano, et Roma, ancor riflettono dalle pareti loro l'echo raddoppiata dalle lodi a questo Prelato dovute; accresciuta Novara nella fabrica del Convento, rinovata in Milano la Chiesa con spesa di quattro milla scudi; edificata ricca, et sontuosa capella al sagro deposito del B. Giorgio di Cremona; riformato nel Monastero l'ingresso, et altri appartamenti, et fra questi il nuovo Noviciato nobilmente aggiustati; eretta in Lodi copiosa Libreria a publico comodo con l'assegno d'annua entrata; disposta vaga Galeria co' ritratti de Vicarij Generali; rabbelito il Refettorio, et di cinque nobilissime stanze, atte all'alloggio di qualsivoglia Grande il Monastero povisto; pur in Roma gode per il di lui Monastero le due vaghissime fontane all'ingresso del Convento fabricate; et ne decanta per varij miglioramenti, et beneficij gl'encomij. Cinque anni lo vidde Roma Procurator Generale, cioè dall'anno 1647, fin al 1652, havendo in tal impiego con ogni diligenza, zelo, et fedeltà la sua Congregatione servita.
[Pag. 498] Successivamente nel Capitolo di Genova 1652, passò al Vicariato Generale, dopo di che per tre anni alla residenza di Milano fermatosi, indi fu per Pontificio Breve l'anno 1657, al governo del Monastero di Roma richiamato, di cui per quattro altri anni con ogni essemplarità, osservanza, circonspecttione, prudenza, zelo, et charità ne tenne la cura; qui havendo perito agricoltore l'herbe cattive de gl'abusi strappato; le spine, et roveti dell'inosservanze reciso, et i fiori de santi costumi coltivato. Frapose il Demonio a questo Prelato mille traversie, travagli, e pericoli; ma con l'assistenza del Cielo il tutto fortunatamente superò. In tempo che alla general Procura intento in Roma soggiornava potè in efficacissime guise cooperare, perché il Generalato di tutto l'ordine al P. M. Filippo Visconti di Milano fosse conferito, et ne conseguì l'intento, perciò alla sua prudenza, et destrezza in buona parte tal elettione ascritta, et vivamente dal nuovo Generale ringratiato; che poi anco scrivendo al P. Vicario Generale della Congregatione Carlo d'Imola hebbe a dire: Fra Padri della sua Congregatione resto molto edificato dal P. Sommariva per il suo valore, per cui in questa corte resta molto accreditato, et io li professo molta obligatione. Il biennio del suo Vicariato Generale fu dalla Divina Maestà doppiamente favorito, e per haverli nella fabrica della Chiesa fatto scoprire l'ossa venerande del B. Giorgio di Cremona, uno de primi Institutori della Congregatione nostra, et primo Vicario Generale dopo il Capitolo di Monte Specchio, come nella vita del Beato narrato habbiamo; e perché ne suoi tempi, e suoi Monasteri di Milano, et Lodi in particolare apparvero i prodigij della misericordia di Dio nelle moltiplicate gratie, e meraviglie faceva in virtù della fede il P. Raffaelli Licini di Bergamo, che favorito dal Signore della Gratia gratis data curationum, risanava incurabili infermi, liberava ossessi; dava a stroppiati il corso, a gl'attratti il moto, et innumerabili portenti con stupore di tutti oprava. Per altro la vita di questo Prelato fu sempre in Dio rassegnata, ritirato, [Pag. 499] solitario, essemplare, devoto, de' buoni amico, di cattivi contrario, lontano dal secolo, et d'ogni buona qualità fregiato; nell'ultimo Capitolo di Vercelli essercitò la carica di Presidente. Et hor vive nel Convento di S. Maria Coronata di Milano, Vicegerente de Conventi di detto stato, gl'essercitij continuando della sua prudenza, et charità.