Agostino "summum vas scientiae
insegna ai suoi monaci
CLXXXIV° VICARIO GENERALE
FULGENTIO DI CASALE
(1659-1660)
[Pag. 504] Le continuate calamità del publico non permisero, che terminato il biennio del Vicario Generale Commi si potesse celebrar il consueto Capitolo, onde supplì con nuovo Breve il Sommo Pontefice Alessandro VII, sotto li 10 Febraro 1659, creando in Generale Vicario il P. Fulgentio Alghisi di Casale Monferrato. Nello stesso Breve restorno
[Pag. 505] in Procurator Generale eletto il P. Gabriele Serafino Boni di Luca; in Compagno il P. Donato Cavi di Bergamo; in Deffinitori li PP. Angelo Maria Sommaripa di Lodi, rimasto anco Priore di S. Maria del Popolo di Roma, Carlo Marchesi d'Imola, Bartolomeo Giovanni Pietro di Carignano, et Francesco Maria Lurano di Cremona; et in nuovi Visitatori li PP. Guilelmo Carena di Cremona, Ottavio Testa di Crema, Vincenzo Maria Caimo di Genova, et Fulgentio Vivalda di S. Germano. Passò a Dio fra pochi mesi il Procurator Generale Boni, et restò con auttorità Apostolica nella carica disposto il P. Girolamo Nicolio di Roma. Il primo d'Aprile del 1610, fu il primo della vita di Fulgentio Alghisi, che nato in Casale Metropoli del Monferrato rinacque alla gloria l'anno 1626, quando alli 8 Novembre vestì l'habito Agostiniano della Congregatione nostra nel Convento della sua Città. Apprese nel secolo quelle virtù tutte, et facoltà, che rendono una ben educata adolescenza adorna, onde non li fu difficile con volo d'Aquila avanzarsi nella Religione all'acquisto delle più masicce scienze, per poi fra gl'altri comparire al convito della publica stima con la veste nuttiale del merito. Entrato fra Lettori si fece conoscere immitatore della Divina Bontà, di cui è proprio communicarsi alle Creature, quall'hor di buon numero di giovani constituito Maestro co' lumi del proprio sapere fugò l'ombre della loro ignoranza, illustrando nel tempo medesimo co' raggi, et splendori dell'essemplarità il sentiero de loro avanzamenti. Luca, Genova, Bergamo, Modana, et Ferrara furno le Città nelle quali Fulgentio per lo spacio d'anni quattordici servì nel degno essercitio di Lettore la Congregatione sua, accumulando a questo nel conquisto de proprij honori eterni Panegirici; et se di rado fu visto da pergami farsi della divina parola dispensatore, non è che talenti in lui mancassero per l'apostolico ministero, sendone per tutte le parti abbondantemente provisto, ma perché il genio al trafficar in altre forme la nobiltà del suo intelletto lo richiamava, come ne fecer sempre i suoi gloriosi non meno,
[Pag. 506] che studiosi impieghi patentissima testimonianza. Oltre il serio de teologici studij non tanto speculativi, quanto morali scielse in trattenimento di sue intellettuali fatiche la Pittura, et Scoltura, vedendosi tuttavia del suo industre penello non ignobili parti, et del suo lodevol Scalpello ben degni intagli; ma sopra tutti diede alla penna sì egregi voli, che qual maestosa Fenice la fece, et va facendo passeggiar il Cielo delle Lettere, per renderla alla posterità tutta ne proprij inchiostri immortale. Stampò già:
Della vita di S. Nicola da Tolentino libri sei.
In Casale per Francesco Marta 1647, et hor per le stampe parte ha disposto, parte va disponendo l'opre seguenti:
Annales Congreg. Obs. Lombard. Ord. Erem. S. Augustini Centuriaererum singuliarum ad studiosorum curiositatem.
Il Cemeterio del Mondo reflessioni morali, et erudite per ogni stato di persone.
Impervertiti Penitenti Dramma morale.
De Iuribus Iudaeorum Tomi Duo,
contenendo quest'ultimo più di trecento questioni, in esse chiaramente di ciò può, o non può spettarsi a Giudei disputando tanto de Iure Mosaico, quanto de Iure canonico, et civili. In mille emergenti, et per mille cagioni fu l'Alghisi dalla Congregatione sua adoprato, vantando al pari d'un impareggiabil diligenza, un inviolata fedeltà verso il suo publico, che furno a punto li due piedestalli, che sollevorno l'arco de suoi honori, o le due ali, che al Cielo delle dignità lo sollevorno. Pria ascendesse alla sovrana Prelatura governò con ogni lode li due Conventi di Mantova, et Casale, indi fatto Visitatore, si portò dopo alla luogotenenza, et Priorato del Monastero di Roma, et successivamente alla General Procura della Congregatione, nel cui impiego quanto facesse, bastevolmente l'opre favellano, havendo fra l'altre cose l'anno 1657, con indicibile fatica, et incredibil diligenza registrato l'Archivio tutto
[Pag. 507] della Procureria Generale di Roma, raccogliendo, et unendo in più di venti volumi, anzi in due alfabetti intieri le Bolle tutte disponendo, Brevi, Diplomi, Processi, Patenti, mandati, Ordini, Lettere, et Scritture concernenti il publico della Congregatione, o Conventi particolari, facendone non solo il registro, ma il Sommario, et argomento distintamente; fatica che di sommo beneficio riesce con lode perpetua dell'Auttore. Minutamente di più descrisse gl'atti da lui in officio pratticati di liti con la Religione per visite del Reverendiss. Generale, et altre di manutentioni di Conventi, diffese publiche etc. con mostrarne l'evidenza delle ragioni a sempiterna rimembranza. Et per fine in un grossissimo volume le Croniche restrinse della Congregatione, et ciascun Monastero di quella estratte da registri sopranominati, con aggiongervi le instruttioni de Procuratori Generali, quali poi con questo titolo lasciò nell'Archivio del Popolo: Chronicon S. August. de Obs. Lomb. una cum actibus eiusdem, Conventuum serie, Card. Protectorum, Vicariorum, et Proc. Generalium Cap. Generalium, Praesidentium, Visitatorum, Deffinitorum, Sociorum, et Conventus S. Mariae de Populo Urbis Priorum. Per tante fatiche, et impieghi si rese Fulgentio meritevole, che la somma Providenza del Romano Pontefice per suo Breve delli 10 Febraro 1659, lo constituisse capo, et Vicario Generale della Congregatione; dalla qual carica da lui con prudenza, zelo, et vigilanza, pari all'aspettatione essercitata l'anno 1661, uscito, portato si vidde alla Prioranza di Roma, et dopo tre anni a quella di Mantova, ove per altri quattro segnalati vantaggi sì spirituali, come temporali del Monastero felicemente nel governo continuò. Mai fu visto questo Prelato d'alcun Convento Priore, che non ne fosse celebrato Benefattore, onde se nella prima reggenza del Convento di Roma intagliò nel nobillissimo ingresso, et salita della Vigna di Nerone a caratteri incaccellabili il proprio nome; pur nell'ultima con la fabrica del Refettorio superiore, choro, et altre necessarie officine per una total commodità non meno, che perfetta sanità de Padri,
[Pag. 508] manifestò la munificenza del suo genio, che solo al bene non meno particolare de Religiosi, che generale de Monasteri s'indirizzava. Ha pur con stucchi, et pitture di qualche stima la Chiesa di Santa Croce di Casale abbellita, di sagre reliquie in vaghi, et ricchi repositorij collocate arricchita; ristorato l'Organo; et nel Monastero eretta copiosa Libraria con il vaso; non mai cessando di meditar nuove forme, onde a suoi Conventi, et Chiese s'accrescano splendori, et del suo nome s'eternino le memorie.