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Priori Generali: Lanfranco da Milano

Immagine di Lanfranco Settala dalla sua Arca Monumentale di Giovanni di Balduccio in San Marco a Milano

Arca di Lanfranco Settala di Giovanni di Balduccio, S. Marco Milano

 

 

LANFRANCO DA MILANO

(1256-1265)

 

 

 

 

Il primo superiore, che a un Ordine così eterogeneo doveva dare una certa uniformità e un nuovo indirizzo di vita mista, fu per volontà del Papa e del cardinale protettore, Lanfranco da Milano. Non si può con piena certezza affermare, come vogliono i cronisti agostiniani, che appartenesse alla nobile famiglia milanese dei Settala o Septala, né che gli si addicesse il titolo di beato: il primo che gli dà tale appellativo è l'agostiniano milanese Andrea Biglia verso il 1430 e il primo argomento in favore del suo culto è un'immagine aureolata del 1466, vista da Herrera nella chiesa di S. Maria in Cella, vicino a Genova. Ma non mancano notizie certe della sua vita fin dal 1241.

La maggior parte delle notizie che lo riguardano provengono dal processo di Canonizzazione di fra Giovanni Bono.

Nell'agosto del 1251 fu chiamato a deporre a Mantova e dichiarò di essere un sacerdote milanese e priore provinciale della Lombardia. Mandato a studiare all'Università di Bologna, qui incontrò i frati del beato Giovanni Bono a San Giacomo di Savena. Nella sua deposizione dichiara di aver vissuto con frate Giovanni Bono nel convento di Cesena solo da febbraio ad agosto 1243.

Nel Capitolo giambonita di Ferrara del 1249 venne scelto dal neo eletto Generale fra Ugo da Mantova come suo segretario. Lo stesso Ugo nella sua deposizione dichiara che da circa 4 anni "Lanfranco era suo segretario e andava con lui, scrivendo tutte le cose che riguardavano il suo incarico." Con lui aveva vissuto nei conventi di Bologna, Ferrara, Milano, Mantova e Venezia.

Nel 1251 Lanfranco non è solo Segretario generale della sua Congregazione ma anche Provinciale della Lombardia. Nel 1252 lo si ritrova come priore di san Giacomo di Savena e a dicembre dello stesso anno fu eletto Priore generale nel Capitolo Generale che si svolse nel suo convento.

Quando nel 1256 si svolse a S. Maria del popolo a Roma il Capitolo Generale della "Grande Unione" il cardinale Annibaldi aveva proposto alla guida del nuovo Ordine agostiniano frate Filippo da Parrana, il generale dei Toscani.

Al suo rifiuto, il cardinale Annibaldi ripiegò subito su Lanfranco. "Per la grande fama del suo nome e per riverenza alla sua persona", come scrive Enrico da Friemar, venne rieletto nei capitoli successivi fino alla sua morte a Milano nel 1264.

Fra Lanfranco racconta nel Processo che al tempo della morte di fra Giovanni nel 1249, si era ammalato di lebbra. Inutilmente si era fatto curare a Venezia e nel mese di maggio del 1251, tre mesi prima del processo, quando il corpo di fra Giovanni Bono venne traslato dalla terra in un'arca di marmo, fra Lanfranco era presente nella chiesa di sant'Agnese a Mantova.

Per essere liberato "da una ripugnante malattia chiamata morfea" si era raccomandato al suo defunto maestro, dicendo davanti al suo sarcofago: "Ti chiedo, padre mio, che se è a maggior gloria di Dio e per il bene dell'anima mia, interceda per me presso il Signore perchè mi liberi da questa malattia. E prima che fossero trascorsi nove giorni nel mio corpo non rimase alcun segno di quella lebbra". Interrogato dai giudici del processo, quando e dove l'avesse avuto, rispose "mentre era a Venezia, a Bologna, a Ferrara, a Milano, e a Mantova" dove probabilmente aveva esercitato l'ufficio di visitatore o di superiore dei giamboniti.

Durante lo scisma, in cui costoro vissero dal 1249, fu socio e scrittore del generale Ugo da Mantova, che nel citato processo disse "che il detto Lanfranco da quattro anni era stato con il testimonio, accompagnandolo e scrivendo tutto ciò che era necessario per la sua prelatura".

Dal capitolo del 1259 fu rieletto priore generale, come consta dal documento con cui autorizzò il suo vicario frate Giovanni da Gubbio a cominciare la fondazione del convento di Parigi (AAug. XII,158). Benché non ci siano prove, fu senza dubbio confermato nell'ufficio dal capitolo del 1262, quindi morì, mentre era ancora superiore dell'Ordine, nel 1264.

Durante il restauro dell'antica chiesa agostiniana di S. Marco a Milano, nel 1956, fu scoperto il suo sepolcro e, con l'aiuto di una lapide in cui è scritto il suo nome, furono identificati i suoi resti mortali. Nella stampa lombarda e in alcune riviste dell'Ordine fu data notizia dell'esame anatomico del suo corpo. Secondo tale perizia, Lanfranco era di media statura, di fattezze piccole e aggraziate, fronte ampia e mani fini. Enrico da Friemar, che lo vide a Milano, dice solo che dal Papa fu posto a capo dell'Ordine "per la grande fama del suo nome e per riverenza alla sua persona". Il capitolo del 1265, celebrato a Perugia, gli diede come successore il senese Guido da Staggia, che si deve identificare con quel Guido Salano, di cui parlano i cronisti agostiniani dell'inizio dell'era moderna.

 

Referenze:  CRUSENIO, Monasticon