S. Agostino in ginocchio dinanzi al Cristo
FRANCESCO DA REGGIO EMILIA
(1271-1283)
Nel capitolo che il 18 ottobre del 1274 si celebrò a Molara - vicino a Frascati - fu nominato Francesco da Reggio Emilia, rieletto dai capitoli del 1277 e del 1281, e morto al la fine del 1283. Questi è il primo priore generale che, negli atti della provincia romana di questi tre anni, è presentato con il titolo di lettore, il che fa pensare ch'egli avesse svolto il corso dei suoi studi per conseguire i gradi accademici, o per lo meno, con quella diligenza, che dal 1284 in poi sarà inculcata dalle nuove Costituzioni. Sembra indicare la stessa cosa il fatto, che in questo periodo molti giovani sono inviati nei migliori centri di formazione per continuare i loro studi e che il P. Generale, presiedendo nel 1279 il capitolo della provincia romana, "si riservava il diritto - dicono gli atti - di designare il definitore della stessa provincia nel prossimo capitolo generale: e diede questo ufficio a frate Egidio Romano, baccelliere di Parigi."
Non giudichiamo perciò infondata la notizia riportata da Crusenio e da Herrera, secondo i quali durante il capitolo del 1277, celebrato certamente a Viterbo, "fu incaricato dai cardinali, riuniti in conclave nella stessa città, di pronunziare loro il discorso "De eligendo Pontifice". Ne è improbabile che questo fatto desse motivo al Friemar - già agostiniano nel 1264 - di scrivere del generale: "Fu uomo di grande rispetto, di ammirabile facondia e di esimia onestà. Altra nota del suo governo, che si legge con frequenza negli atti capitolari della provincia romana, è la sua presenza nei capitoli e bisogna supporre che fosse presente anche nei capitoli delle altre province d'Italia così come l'affidare gli uffici importanti di una provincia a religiosi di un'altra. Tra i molti esempi che si conoscono a questo proposito ne citeremo uno solo: il 18 ottobre del 1277 presiedette a Nepi il capitolo della provincia romana e vi nominò come visitatori il suo predecessore Clemente da Osimo e Giacomo da Perugia (AAug. II, 228).
Non era stato ancora proibito, che il Generale emerito avesse nell'Ordine un ufficio inferiore al primo.
Referenze: CRUSENIO, Monasticon