Il beato Agostino Novello da Tarano
AGOSTINO DA TARANO
(1298-1300)
Accettata la sua rinuncia, i capitolari del 1298 "elessero come nuovo generale - dicono gli atti - l'assente frate Agostino da Tarano, penitenziere del nostro signore il papa Bonifacio VIII ... che lo confermò immediatamente senza alcun esame" (AAug. II, 436).
Fu collaboratore di Clemente da Osimo nella preparazione delle Costituzioni del 1290, e il suo nome comparirà di nuovo nel capitolo dedicato ai santi e ai servi di Dio (6), giacché in questo senso non sono scarse le notizie sicure della sua vita; ma molto poco è quanto si può dire del suo generalato. Il copista dei suoi atti e il Friemar - due testimoni oculari e indipendenti tra loro -dicono che il Generale "del suo triennio fece solo un "biennio" giacché anticipò di un anno il capitolo, che riunì a Napoli nel 1300; aggiungono che rinunciò e che non riuscirono a fargli cambiare proposito né gli elettori, che insistettero per quattro giorni consecutivi, né il re Carlo d'Angiò, presente al Capitolo. E il Friemar ci assicura che fece ciò "perché anelava ritornare alla solitudine del suo eremo" di S. Leonardo al Lago, vicino a Siena.
"E quantunque il papa Bonifacio lo chiamasse alla Curia - prosegue il cronista - egli, trovandomi io presente declinò l'invito e se ne ritornò al suo eremo, dove condusse vita angelica; e non molto tempo dopo terminò il corso della sua esistenza con una fine degna di molta lode; e fu uomo illustre per i grandi miracoli". Alcuni di essi furono disegnati con mano maestra, in affreschi e tavole, che ancora si conservano a Siena, del pennello di Simone Martini (1284-1344).
L'ignoto autore del "Leggendario", anteriore al 1338, assicura che Agostino da Tarano "governò l'Ordine santamente, giustamente e perfettamente, e che promulgò molte buone leggi"; ma di queste si conoscono solo quelle pubblicate dal definitorio del capitolo del 1300.
Referenze: CRUSENIO, Monasticon