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Agostino
LE CONFESSIONI di Agostino
Le Confessioni furono scritte da Agostino attorno all'anno 400 e si compongono di 13 libri: i primi nove sono fondamentalmente autobiografici, mentre gli ultimi quattro trattano di questioni teologiche di ampio respiro. Si tratta certamente di una delle opere più conosciute e più apprezzate del santo, che vi lavorò per diversi anni.
Nelle Ritrattazioni Agostino descrive lo scopo e la natura di quest'opera originale: "I tredici libri delle mie Confessioni lodano Dio giusto e buono per i miei mali e per i miei beni e verso di lui sollevano la mente e gli affetti degli uomini." (Retract. 2, 6, 1)
Anche da altri testi (Ep. 231, 6) e dalla testimonianza di Possidio (Vita Augustini, 31) si viene meglio precisando il senso dell'opera: non tanto esclusivo riconoscimento e accusa dei propri peccati, quanto, seguendo l'etimologia della parola latina Confessiones, piuttosto presentare i due aspetti della confessio laudis e della confessio peccatorum.
Nelle Confessioni questi due motivi sono costantemente presenti e inscindibili.
Una frase delle Ritrattazioni (2, 6, 1) induce a credere che le Confessioni in realtà siano un'opera duplice, dove dal libro I al X prevalgono gli aspetti autobiografici, mentre gli ultimi tre sarebbero un commento alla Sacra Scrittura.
Nei libri dal I al IX in effetti Agostino narra gli anni della sua vita dalla adolescenza fino alla conversione al cristianesimo e alla nomina a vescovo di Ippona (carica che assume dal 395). Negli ultimi quattro libri sviluppa una serie di considerazioni sulla natura del tempo, sul suo ruolo nella vita dell'uomo e sulla sua origine che risale, secondo Agostino, alla Creazione, il tutto armonizzato da un commento dei relativi passi della Genesi.
L'intera opera delle Confessioni è stata pensata da Agostino come un lungo colloquio che egli fa verso Dio, ricco di reminiscenze bibliche, dove vengono rivelati i tre sensi del titolo "Confessioni":
1. Il primo e il più intuibile, è quello di anima che "confessa" i suoi peccati;
2. Il secondo vuole indicare la condizione dell'anima che "confessa", cioè che razionalmente giustifica, riconosce e loda la grandezza di Dio;
3. Il terzo senso è quello di un'anima che spiega sinceramente le ragioni della propria fede.
Fra i tanti motivi che hanno indotto Agostino a scrivere le Confessioni va considerata anche la sua aspirazione, che vedeva come una necessità in un periodo difficile per il cristianesimo, di controbattere alcune eresie e di risolvere questioni dottrinali circa la fede che erano state sollevate da alcune persecuzioni in alcune zone del Mediterraneo. La sua opera, grazie a una importante concentrazione sull'io e la personalità umana, svela una sorprendente modernità: per quanto lo stile dell'interiorità non fosse una novità assoluta nell'ambito delle letterature classiche, è tuttavia assolutamente nuova la forza dell'ispirazione e il fatto che l'autore narri diffusamente e con sincerità le vicende della propria vita. E' la sua vita, la sua esperienza di uomo, il suo rapporto con una verità che cerca in continuazione, il suo incontro con Dio il vero fulcro dell'opera: tanti sono i generi letterari presenti nelle Confessioni ma quello più evidente e universalmente noto è proprio il loro essere "autobiografia". La dimensione autobiografica principale, quella che garantisce una così forte connotazione di attualità, è certamente quella interiore, quella dell'anima, e quantunque non siano assenti descrizioni di episodi quotidiani mondani, questi sono costantemente rivissuti con l'atteggiamento severo del peccatore pentito. Classici sono a questo proposito gli episodi spesso citati del furto di pere, dell'adolescenza e dei primi segni della pubertà, dell'attrazione irresistibile per il sesso femminile, del figlio illegittimo avuto da una concubina. Nulla di tutto ciò ritroviamo nelle opere biografiche o autobiografiche dell'antichità: mai gli autori classici si sono permessi una tale a-storicità e un tale ripiegamento introspettivo.
La fortuna delle Confessioni è stata ed è tutt'oggi straordinaria: se nel De civitate Dei Agostino è più storicamente ispirato e nel De Trinitate più dottrinalmente e teologicamente profondo, solo nelle Confessioni raggiunge una sintesi di fede, arte e cultura che nei secoli ispirerà artisti e letterati famosi, tra cui basti citare Francesco Petrarca e Botticelli. Le Confessioni furono fin dalla loro prima pubblicazione oggetto di commento e di studio. celebre è quello di Possidio vescovo di Calama, che fu anche il suo primo biografo). Le Confessioni sono sempre state universalmente considerate uno dei massimi capolavori della letteratura cristiana. La bibliografia e gli studi critici delle Confessioni sono così ampi che è impossibile fornirne l'elenco preciso.