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Santa Brigida di Kildare: Cappella Suardi

Il cieco nato a cui viene ridonata la vista da santa Brigida che lo benedice

Il cieco nato a cui è ridonata la vista da S. Brigida che lo benedice

 

 

LA CAPPELLA SUARDI A TRESCORE BALNEARE

 

La paura del diluvio del 1524 e Lutero "diluvio" della Chiesa

 

 

 

Sul finire del 1523 la paura percorreva l'Italia e l'Europa. Per il febbraio del 1524 gli astrologi prevedevano un diluvio di acque dovuto alla grande congiunzione dei pianeti nel segno dei Pesci. Presso le corti si vaticinavano le peggiori conseguenze, o si opponevano ipotesi meno pessimistiche in virtù del fatto che dopo il diluvio di Noè, Dio aveva stretto un patto col patriarca e i suoi discendenti: mai più l'umanità sarebbe stata distrutta né la terra sconvolta dal diluvio. La minaccia degli astri, dunque, non poteva essere che un diluvio parziale. Pronostici più rassicuranti prevedevano abbondanti piogge solo sui paesi più esposti all'influsso celeste. Nell'attesa la paura era grande. Persino papa Clemente VII si era trovato un rifugio negli eremi di Camaldoli. La gente si costruiva ripari sui monti; vendeva i propri beni nel timore della fine. Il dibattito non si limitava al diluvio. Alcuni astrologi seguaci della teoria congiunzionistica - secondo la quale dalle grandi congiunzioni dei pianeti, soprattutto di Giove e Saturno, si voleva derivassero cicli di eventi universali, epidemie o altre catastrofi naturali, mutamenti di regimi politici e confessioni religiose - ritenevano che quella prevista per il 1524 nei Pesci, segno in opposizione alla Vergine nel quale era avvenuta la nascita di Cristo, avrebbe portato la distruzione della fede cristiana e segnato l'avvento dell'Anticristo. Diffusi a stampa, i vaticini si susseguivano senza tregua. Rassicuranti o preoccupanti, essi erano un formidabile strumento di propaganda a seconda dei diversi interessi in gioco. Anche la recente protesta del teologo agostiniano Martin Lutero contro il papa e la Chiesa romana era fatta rientrare nel quadro astrologico. Come è noto, nel 1520 con la bolla Exsurge Domine papa Leone X aveva invitato Lutero a ravvedersi, diversamente egli e i suoi seguaci, "tamquam aridos palmites in Christo non manentes" (a guisa di tralci secchi di vite che non rimangono in Cristo), sarebbero stati dichiarati e condannati per eretici. n 3 gennaio 1521 era seguita la bolla di scomunica con la definitiva esclusione dalla Chiesa. Tutto il clero, secolare e regolare, doveva dichiarare eretici Lutero e la sua schiera. Lutero bruciò la bolla papale. Oltralpe la protesta dilagava. Ecco allora che la congiunzione del 1524 e il diluvio erano giudicati una punizione divina del diffondersi delle dottrine eretiche. Per altri invece il diluvio era la punizione della corruzione della curia romana. E per qualcuno, che non temeva tanto le acque del febbraio quanto piuttosto Lutero, "questo - cioè Lutero - serà il diluvio de la Chiexia". In Italia la geografia della paura si estendeva da Napoli a Roma, da Modena a Mantova, dal Friuli a Vicenza, da Brescia a Bergamo. Qui le pessime condizioni atmosferiche sul principio dell'estate del 1523, con neve, piogge torrenziali, fulmini, esondazioni disastrose dei fiumi e del lago d'Iseo, avevano acuito la paura. Ne resta memoria nel diario di un dotto cittadino, Marco Beretta, che pure segnala nel 1524 la comparsa della peste. L'11 gennaio del '24 il Podestà veneto e il Consiglio del Comune indicevano tre giorni di solenni processioni perché Dio avesse a proteggere e difendere la città "a malis, periculis et infortuniis". Ogni famiglia era tenuta a parteciparvi con una persona, pena mezzo ducato se assente. Altrettanto si disponeva per il territorio. Religiosi e religiose dovevano pregare "pro tutela et conservatione" della città. Nell'imminenza del fatidico febbraio giungeva notizia ai bergamaschi di "uno judicio" mandato dalla duchessa di Urbino, dell'astronomo di corte Paolo da Middelburg, vescovo di Fossombrone. Ne scriveva da Martinengo, dove si trovava in missione, il giurista Girolamo Passi, riferendo che il "literatissimo et grandissimo astronomo ... reproba la comune et vulgata opinione de questi astrologi, che dicono che questo presente anno 1524 nel mese de februario seranno diluij et grande inundatione et conclude che non serà diluio né universale né particulare, anzi serà sicità."