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CICLo AGOSTINIANo di Fiorentino Vilasco a Cassago

Agostino dialoga con Alipio, pittura nella Cappella di sant'Agostino a Cassago Brianza

Agostino dialoga con Alipio

 

 

FIORENTINO VILASCO

1954

Cappella di S. Agostino nella Chiesa parrocchiale di Cassago Brianza

 

Agostino dialoga con Alipio

 

 

 

Sul lato destro della cappella fu dipinta una discussione fra Alipio e Agostino. Il santo che in questo periodo era ancora catecumeno confuta la posizione filosofica degli accademici per affermare, come è riportato nel cartiglio sottostante, che "niente mi staccherà da Cristo, perché Cristo è il più forte di tutti."

La scena è ambientata, come le altre in un panorama campestre e fra architetture classiche con edifici a colonnati. Le due figure sono molte espressive e rivelano una dolce serenità nella discussione che viene a svolgersi fra due amici sinceramente desiderosi di concorrere alla ricerca della verità.

 

Nello stesso tempo venne d'Africa un tal Ponziano, amico di Agostino, che gli parlò della vita e dei miracoli di Antonio che era morto da poco in Egitto. Agostino, mosso da questi esempi andò, tutto turbato, dal suo amico Alipio e gli disse:

- Quanto ci tocca soffrire al vedere gente ignorante innalzarsi verso il cielo, mentre noi con tutta la nostra scienza andiamo a gettarci nell'inferno !

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Le notizie sulla vita di Alipio sono contenute quasi totalmente nelle opere del suo grande amico, s. Agostino, con il quale divise gli errori della gioventù, la conversione e le fatiche dell'apostolato. Alipio nacque a Tagaste (oggi Souk-Ahras in Algeria) da genitori che erano tra i maggiorenti del paese. Piccolo di statura, ma di animo forte e di indole virtuosa, strinse un'affettuosa ed intima amicizia con Agostino, tanto che questi lo chiama ripetutamente frater cordis mei. Più giovane di qualche anno del suo amico, ne frequentò le scuole di grammatica nel paese natale e le scuole di retorica a Cartagine; lo precedette a Roma, dove si recò per studiare diritto, e lo accompagnò a Milano. Con l'amico Alipio Agostino visse il travaglio del ritorno alla fede; castissimo di costumi, gli fu di sostegno nella lotta contro le passioni e lo sconsigliò dal prendere moglie per non rinunziare a vivere liberamente nell'amore della sapienza; fu presente alla crisi della conversione e ne seguì l'esempio; si ritirò con lui a Cassiciaco, dove prese parte alle dispute di filosofia, e insieme con lui ricevette il battesimo il 25 aprile del 387. L'anno seguente Alipio tornò in Africa e a Tagaste si ritirò con gli amici a vita cenobitica.

Nel 391 seguì Agostino nel monastero d'Ippona. Poco dopo viaggiò in Oriente e strinse amicizia con Girolamo. Fu caro a Paolino da Nola, che ne ammirava la santità e lo zelo. Eletto vescovo di Tagaste, quando s. Agostino era ancor prete, a fianco di lui, per quasi quarant'anni, rifulse nella Chiesa d'Africa come riformatore del clero, maestro di monachismo e difensore della fede contro i donatisti e i pelagiani. Nel 411 partecipò alla Conferenza di Cartagine, e fu tra i sette vescovi cattolici che sostennero le dispute con i donatisti, nel 416 partecipò al Concilio di Milevi (Numidia) e nel 418, per incarico di papa Zosimo, si recò a Cesarea di Mauritania per affari ecclesiastici, prendendo parte alla disputa di Agostino con Emerito, vescovo donatista.