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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Novecento > VilascoCICLo AGOSTINIANo di Fiorentino Vilasco a Cassago
La Cappella di sant'Agostino a Cassago
FIORENTINO VILASCO
1954
Cappella di S. Agostino nella Chiesa parrocchiale di Cassago Brianza
Episodi del Rus Cassiciacum di sant'Agostino
L'autore del ciclo è il pittore Fiorentino Vilasco di Villasanta che iniziò a lavorarvi nell'agosto 1950. Glielo commissionò il parroco di Cassago don Giovanni Motta. I temi delle scene furono indicati da don Giulio Oggioni, compaesano di don Motta e futuro vescovo di Bergamo, che era uno studioso di S. Agostino. Don Oggioni, che tenne una commemorazione agostiniana nel 1954 a Cassago, suggerì tre quadri tutti riferiti a episodi descritti nelle opere scritte da Agostino nel suo soggiorno a Cassiciaco. L'insieme di questo originale ciclo pittorico è ancora oggi una vera rarità nel panorama iconografico agostiniano.
Il pittore vi lavorò con un certo assillo, perché la gente aveva grandi attese, tanto che don Motta ricorda che il pittore condusse questo lavoro psicologicamente turbato per talune critiche che gli erano state rivolte. Alla fine dei lavori tuttavia la cappella fu generalmente ben giudicata, se si eccettua il quadro dei Soliloqui di cui il pittore stesso riconobbe difetti d'impostazione, tanto da non essere restio dal rifarla su richiesta del parroco. Don Motta desiderò realizzare quest'opera per favorire - come scrive - la pietà dei suoi parrocchiani grazie a dipinti "la cui comprensione poteva aiutare a penetrare l'animo di S. Agostino nella sua vivacità intellettuale, nella sua ricerca morale, nella sua chiare e calda contemplazione."
Fra l'estate del 386 e la primavera del 387 d. C. Agostino fu ospitato a Cassiciaco dall'amico e grammatico milanese Verecondo. Un eccezionale ed appassionato ricordo di quel luogo ci è stato assicurato in un passo del IX libro delle Confessioni, quando testualmente Agostino scrive: « ... Tuoi siamo, lo attestano le tue esortazioni e poi le tue consolazioni: fedele alle promesse, rendi a Verecondo, in cambio della sua campagna a Cassiciaco, ove riposammo in te dalla bufera del mondo, l'amenità in eterno verdeggiante del tuo paradiso, poiché gli hai rimesso i suoi peccati sulla terra, sulla montagna pingue, la tua montagna, la montagna ubertosa ... »
Lo accompagnarono parenti, amici e discepoli: Monica, la madre Adeodato, il figlio Navigio, il fratello Alipio, l'intimo amico Rustico, un cugino Lastidiano, un cugino Licenzio, un discepolo Trigezio, un discepolo uno stenografo Probabilmente gli fecero probabilmente visita Romaniano, Manlio Teodoro e Verecondo.
Nella campagna di Cassiciaco scrisse i Dialoghi.