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CICLo AGOSTINIANo a Douarnenez

La morte di Monica ad Ostia antica

La morte di Monica ad Ostia antica

 

 

J. e H. MAUMEJEAN   

1930

Douarnenez, chiesa del Sacro Cuore

 

La morte di Monica ad Ostia antica

 

 

 

La scena si svolge nella camera dove Agostino alloggiava con i familiari. Monica è distesa sul letto assieme solo al figlio che la regge alle spalle e le tiene la mano destra nella sua. E' una scena molto intima dove traspare la dolcezza e nello stesso tempo la forte consapevolezza del prossimo trapasso di Monica a compimento della sua vita. Una finestra apre lo sguardo sul mare dove una nave è già pronta a salpare per riportare Agostino in Africa dove la sua fede avrà occasione di rifulgere in eterno.

 

Tu che fai abitare in una casa i cuori unanimi, associasti alla nostra comitiva anche Evodio, un nostro giovane concittadino. Era impiegato nell'amministrazione imperiale, e si era convertito a te prima di noi, aveva ricevuto il battesimo e lasciato il servizio nel mondo per dedicarsi al tuo. Vivevamo insieme e avremmo abitato insieme anche in futuro, questo era il nostro solenne impegno. Eravamo in cerca di un luogo in cui potessimo renderci più utili vivendo al tuo servizio: insieme facevamo ritorno in Africa. Giunti vicino a Ostia, sul Tevere, mia madre morì.

AGOSTINO, Confessioni 9, 8, 17

 

Monica morì pochi giorni dopo questo colloquio con il figlio, che così ci racconta gli ultimi istanti della vita della madre. Era l'autunno del 387: "... Entro cinque giorni o non molto più, si mise a letto febbricitante e nel corso della malattia un giorno cadde in deliquio e perdette la conoscenza per qualche tempo. Noi accorremmo, ma in breve riprese i sensi, ci guardò, mio fratello e me, che le stavamo accanto in piedi, e ci domandò, quasi cercando qualcosa: "Dov'ero?"; poi, vedendo il nostro afflitto stupore: "Seppellirete qui, soggiunse, vostra madre".

Io rimasi muto, frenando le lacrime; mio fratello invece pronunziò qualche parola, esprimendo l'augurio che la morte non la cogliesse in terra straniera, ma in patria, che sarebbe stata migliore fortuna. All'udirlo, col volto divenuto ansioso gli lanciò un'occhiata severa per quei suoi pensieri, poi, fissando lo sguardo su di me, esclamò: "Vedi cosa dice", e subito dopo, rivolgendosi a entrambi: "Seppellite questo corpo dove che sia, senza darvene pena. Di una sola cosa vi prego: ricordatevi di me, dovunque siate, innanzi all'altare del Signore"

AGOSTINO, Confessioni 9, 11, 27

 

La chiesa del Sacro Cuore a Douarnenez venne costruita in stile neo gotico nel 1875 sull'area dove sorgeva quella di Ploaré. Alcune centinaia di vetrate ornano la chiesa e per la maggior parte sono state realizzate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. I temi che sono stati sviluppati sono assai vari e raffigurano scene bibliche con protagonisti gli evangelisti, gli apostoli, i profeti e santi. Tra i vari episodi narrati si scoprono le scene dell'Assunzione della Vergine, della Ascensione di Cristo, dell'Incoronazione di Maria e della Resurrezione. Queste scene si trovano su grandi finestre dei bracci del transetto.

Altre vetrate sono simboliche allusioni alla storia bretone con la rievocazione della vita di sant'Anna, di san Corentin o ancora di episodi della storia della città con le raffigurazioni della chiesa di Saint-Herlé de Ploaré, l'île Tristan o ancora Michel Le Nobletz.

Fra i santi celebrati nelle vetrate scopriamo anche la figura di sant'Agostino.

La realizzazione di queste vetrate è stata affidata a diverse botteghe artigiane. Gli atelier Florence di Tours hanno portato a termine le due grandi vetrate del transetto nel 1901, mentre quelli della navata centrale provengono dalle botteghe J. e H. Mauméjean e risalgono al 1930.