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CICLo AGOSTINIANo a Douarnenez

Estasi di Ostia di Agostino e Monica

Estasi di Ostia di Agostino e Monica

 

 

J. e H. MAUMEJEAN   

1930

Douarnenez, chiesa del Sacro Cuore

 

Estasi di Ostia di Agostino e Monica

 

 

 

Alcune delle pagine più belle delle Confessioni sono dedicate da Agostino al commosso ricordo della madre Monica. In particolare, è rimasto famoso l'episodio della cosiddetta "estasi di Ostia", un'esperienza mistica che i due ebbero a Ostia Tiberina nel 387, a breve distanza dal battesimo di Agostino e pochi giorni prima dell'ultima malattia di Monica. Risalendo di contemplazione in contemplazione dalle cose create alla divina Sapienza creatrice, madre e figlio pregustano la gioia del paradiso. Nel viaggio di ritorno da Milano dopo il 387 Agostino e Monica soggiornarono a Ostia in attesa di potersi imbarcare per l'Africa. In questa città Monica trovò la morte, ma prima di morire Agostino ricorda un fatto curioso che li vide protagonisti: un'estasi platonica.

L'artista qui pone di fronte Agostino e la madre in piedi mentre si guardano negli occhi con le mani fra le mani. La dolcezza dei loro visi e del loro sguardo esprime la straordinarietà di quanto stanno vivendo. Sullo sfondo l'orizzonte si amplia fino ai confini fra mare e cielo.

 

10.23. Incombeva il giorno in cui doveva uscire da questa vita - e tu lo conoscevi quel giorno, noi no. Accadde allora per una tua misteriosa intenzione, credo, che ci trovassimo soli io e lei, affacciati a una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là nei pressi di Ostia Tiberina, dove c'eravamo appartati lontano da ogni trambusto, per riposarci della fatica di un lungo viaggio e prepararci alla navigazione. Conversavamo dunque assai dolcemente noi due soli, e dimentichi del passato, protesi verso quello che ci era davanti ragionavamo fra noi, alla presenza della verità - vale a dire alla tua presenza. L'argomento era la vita eterna dei beati, la vita che occhio non vide e orecchio non udì, che non affiorò mai al cuore dell'uomo. Noi eravamo protesi con la bocca del cuore spalancata all'altissimo flusso della tua sorgente, la sorgente della vita che è in te, per esserne irrigati nel limite della nostra capacità, comunque riuscissimo a concepire una così enorme cosa.

- 24. E il nostro ragionamento ci portava a questa conclusione: che la gioia dei sensi e del corpo, per quanto vivida sia in tutto lo splendore della luce visibile, di fronte alla festa di quella vita non solo non reggesse il confronto, ma non paresse neppur degna d'esser menzionata. Allora in un impeto più appassionato ci sollevammo verso l'Essere stesso attraversando di grado in grado tutto il mondo dei corpi e il cielo stesso con le luci del sole e della luna e delle stelle sopra la terra. E ascendevamo ancora entro noi stessi ragionando e discorrendo e ammirando le tue opere, e arrivammo così alle nostre menti e passammo oltre, per raggiungere infine quel paese della ricchezza inesauribile dove in eterno tu pascoli Israele sui prati della verità. Là è vita la sapienza per cui sono fatte tutte le cose, quelle di ora, del passato e del futuro - la sapienza che pure non si fa, ma è: così come era e così sarà sempre. Anzi l'essere stato e l'essere venturo non sono in lei, ma solo l'essere, dato che è eterna: infatti essere stato ed essere venturo non sono eterni. Mentre così parliamo, assetati di lei, eccola... in un lampo del cuore, un barbaglio di lei. E già era tempo di sospirare e abbandonare lì le primizie dello spirito e far ritorno allo strepito della nostra bocca, dove la parola comincia e finisce. E cosa c'è di simile alla tua Parola, al Signore nostro, che perdura in se stessa senza diventare vecchia e rinnova ogni cosa?

 

La chiesa del Sacro Cuore a Douarnenez venne costruita in stile neo gotico nel 1875 sull'area dove sorgeva quella di Ploaré. Alcune centinaia di vetrate ornano la chiesa e per la maggior parte sono state realizzate tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. I temi che sono stati sviluppati sono assai vari e raffigurano scene bibliche con protagonisti gli evangelisti, gli apostoli, i profeti e santi. Tra i vari episodi narrati si scoprono le scene dell'Assunzione della Vergine, della Ascensione di Cristo, dell'Incoronazione di Maria e della Resurrezione. Queste scene si trovano su grandi finestre dei bracci del transetto.

Altre vetrate sono simboliche allusioni alla storia bretone con la rievocazione della vita di sant'Anna, di san Corentin o ancora di episodi della storia della città con le raffigurazioni della chiesa di Saint-Herlé de Ploaré, l'île Tristan o ancora Michel Le Nobletz.

Fra i santi celebrati nelle vetrate scopriamo anche la figura di sant'Agostino.

La realizzazione di queste vetrate è stata affidata a diverse botteghe artigiane. Gli atelier Florence di Tours hanno portato a termine le due grandi vetrate del transetto nel 1901, mentre quelli della navata centrale provengono dalle botteghe J. e H. Mauméjean e risalgono al 1930.