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CICLo AGOSTINIANo di Peter Dimmel a Ried

Agostino allo scrittoio scrive i suoi libri, particolare della porta di sant'Agostino a Ried

Agostino allo scrittoio scrive i suoi libri

 

 

PETER DIMMEL

1987

Porta di sant'Agostino nella parrocchiale di Ried

 

Agostino allo scrittoio scrive i suoi libri

 

 

 

La scena ideata da Leitner e poi realizzata dal prof. Dimmel riprende l'immagine di Agostino come Maestro di Dottrina e teologia innamorato di Dio. L'intera sua opera è dedicata al desiderio di comprendere la grandezza dell'infinito amore di Dio per l'umanità. Mentre Agostino è in piedi allo scrittoio intento a vergare con una penna le pagine di un suo libro, ai piedi dello scrittoio, seduto, c'è un chierico che tiene in mano un brano di un rotolo dove è riportata la frase IUSTUS UT PALMA che è ripresa dal Salmo 92.

La dinamica figura di Agostino riesce a esprimere con forza l'azione e la passionalità del suo scrivere.

 

 

Quando i Goti presero Roma, gli infedeli e gli idolatri insultavano cristiani. ed allora Agostino scrisse il suo libro La città di Dio in cui dimostra che i buoni devono essere talvolta oppressi dal dolore e che i cattivi tal devono godere. In questo libro tratta anche delle due città: Gerusalemme e Babilonia, e dei loro re e cioè Gesù Cristo, re di Gerusalemme e il demonio re di Babilonia. Da queste due città, egli dice, provengono due amori: dalla città del demonio l'amore di se stesso che porta al disprezzo di Dio; e dalla città di Cristo l'amor che porta al disprezzo di se stesso.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

AGOSTINO, Confessioni, 10, 3, 4

 

Particolare della scena in cui Agostino scrive il personaggio raffigurato è l'amico Possidio, porta di sant'Agostino a Ried

Particolare della scena in cui Agostino scrive:

il personaggio raffigurato è l'amico Possidio

L'Agostino delle Confessioni è anche poeta. Gli studiosi non hanno tralasciato d'illustrare quest'aspetto. " È il suo senso di poesia - scrive uno di essi - che dà alla realtà spirituale un volto ed una voce, alla realtà sensibile un'anima ed un palpito, sicché, mentre la prima viene accostata a noi senza perdere la sua immateriale purezza, la seconda, senza che ne abbiamo la concretezza visibile, ci si fa scala per salire a Dio ".

Ed un altro afferma che tutte le qualità di Agostino scrittore, che furono molte, non spiegano la loro efficacia " se non si tiene conto della grandezza del genio poetico del figlio di Monica ". La poesia è l'espressione più alta delle vibrazioni dell'anima, spesso della mistica. Così fu per Agostino. La sua fu la poesia dell'amore, dell'amicizia, della bellezza, del bisogno di Dio, della speranza; la poesia, per dirla con un sua immagine, d'un " filo d'erba assetato ": " Non abbandonare i tuoi doni - dice egli a Dio -, non disdegnare questo tuo filo d'erba assetato".

Si sa che le Confessioni sono una lettera a Dio, nella quale Agostino narra, loda, ringrazia, adora, implora, canta; canta le profondità abissali del cuore umano e le misericordie di Dio. L'uomo e Dio: ecco i due temi sui quali tesse i tredici libri delle Confessioni. Essi, scrive rileggendoli, " lodano Dio giusto e buono per i miei mali e per i miei beni, e verso di lui sollevano l'intelligenza e il cuore degli uomini."

La lode si trasforma spesso in preghiera d'implorazione o in ascesa interiore fino alle vette più alte della contemplazione. Nelle Confessioni ci sono le pagine più affascinanti dell'esperienza contemplativa agostiniana, pagine che si collocano per la forza narrativa e mistica tra le più belle della spiritualità cristiana. Aveva ragione uno scrittore, che era insieme filosofo e poeta, di dire, riferendosi alla narrazione dell'estasi di Ostia, che è una pagina di " profonda poesia " e " una delle cose più vertiginose dello spirito ... "; con essa " nasceva per la prima volta la poesia dell'estasi, il poema della comunicazione con Dio, la vertigine sublime dell'altezza, lo stupendo ascendere dell'anima sino all'assoluto Amore ... "