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CICLo AGOSTINIANo a Deauville

Morte di Agostino a Ippona

Morte di Agostino a Ippona

 

 

CHARLES CHAMPIGNEULLE

1829-1831

Deauville, chiesa di sant'Agostino

 

Morte di Agostino a Ippona

 

 

 

Agostino muore il 28 agosto 430 mentre i Vandali di Genserico stanno assediando Ippona. La scena ricorda questo momento tragico per la città: Agostino è seduto reclinato sul proprio letto mentre un vescovo lo sta benedicendo. Un nimbo gli avvolge il capo e emblematicamente il santo è vestito con gli abiti dei monaci agostiniani. Altri monaci gli stanno accanto al letto e vegliano in preghiera.

Agostino ha un aspetto molto anziano e una folta barba bianca gli scende dal mento fin sul petto. Una serenità profonda emana da tutta la scena che esprime il transito cristiano di Agostino nella quiete disposizione d'animo di uno spirito che ha sempre cercato di investigare e di amare Dio.

 

31. 1. Quel sant'uomo, nella lunga vita che Dio gli aveva concesso per l'utilità e il bene della santa chiesa (infatti visse 76 anni, e circa 40 anni da prete e vescovo), parlando con noi familiarmente era solito dire che, ricevuto il battesimo, neppure i cristiani e i sacerdoti più apprezzati debbono separarsi dal corpo senza degna e adatta penitenza.

31. 2. In tal modo egli si comportò nella sua ultima malattia: fece trascrivere i salmi davidici che trattano della penitenza - sono molto pochi - e fece affiggere i fogli contro la parete, così che stando a letto durante la sua infermità li poteva vedere e leggere, e piangeva ininterrottamente a calde lacrime.

31. 3. Perché nessuno disturbasse il suo raccoglimento, circa dieci giorni prima di morire, disse a noi, che lo assistevamo, di non far entrare nessuno, se non soltanto nelle ore in cui i medici entravano a visitarlo o gli si portava da mangiare. La sua disposizione fu osservata, ed egli in tutto quel tempo stette in preghiera.

31. 4. Fino alla sua ultima malattia predicò in chiesa la parola di Dio ininterrottamente, con zelo e con forza, con lucidità e intelligenza.

31. 5. Conservando intatte tutte le membra del corpo, sani la vista e l'udito, mentre noi eravamo presenti osservavamo e pregavamo, egli - come fu scritto - si addormentò coi suoi padri, in prospera vecchiaia (1 Re, 2, 10). Per accompagnare la deposizione del suo corpo, fu offerto a Dio il sacrificio in nostra presenza, e poi fu sepolto.

31. 6. Non fece testamento, perché povero di Dio non aveva motivo di farlo. Raccomandava sempre di conservare diligentemente per i posteri la biblioteca della chiesa con tutti i codici. Quel che la chiesa aveva di suppellettili e ornamenti, affidò al prete che alle sue dipendenze curava l'amministrazione della casa annessa alla chiesa.

31. 7. Né durante la vita né al momento di morire trattò i suoi parenti, sia quelli dediti alla vita monastica sia quelli di fuori, nel modo consueto nel mondo. Quando viveva, dava a costoro, se era necessario, quel che usava dare agli altri, non perché avessero ricchezze ma perché non fossero poveri e non lo fossero troppo.

31. 8. Lasciò alla chiesa clero abbondante e monasteri di uomini e donne praticanti la continenza con i loro superiori; inoltre, biblioteche contenenti libri e prediche sia suoi sia di altri santi, dai quali si può conoscere quanta sia stata, per dono di Dio, la sua grandezza nella chiesa e nei quali i fedeli lo trovano sempre vivo. In tal senso un poeta pagano, disponendo che i suoi gli facessero la tomba in luogo pubblico ed elevato, dettò questa epigrafe: Vuoi sapere, o viandante, che il poeta vive dopo la morte? Ecco, io dico ciò che tu leggi: la tua voce è la mia.

POSSIDIO, Gesta Augustini 31, 1 - 8

 

Morì nella pace del Signore alla presenza dei suoi monaci che pregavano, in età di 77 anni, dopo quarant'anni di episcopato. Morì senza far testamento perchè nella sua povertà evangelica nulla aveva di cui potesse disporre.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

 

 

Charles François Champigneulle

Nato a Metz nel 1820, Champigneulle fu un notevole maestro vetraio e industriale francese dell'Ottocento. Nel 1861 fondò a Metz uno stabilimento di sculture religiose in ceramica e sette anni dopo rilevò la famosa casa di pittura su vetro di Laurent-Charles Maréchal. Quest'ultima diventerà così la casa "Maréchal et Champigneulle". Charles Maréchal gli era amico e gli offrì tutte le sue conoscenze artigiane nella tecnica del restauro restauro e nella creazione delle vetrate. Nel 1872 dopo l'annessione di Metz alla Germania, Champigneulle trasferì i suoi stabilimenti a Bar-le-Duc. Charles Maréchal estende il bacino di utenza di Bar-le-Duc all'estero, il che conferisce all'azienda e ai suoi lavoratori lo status di azienda di fama internazionale. L'azienda raggiunse una fama internazionale e la sua produzione di vetrate colorate era assai rinomata e ricercata. Charles François Champigneulle morì a Savonnières-devant-Bar nel 1882 lasciando l'azienda nelle mani di Emmanuel Champigneulle suo figlio minore. Il primogenito Louis Charles Marie Champigneulle (1853-1905) fondò nel 1881 un'importante filiale dell'azienda a Parigi. Suo figlio Charles Marie Champigneulle (1880-1908), architetto e maestro vetraio, continuò l'attività di famiglia, che proseguì con il nipote Jacques Charles Champigneulle (1907-1955), anch'egli maestro vetraio, attivo dal 1928 al 1952 in collaborazione con il pittore Jean Dupas (1882-1964).