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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Ottocento > DeauvilleCICLo AGOSTINIANo a Deauville
Agostino consacrato vescovo di Ippona
CHARLES CHAMPIGNEULLE
1829-1831
Deauville, chiesa di sant'Agostino
Agostino consacrato vescovo di Ippona
L'immagine riprende una struttura iconografica che ha avuto un largo successo nella iconografia agostiniana. Agostino, con il nimbo luminoso sul capo è seduto su una cattedra e riceve l'investitura a vescovo da parte degli altri vescovi africani che si sono radunati per la cerimonia. Due vescovi alzano contemporaneamente la mitra che stanno per deporre sul capo di Agostino.
Valerio scrisse ad Aurelio, come al primate dell'Africa, manifestandogli la sua intenzione di avere Agostino, ordinato vescovo, a collega e futuro successore; e colta l'occasione d'una visita di Megalio, vescovo di Calama e primate di Numidia, gli presentò Agostino perchè l'ordinasse. Megalio tuttavia si opponeva, e non tanto perchè la cosa non fosse lecita ma perché sapeva di accuse gravi lanciate contro Agostino, accuse che Megalio stesso accolse in una sua lettera, benché, poco dopo, meglio informato, le ritrattasse esplicitamente. Si accusava - se almeno è questa lettera di Megalio la fonte dell'accusa mossa più tardi dal donatista Petiliano - Agostino di aver dato a una donna dei sortilegi e dei filtri amorosi: ma praticare la magia era essere idolatra e delitto punito dalle leggi imperiali.
Comunque Agostino fu ordinato vescovo, con grande soddisfazione dei suoi amici, plaudente da lontano Paolino da Nola. In che anno ciò precisamente accadesse, è tuttora argomento di discussione, giacché il Chronicon di Prospero che pone l'ordinazione episcopale di Agostino nel gennaio del 395 è pieno di errori, e il Sermone 339 di Agostino che sarebbe stato tenuto da lui nella ricorrenza dell'anniversario della consacrazione e nell'imminenza del Natale è, come ha dimostrato Morin, non diciamo spurio, ma certo poco attendibile e poco autentico: risultato della cucitura più o meno abile di altri sermoni. Si oscilla dunque tra il 395 e la primavera del 397 quando Agostino, già vescovo, dedicava un libro a Simpliciano, vescovo di Milano e successore di Ambrogio, morto il 4 aprile del 397.
Il beato Valerio, vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e dell'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino venisse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo assieme a lui ... Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona e a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse subito messa in atto.
POSSIDIO, Gesta Augustini 8, 1-3
Non vi scriviamo però soltanto per rallegrarci che Agostino abbia ricevuto l'episcopato, ma che le Chiese d'Africa abbiano meritato questa prova di sollecitudine da parte di Dio, di sentire cioè le parole del cielo per bocca di Agostino: questi, elevato in modo insolito a un più alto ufficio della religione cristiana, è stato consacrato non per essere il sostituto del vescovo nella cattedra, ma per essergli d'aiuto; in realtà, essendo ancora vivente il vescovo Valerio, Agostino è solo vescovo coadiutore della Chiesa d'Ippona.
PAOLINO e ERASIA, Lettera 32 a Romaniano
Io fui ordinato vescovo quando era ancora vivo il vegliardo Valerio, padre e vescovo mio di santa memoria, e occupai la cattedra insieme con lui; ma né io né lui sapevamo che ciò era proibito dal Concilio di Nicea.
AGOSTINO, Lettera 213, 4
Valerio incominciò a temere che Agostino fosse eletto vescovo di qualche altra chiesa, perciò rassegnò nelle mani del vescovo di Cartagine le sue dimissioni e propose Agostino per successore. Agostino non volle accettare, ma infine fu costretto a cedere e fu consacrato vescovo. Più tardi egli disse che non avrebbe dovuto ricevere la consacrazione episcopale per mano del suo predecessore perchè la cosa era proibita da un concilio, ma egli conobbe la proibizione solo dopo essere stato consacrato e non volle che si facesse con altri una cosa che a lui era tanto dispiaciuta.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Charles François Champigneulle
Nato a Metz nel 1820, Champigneulle fu un notevole maestro vetraio e industriale francese dell'Ottocento. Nel 1861 fondò a Metz uno stabilimento di sculture religiose in ceramica e sette anni dopo rilevò la famosa casa di pittura su vetro di Laurent-Charles Maréchal. Quest'ultima diventerà così la casa "Maréchal et Champigneulle". Charles Maréchal gli era amico e gli offrì tutte le sue conoscenze artigiane nella tecnica del restauro restauro e nella creazione delle vetrate. Nel 1872 dopo l'annessione di Metz alla Germania, Champigneulle trasferì i suoi stabilimenti a Bar-le-Duc. Charles Maréchal estende il bacino di utenza di Bar-le-Duc all'estero, il che conferisce all'azienda e ai suoi lavoratori lo status di azienda di fama internazionale. L'azienda raggiunse una fama internazionale e la sua produzione di vetrate colorate era assai rinomata e ricercata. Charles François Champigneulle morì a Savonnières-devant-Bar nel 1882 lasciando l'azienda nelle mani di Emmanuel Champigneulle suo figlio minore. Il primogenito Louis Charles Marie Champigneulle (1853-1905) fondò nel 1881 un'importante filiale dell'azienda a Parigi. Suo figlio Charles Marie Champigneulle (1880-1908), architetto e maestro vetraio, continuò l'attività di famiglia, che proseguì con il nipote Jacques Charles Champigneulle (1907-1955), anch'egli maestro vetraio, attivo dal 1928 al 1952 in collaborazione con il pittore Jean Dupas (1882-1964).