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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > Maestro di BrugesCICLo AGOSTINIANo dEL MAESTRO DI BRUGES
La Pala del Maestro di Bruges: Agostino narra l'aiuto di Dio
(Metropolitan Museum di New York)
MAESTRO DI BRUGES
1490 ca.
Metropolitan Museum di New York e National Gallery di Dublino
Agostino narra agli amici l'aiuto divino
Agostino vestito con l'abito monacale parla a cinque persone. C'è chi ha visto in questa scena Agostino parlare agli eretici altri ritengono che stia parlando ai discepoli o a degli amici. Senza dubbio sta insegnando qualcosa come si arguisce dai desti delle dita: il suo viso e i suoi sentimenti sono tranquilli e non v'è animazione per una controversia con eretici tipo Fortunato, Fausto o i manichei.
I suoi interlocutori ascoltano le sue parole con rispetto ed anche pietà. Un giovane a sinistra si annota le sue parole. Non c'è alcun cappello appuntito per indicare degli eretici. Viene qui rappresentato probabilmente lo stesso episodio della Tavola di Barcellona di Huguet e aiuti in cui Agostino narra ai suoi amici l'azione di Dio sulla sua vita passata.
Chiusi allora il libro tenendoci un dito o non so che cos'altro come segno, e ormai rasserenato in volto lo mostrai ad Alipio. Ma in questo stesso modo lui mostrò quello che succedeva a lui - a mia insaputa. Volle vedere che cosa leggevo: glielo mostrai, e lui portò la sua attenzione anche sul seguito di quello che avevo letto io. Io lo ignoravo, ma quel passo proseguiva: E accogliete chi è incerto nella fede. Lo riferì a se stesso, e me lo disse. L'esortazione lo incoraggiò nel suo proponimento, buono e quanto mai rispondente al suo modo di vivere, per cui già era da tempo ben più avanti di me. E senza tormento, senza esitazione mi seguì. Subito entriamo da mia madre, le parliamo: grande gioia per lei.
Le raccontiamo come sia accaduto: esultanza e trionfo. Benediceva te, che puoi fare ben oltre ciò che noi chiediamo e comprendiamo. Perché riguardo a me si vedeva concesso molto di più di quello che chiedeva tutto il suo povero piangere sommesso. Infatti avevi convertito a te il mio essere al punto che non cercavo più moglie né tenevo più ad alcuna speranza del mondo, posando ormai su quel metro di fede sul quale tanti anni prima mi avevi in sogno rivelato a lei. E convertisti il suo dolore in gioia molto più grande di quanto sperava, e molto più cara e più pura di quella che attendeva dai nipoti del mio sangue.
AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 30