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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Quattrocento > Antonio VivariniCICLo AGOSTINIANo di Antonio Vivarini
Conversione e morte di Patrizio
ANTONIO VIVARINI
1441
Detroit, Institute of Arts
Conversione e morte di Patrizio
L'opera di Antonio Vivarini consiste in una tavola ad olio che riproduce un episodio della vita di Monica narrato da Agostino nelle Confessioni. Patrizio è sul letto di morte ed è visitato da Monica che si avvicina al marito benedicendolo con la mano destra. mentre con la sinistra regge in mano un crocifisso di grandi dimensioni. Il marito Patrizio alza la testa da cuscino e volge lo sguardo verso la moglie e verso il crocefisso per assecondare il gesto di Monica.
Monica ha un aspetto molto giovanile e porta in testa il nimbo della santità. La scena è completata d altri due personaggi: un bambino, che probabilmente è Agostino che assiste alla scena e da una donna, forse la fantesca, che accompagna il, anzi quasi lo sospinge nella camera per assistere alla conversione del padre patrizio prima che la morte lo colga.
La scena si svolge nella camera letto arredata con semplicità ma con eleganza, secondo un gusto ormai rinascimentale. In camera si accede attraverso una larga porta con arco a tutto sesto.
La tavola misura cm 35 in altezza e 25 in larghezza. Attualmente è conservata a Detroit, all'Institute of Arts. La tavola proviene probabilmente da Volterra, dove rimase custodita all'indomani della dispersione della pala di santa Monica dalla sua sede originaria a Venezia.
Agostino parla della morte del padre nelle Confessioni, precisamente nel libro nono, quando ripensa alla sua vita trascorsa con la madre e i genitori: "Finalmente guadagnò a te anche il marito, già quasi al limite estremo della vita temporale: e in lui che ormai era credente non rimpianse ciò che aveva tollerato nel miscredente. Era poi la serva dei tuoi servi. Chi di loro l'aveva conosciuta, in lei rendeva lode e onore e amore a te, sentendo nel suo cuore la tua presenza, testimoniata dai frutti di una vita consacrata a te.
Era stata la moglie d'un solo uomo, aveva reso ai genitori il bene ricevuto, aveva retto con devozione la sua casa, a testimonio aveva le sue buone opere. Aveva allevato dei figli, partorendoli di nuovo ogni volta che li vedeva allontanarsi da te. Infine di tutti noi, Signore, che possiamo per tuo gratuito favore dirci servi tuoi, e ricevuta la grazia del tuo battesimo vivevamo già in una nostra comunità, al tempo in cui ancora lei non s'era addormentata in te, di tutti noi si prese cura quasi fossimo tutti figli suoi, e quasi fosse figlia di noi tutti ci servì."
AGOSTINO, Confessioni, 9, 9, 22