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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > AlmagroCICLo AGOSTINIANo ad Almagro
Estasi di sant'Agostino
SCUOLA DI ZURBARAN
1640-1660
Almagro, chiesa di sant'Agostino
Estasi di sant'Agostino
La rappresentazione riprende in modo abbastanza fedele una analoga pittura di Anton Van Dick che conosciamo in diverse copie ad Anversa, Oxford e Haven dipinte verso il 1628-1630, nonché in una copia a stampa di Peter Jode il giovane editata sempre in quegli anni.
Il tema che venne affrontato da Van Dyck seguiva un filone diffuso nel secolo: Agostino, in compagnia della madre, rivolge lo sguardo al cielo, aiutato da alcuni angeli che lo prendono per mano. In alto appare la visione di Cristo e della Trinità in un festoso movimento di angeli.
La sua opera ebbe molta fortuna e venne ripresa da altri autori, fra cui Jean Erasme Quellin a Bruges, Miguel de Santiago a Quito e Murillo a Siviglia.
La scena raffigurata riprende alcuni testi e leggende anche medioevali, come quelle di Jacopo da Varagine che racconta: "D. Augustinus in intentissimo Dei amore positus ter a Domino interrogatur: 'Augustine amas me ? ' Cum ille: ita amo Te, ut si ego Deus forem, vellem ego fieri. Il dialogo è tratto da Giovanni XXI e ricorda l'interrogatorio di Pietro.
Si legge anche che un uomo di molta pietà in un'estasi vide tutti i santi, ma per quanto cercasse, non riusciva a vedervi S. Agostino. Ne domandò la ragione ed il santo cui si era rivolto gli disse: - Agostino è nel più alto dei cieli e contempla la Santissima Trinità.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 9
CORNELIUS LANCELOTZ, S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et s.r.e. doctoris vita. Piis omnibus, nec non de vera fide, deque vitae statu deliberantibus vtilissima. Auctore r.p.f. Cornelio Lancillotto erem. Augustiniano exprouinciali. Antuerpiae: ex officina Plantiniana, apud viduam & filios Io. Moreti (Antuerpiae: ex officina Plantiniana, apud viduam et filios Ioannis Moreti, 1616)