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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > BiennoCICLo AGOSTINIANo del Fiammenghino a Bienno
Agostino a Milano incontra Ambrogio
GIOVAN MAURO DELLA ROVERE detto il Fiammenghino
1620-1622
Cappella Bontempi nella chiesa parrocchiale di Bienno
Agostino a Milano incontra e ascolta la predicazione di Ambrogio
Agostino a Milano incontra, ascolta la predicazione e disputa con il vescovo Ambrogio. La scena affrescata da Fiammenghino è particolarmente vivace e forte nella intonazione del racconto. Agostino è ritto in piedi dinanzi ad Ambrogio, che è seduto in cattedra: i due sembra che siano discutendo. Tutt'intorno, all'interno di un grande edificio, si trovano molte altre persone che osservano la scena. I colori usati dal pittore sono particolarmente vivaci e riescono a dare grande vigore all'episodio. Nella stessa scena sembra di intravedere anche l'incontro di Agostino con la città di Milano e i suoi notabili: l'ambiente ampio e pittoresco dà un senso narrativo molto forte all'intero episodio. Sue tele sono note in san Marco a Milano.
A Milano incontrai il vescovo Ambrogio che dispensava continuamente al popolo la sostanza del tuo frumento, la letizia del tuo olio e la sobria ebbrezza del tuo vino. A lui ero guidato inconsapevole da te, per essere da lui guidato consapevole a te.
AGOSTINO, Confessioni 5, 13, 23
Era allora vescovo di Milano Ambrogio.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
Il grande incontro tra Ambrogio e Agostino, l'ex funzionario romano nato in Germania (Treviri) ed eletto vescovo per volere del popolo e dello stesso potere imperiale che voleva Milano, città importantissima e sede dell' imperatore, ben presidiata da uno dei migliori funzionari dell' impero, ed il giovane retore africano, uno degli incontri più densi di significato e di conseguenze della storia, non avviene a Milano per caso.
«Et veni Mediolanum ad Ambrosium episcopum», venni appositamente a Milano per ascoltare il vescovo Ambrogio, scriverà Agostino, ritornato nella sua Africa, segnato indelebilmente da Milano e da Ambrogio. E quando nell' anno della morte (430 d. C.) Agostino, vescovo d' Ippona, visse l'ultima estate della sua vita nella sua città stretta d'assedio dai Vandali, fu nel ricordo degli assedi della chiesa di Milano e degli inni di Ambrogio che Agostino, insieme al suo popolo minacciato dalla grande violenza e ferocia dei Vandali, ripeté quei canti nella chiesa d' Ippona. Una mostra che sollecita continue suggestive analogie tra l' ieri e l' oggi e che ci aiuta anche a riflettere sull' autonomia culturale milanese, che si manifesta anche nella liturgia e negli inni sacri. «A Roma seguano le loro usanze; a Milano si fa così» dirà Ambrogio.
Ed è forse anche per questo che il grande vescovo è ancora così presente tra noi. Ambrogio tratterà il giovane Agostino con un certo distacco, ma anche con una profonda attenzione. Agostino inventerà un neologismo per descrivere il modo con cui fu accolto: «episcopaliter». E quell'incontro milanese lo segnerà per sempre.