Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > BiennoCICLo AGOSTINIANo del Fiammenghino a Bienno
Agostino: particolare della pala d'altare
GIOVAN MAURO DELLA ROVERE detto il Fiammenghino
1620-1622
Cappella Bontempi nella chiesa parrocchiale di Bienno
La Madonna con Gesù Bambino appare ai santi Agostino, Carlo, Francesco e Antonio abate
Il Fiammenghino dipinse questa pala d'altare nel 1622, come si può notare dalla firma autografa che vi lasciò. Il quadro è posto nella Cappella della Famiglia Bontempi, dedicata a sant'Agostino. La cappella è nota anche come Altare delle Madri. Nella struttura impostata dall'autore il santo è stato disposto sulla sinistra ai piedi della Vergine, che porta in braccio il Bambino. Gli altri santi sono disposti a destra in atto di adorazione. Agostino, raffigurato come un vecchio e pensoso vescovo, che sta leggendo un libro, con ai suoi piedi gli attributi vescovili, mitra e pastorale. Il suo viso ha una espressione particolarmente intensa e viva che contrasta con gli atteggiamenti di maniera e barocchi degli altri personaggi raffigurati.
La pala raffigura la Madonna con il Bambino che si sporge verso sant'Agostino. Nella parte bassa della tela si individuano san Francesco, san Carlo Borromeo e sant'Antonio Abate.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)