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CICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze

San Tommaso da Villanova risana un malato da nove mesi: particolare del malato allettato

San Tommaso da Villanova risana un malato da nove mesi: particolare del malato allettato

 

 

NANNETTI NICCOLO'

1675-1749

Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze

 

San Tommaso da Villanova risana un malato da nove mesi

 

 

 

"Nella Quarta dipinta da Niccolò Nannetti, si vede la Sanità d'un infermo di nove mesi recuperata per invocazione di S. Tommaso."

La scena si riferisce ad un episodio miracoloso che vede come protagonista Tommaso da Villanova monaco agostiniano. Come specifica la scritta sottostante l'affresco "UN INFERMO DA NOVE MESI INVOCA IL SANTO E RECUPERA IMMEDIATAMENTE LA SANITA'" il fatto descritto dal pittore è uno dei vari miracoli attribuiti a san Tommaso e precisamente quello per cui risana un malato di lunga durata. Il santo interviene sulla destra allargando le braccia e quasi a toccare con le dita l'ammalato che giace sulla sinistra disteso su un letto. Un nugolo di angioletti seguono ed arricchiscono simpaticamente la scena.

 

 

San Tommaso da Villanova

Tommaso di Villanova, al secolo Tomás García Martínez (Fuenllana, 1488 circa - Valencia, 1555), fu un religioso spagnolo degli Eremitani di sant'Agostino, divenuto poi arcivescovo di Valencia. Fu anche asceta e predicatore ed è stato proclamato santo da papa Alessandro VII nel 1658. Figlio di un mugnaio, crebbe nella città di Villanueva de los Infantes: studiò presso l'Università di Alcalá de Henares, dove dopo la laurea divenne anche professore di filosofia (1514). Nel 1516 prese la decisione di entrare tra gli agostiniani di Salamanca: emise i voti perpetui nel 1518 e fu ordinato sacerdote; fu Superiore di vari conventi, poi Priore Provinciale per l'Andalusia e la Castiglia: fu il primo ad inviare dei missionari agostiniani nelle Americhe. Fu scelto da Carlo V come suo consigliere spirituale e confessore personale: l'imperatore lo stimava a tal punto da offrirgli l'arcivescovado di Granada, ma Tommaso di Villanuova rifiutò per umiltà; nel 1544, sollecitato anche dal papa, venne eletto arcivescovo di Valencia, pur continuando a occuparsi del suo Ordine. Valencia si trovava in una condizione spirituale deplorevole: più di un secolo senza un vescovo residente, molti chierici in situazione irregolare, moreschi agitati. Tommaso, per prima cosa, dirige i suoi sforzi alla ricristianizzazione della diocesi. Per formare un clero capace di dare con la sua vita una testimonianza autentica, fonda il collegio-seminario della Presentazione (1550).

Convoca un sinodo e visita tutte le parrocchie, agendo con mano energica e paterna. Tra le sue opere pastorali, due in particolare meritano di essere ricordate: l'assistenza ai poveri e l'evangelizzazione dei moreschi. La riuscita attività in favore del gregge che gli era stato affidato e la sua erudizione fecero di lui uno degli uomini più rispettati del tempo e l'immagine del vescovo ideale. Morì nel 1555 a causa di una angina pectoris. I suoi resti sono esposti alla venerazione dei fedeli nella cattedrale di Valencia.

 

 

Nannetti Niccolò

Niccolò Nannetti nasce a Firenze nel 1675. Pittore italiano minore del periodo rococò, Niccolò Nannetti non ha lasciato molte notizie di sé. Alcune fonti lo indicano allievo di Alessandro Gherardini.

In compenso ci sono rimaste molte testimonianze su suoi affreschi indicate in varie guide e itinerari di città toscane del '700-'800. Fu molto legato a Giovanni Domenico Ferretti con il quale lavorò nella Villa Puccini di Scornio, vicino a Pistoia dove decorò la volta del salone, con un affresco che rappresenta Ercole in Gloria. Sempre nel pistoiese affrescò il Convento di Santa Maria in Selva Agostiniano a Borgo a Buggiano con Il trionfo di Maria Vergine partecipò alla decorazione, a più mani, di Palazzo Amati Cellesi, sempre a Pistoia. Sempre con il Ferretti partecipò anche agli affreschi della chiesa dei Santi Prospero e Filippo, dove si trova anche una tela fra quelle dei Miracoli di San Filippo, precisamente : San Filippo che libera il Pontefice da un'infermità. Uno degi suoi affreschi più celebri si trova nella Basilica della Santissima Annunziata di Firenze, nella Cappella dei Sette Santi Fondatori dei Servi di Maria ed è del 1727. Il suo affresco, che si trova sotto la cupola del Volterrano, rappresenta appunto i Sette Santi Fondatori dell'Ordine dei Serviti. Decorò ad affresco anche il Coro del Monastero e chiesa di San Niccolò di Prato. Niccolò Nannetti non fu soltanto un frescante ma anche pittore di tele d'altare all'interno dell'Abbazia di Vallombrosa, presso Firenze viene conservata una grande tela Gregorio VII e Enrico IV a Canossa nella chiesa di Santa Maria Assunta. Notevole è anche la pala dell'altare, con Il transito di San Giuseppe, della Badia fiesolana, dove affrescò anche il resto della chiesa brunelleschiana annessa al convento dei monaci Roccettini.

Con lui collaborò spesso il quadraturista Rinaldo Botti, con il quale ebbe un rapporto molto stretto e ci offre una cronologia delle opere di questo pittore. Con il Botti affrescò: nel 1708 il soffitto con la Gloria di San Donato nella distrutta Chiesa di San Donato dei Vecchietti, la cui sorte, insieme agli affreschi del Nannetti, fu due volte segnata. La prima volta perché fu soppressa e sconsacrata, nel 1785, al tempo del Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, e la seconda volta, nel 1888, demolita durande il cosiddetto Risanamento di Firenze, voluto dai Savoia, che invece di risanare ha distrutto gran parte del centro romano-medievale della città. Nel 1721, sempre col Botti, la chiesa di San Domenico a Pistoia, nel 1729 il Convento di Santa Lucia alla Castellina e nel 1734 affreschi per l'Oratorio dei Vanchetoni. Padre Giuseppe Richa, autore di una grossa opera sulle chiese fiorentine, cita nel quinto tomo delle sue Notizie Istoriche delle Chiese fiorentine (1757) quattro medaglioni dipinti dal Nannetti e la decorazione a fresco della volta, stavolta con l'ausilio del quadraturista Pietro Anderlini, per la Compagnia delle Stimmate che si riuniva in un ambiente sotterraneo della Basilica di San Lorenzo dove: « ...è tutta dipinta a fresco la Volta, con uno sfondo grazioso colorito del [...] Nannetti. [...] Le quali pitture si scopersero adì 17 di settembre, festa delle Stimmate, nel 1718 ...» Niccolò Nannetti morì nel 1749, probabilmente a Firenze.