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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Seicento > FirenzeCICLo AGOSTINIANo del Chiostro dei Morti a firenze
Una donna invoca San Tommaso da Villanova per ottenere la resurrezione del figlio morto
BAGNOLI GIOVANNI
1675-1749
Chiostro dei Morti del Convento di S. Spirito a Firenze
Per intercessione di San Tommaso da Villanova una donna ottiene la resurrezione del figlio morto
"Nella Ottava dipinta da Giovanni Bagnoli si vede una Donna, che per più orazioni fatte al Sepolcro del Santo, ottiene la vita ad un suo figliuolo defunto."
La scena si riferisce ad un episodio miracoloso che vede come protagonista ancora una volta Tommaso da Villanova monaco agostiniano. Come specifica la scritta sottostante l'affresco "OTTIENE LA MADRE CON L'ORAZIONE AL SEPOLCRO DEL SANTO LA NUOVA VITA AL FIGLIO DEFUNTO". Il fatto descritto dal pittore è uno dei vari miracoli postumi attribuiti a san Tommaso e precisamente quello in cui una donna disperata per la morte del figlio implora il santo davanti al suo sepolcro. Per intercessione di san Tommaso il figlio ritorna in vita esaudendo le preghiere della donna. La scena descritta dal pittore Bagnoli è sdoppiata in due parti: a sinistra la madre, in ginocchio, con il figlio ignudo morto davanti a lei, implora il santo sulla sua tomba con ampi gesti delle braccia.
A destra, forse la stessa donna, addita al figlioletto che porta in braccio l'episodio della sua preghiera sulla tomba di san Tommaso. Due persone pietosamente seguono l'intera vicenda con grande passione. La scena sembra svolgersi parzialmente all'interno di un grande edificio, probabilmente una chiesa.
San Tommaso da Villanova
Tommaso di Villanova, al secolo Tomás García Martínez (Fuenllana, 1488 circa - Valencia, 1555), fu un religioso spagnolo degli Eremitani di sant'Agostino, divenuto poi arcivescovo di Valencia. Fu anche asceta e predicatore ed è stato proclamato santo da papa Alessandro VII nel 1658. Figlio di un mugnaio, crebbe nella città di Villanueva de los Infantes: studiò presso l'Università di Alcalá de Henares, dove dopo la laurea divenne anche professore di filosofia (1514). Nel 1516 prese la decisione di entrare tra gli agostiniani di Salamanca: emise i voti perpetui nel 1518 e fu ordinato sacerdote; fu Superiore di vari conventi, poi Priore Provinciale per l'Andalusia e la Castiglia: fu il primo ad inviare dei missionari agostiniani nelle Americhe. Fu scelto da Carlo V come suo consigliere spirituale e confessore personale: l'imperatore lo stimava a tal punto da offrirgli l'arcivescovado di Granada, ma Tommaso di Villanuova rifiutò per umiltà; nel 1544, sollecitato anche dal papa, venne eletto arcivescovo di Valencia, pur continuando a occuparsi del suo Ordine. Valencia si trovava in una condizione spirituale deplorevole: più di un secolo senza un vescovo residente, molti chierici in situazione irregolare, moreschi agitati. Tommaso, per prima cosa, dirige i suoi sforzi alla ricristianizzazione della diocesi. Per formare un clero capace di dare con la sua vita una testimonianza autentica, fonda il collegio-seminario della Presentazione (1550).
Convoca un sinodo e visita tutte le parrocchie, agendo con mano energica e paterna. Tra le sue opere pastorali, due in particolare meritano di essere ricordate: l'assistenza ai poveri e l'evangelizzazione dei moreschi. La riuscita attività in favore del gregge che gli era stato affidato e la sua erudizione fecero di lui uno degli uomini più rispettati del tempo e l'immagine del vescovo ideale. Morì nel 1555 a causa di una angina pectoris. I suoi resti sono esposti alla venerazione dei fedeli nella cattedrale di Valencia.