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CICLo AGOSTINIANo di WEGSCHAIDER a Beuron

Il complesso del monastero settecentesco di Beuron

Il complesso del monastero settecentesco di Beuron

 

 

IOSEPH IGNAZ WEGSCHAIDER

1738

Chiesa di Beuron

 

Gli affreschi di Beuron

 

 

 

Il monastero di Beuron, situato in un piccolo comune tedesco nel land del Baden-Württemberg, fu sede di una fra le più antiche comunità di Canonici regolari lateranensi agostiniani in Germania. I religiosi vi si stabilirono nel 1077 e vi rimasero fino alla Rivoluzione francese. Il primo documento che ricorda l'antico monastero di Beuron risale al 1097. Esso conferma la sua creazione e il fatto che Papa Urbano lo abbia sottoposto alla protezione papale. Monastero e Chiesa fin dall'inizio sotto la protezione di S. Martinus di Tours e la Beata Madre. Un dipinto ad olio settecentesco, conservato nel monastero, dipinge l'intera struttura come si presentava nel Seicento: la chiesa e il monastero sorgevano nella stessa posizione di oggi. Durante la guerra dei trenta anni il monastero fu quasi completamente distrutto. L'edificio attuale fu pertanto costruito nel 1694 e la nuova chiesa edificata nel 1728.

La chiesa è stata una semplice basilica romanico-gotica. La torre copre un timpano tetto con timpani laterali e si affaccia sulla piazza sottostante.

Per decorarla l'abbate Rudolf von Strachvitz chiese aiuto a Ioseph Ignaz Weegschaider, nato a Riedlingn nel 1704.

Allievo di suo padre, il pittore lavorò a Beuron nel 1738 ornando la navata centrale con grandi affreschi. Weegscheider è influenzato dall'arte italiana, ma il suo stile è fresco e personale. La sua prospettiva è alle volte esitante, ma le sue semplici composizioni sono ricche di colore. I suoi personaggi ricordano quelli del ciclo di Herrenchiemsee, mentre le scene sono generalmente tratte dalla vita di Agostino. L'ultima scena celebra la comunità agostiniana con l'apoteosi di Agostino.

L'odierna abbazia di Beuron, completamente circondata dalle acque dove scorre il primo tratto del Danubio, che si snoda fra rocce calcaree dalle forme bizzarre e picchi sormontati da roccaforti, si trova in un panorama quasi fiabesco e ospita una comunità benedettina, grazie all'interessamento della principessa Widow Katharina von Hohenzollern che nel 1862 permise di riavviare la vita monastica. La chiesa dell'abbazia, edificata in stile tardo barocco, è l'unico edificio non sottoposto alla clausura.