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CICLo AGOSTINIANo di WEGSCHAIDER a Beuron

L'episodio del tolle et lege nel giardino di Milano

L'episodio del tolle et lege nel giardino di Milano

 

 

 

IOSEPH IGNAZ WEGSCHAIDER

1738

Chiesa di Beuron

 

Tolle et Lege

 

 

 

Agostino è rappresentato come un giovane uomo assai elegante. E' seduto ai piedi di un fico in mezzo a un giardino. Posa l'indice sinistro sulla fronte mentre la mano destra tiene in mano il libro della Lettere degli Apostoli. Una scritta specifica quale pensiero anima Agostino: Tolle lege che non arriva dall'alto ma dall'interno di un palazzo. Segue la lezione delle Confessioni, secondo cui la voce esce de domo vicina.

 

29. Così parlavo e piangevo, il cuore a piombo nella tristezza più amara. Ed ecco all'improvviso dalla casa vicina il canto di una voce come di bambino, o di bambina forse, lenta cantilena: "Prendi e leggi, prendi e leggi"... Mutai subito in volto e mi raccolsi in uno sforzo estremo di ricordare se in un qualche gioco di ragazzi c'era una cantilena come quella, e non mi sovveniva affatto d'aver udito mai niente del genere: e allora soffocai il mio pianto e mi levai in piedi. Non altro, interpretai, era il comando divino, che di aprire un libro e leggere il primo capoverso che trovassi.

Così sapevo di Antonio che sopraggiungendo per caso durante una lettura del Vangelo si sentì personalmente chiamato, come si rivolgessero proprio a lui quelle parole: Vai, vendi tutte le cose che hai, dalle ai poveri e avrai un tesoro nei cieli: e poi vieni, seguimi. E quella voce divina l'aveva immediatamente indotto a convertirsi a te. Così tornai con emozione grande al luogo dove era seduto Alipio: era lì infatti che avevo posato il libro dell'Apostolo, alzandomi. Lo afferrai e lo apersi e in silenzio lessi il primo passo sul quale mi caddero gli occhi: Non più bagordi e gozzoviglie, letti e lascivie, contese e invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non fate caso alla carne e ai suoi desideri. Non volli leggere oltre e neppure occorreva. Con le parole finali di questa proposizione una luce come fatta di calma mi fu distillata in cuore e ne cacciò quel buio folto di incertezze.

Agostino, Confessioni 8, 12, 29