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CICLo AGOSTINIANo di Coimbra

La scena del battesimo di sant'Agostino a Milano nella chiesa di santa Cruz a Coimbra: particolare dei fedeli presenti in chiesa

La scena del battesimo di sant'Agostino a Milano: particolare dei fedeli presenti in chiesa

 

 

SCUOLA LISBONETA

1730-1740

Coimbra, chiesa di santa Cruz

 

Battesimo di Agostino a Milano

 

 

 

Questo splendido azulejo, conservato nella chiesa di santa Cruz a Coimbra, raffigura il battesimo di Agostino. Il santo è inginocchiato davanti a sant'Ambrogio e a un piccolo fonte battesimale. Il vescovo di Milano gli sta versando sul capo l'acqua e gli oli con cui procedere all'amministrazione del sacramento. La scena si svolge all'interno di una chiesa alla presenza di una numerosa folla di fedeli e chierici. Agostino ha un aspetto ancora giovanile mentre Ambrogio è stato raffigurato con un aspetto maturo, rafforzato dalla folta barba che gli copre il mento. La scena ha una sua particolare vivacità, che sui percepisce sia dal movimento dei due personaggi centrali sia dal trambusto creato dagli altri presenti che sono parte attiva nella scenografia.

Sulla destra si nota Monica con le braccia aperte che sembra quasi volersi precipitare sul figlio.

Dopo l'episodio del tolle lege Agostino decise di abbandonare l'insegnamento. Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti.

Era venuta intanto la primavera; al principio della quaresima, Agostino ritornò dunque a Milano, con Alipio e Adeodato, per ottenere l'iscrizione tra i competentes, i catecumeni cioè ritenuti maturi che avrebbero ottenuto il battesimo per la Pasqua successiva. A Milano partecipò con il vescovo Ambrogio a una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino seguì con il figlio Adeodato e l'amico Alipio. E nella notte sul 25 aprile 387, giorno di Pasqua, egli otteneva il lavacro rigeneratore, per mezzo di Ambrogio. Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano, che qui perà non sono stati raffigurati assieme al santo. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur. Si tratta di una leggenda tardiva che attribuisce ai due santi, uniti in questa circostanza solenne, la composizione del Te Deum, di cui ciascuno avrebbe cantato, improvvisandola, una strofa.

Non è che una leggenda dell'alto Medioevo, ma molto bella, e piena di significato, che è stata ripresa anche in questa circostanza, dove, in alto a destra, si possono notare due angioletti volteggiare con la scritta che ricorda proprio questo episodio.

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14

 

La chiesa de Santa Cruz (conosciuta anche come Monastero di Santa Cruz, in portoghese Mosteiro de Santa Cruz), risale al 1131, ed è uno dei monumenti più importanti di Coimbra, e non solo perché vi sono custodite le salme dei primi due re del Portogallo. Della originaria costruzione romanica è rimasta soltanto la struttura interna della chiesa, dato che il complesso venne ricostruito nel 1530 su progetto dell'architetto Diogo de Boitaca, che collaborò pure alla costruzione del monastero di Bathala e di quello del Gesù a Setúbal.

Il magnifico portale d'ingresso è opera di Nicolau Chanterene (1485–1555), un artista francese che lavorò anche a Santiago de Compostela e al Monastero dos Jerónimos a Lisbona. La architettura del complesso appare inizialmente semplice, e poi bella e ancora dopo elegante, ed infine grandiosa. Lo stile è quello manuelino, tipico del tardo gotico portoghese e rientra in un periodo storico-artistico nato sotto il re Manuel I. Il quattordicesimo regnante del Portogallo e delle Algarve, colui che diede avvio alla grande Era delle esplorazioni geografiche del Portogallo, fu anche grande mecenate delle arti: creò una scuola di scultura dalla quale uscirono i più grandi nomi dell'arte e dell'architettura non solo portoghese, ma anche francese come nel caso di Jean de Rouen e Nicolas Chanterène, che realizzò i monumenti funebri dedicati ai re Alfonso Henriques e Sancho I, entrambi sepolti nella chiesa del monastero a fianco dell'altare maggiore. A Chanterène va attribuito anche il pulpito del 1521. La sacrestia del convento risale al XVII secolo ed ha le pareti decorate con azulejos. In questo ambiente sono custodite tele di Grão Vasco e Cristovão de Figueiredo, due dei più importanti pittori del rinascimento portoghese. Dalla Sagrestia si accede alla "Sala do Capítulo" dove si trova la tomba e la cappella funebre di São Teotónio (1082-1162), uno dei fondatori del monastero.

Durante il regno di João III furono portati avanti i lavori di ampliamento e quelli di edificazione del chiostro (Jardim da Manga), decorato con una bizzarra fontana a cupola. Il chiostro fu completato nel 1522 ed è opera di Marco Pires, cui si deve anche la cappella di São Miguel. La fontana al centro del chiostro risale invece al XVII secolo. I monaci di Santa Cruz furono i primi docenti ad aver insegnato all'università di Coimbra.