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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > Scuola lisbonetaCICLo AGOSTINIANo di Coimbra
Gloria di sant'Agostino nella chiesa di santa Cruz a Coimbra
SCUOLA LISBONETA
1730-1740
Coimbra, chiesa di santa Cruz
Gloria di sant'Agostino
La scena è poco discosta dalle precedenti e si trova lungo il breve passaggio dalla navata centrale della chiesa alla Sacrestia grande. Anche quest'area di passaggio ricca di azulejos e di simboli che richiamano la figura di Agostino.
In questa occasione il santo è inginocchiato davanti ad un angelo che volteggia su una nuvola tenendo fra le mani una specie di vassoio dove è stato deposto un cuore, simbolo per eccellenza nella iconografia agostiniana che vuole significare il suo smisurato amore verso Dio.
Agostino porta le mani al petto in segno di umiltà ed arrendevolezza di fronte al messaggio divino.
Il volto del santo è ormai scavato dagli anni, anche se mantiene sempre l'espressione di una persona che si meraviglia di fronte all'imprevisto. Indossa abiti da vescovo e in testa porta una bella mitra. Il volto è ricoperto da una foltissima barba riccioluta che gli scende fin sul petto.
La scena rappresenta un riconoscimento alla grandezza di Agostino e della sua vita, che si ispira al passo di Timoteo: "Non coronabitur nisi qui legitime certaverit." Tre corone sono solitamente utilizzate per esprimere la gloria del santo, il cui significato è da riconoscere in tre simboli: la verginità, la scienza e il martirio.
L'episodio riprende passi della Epistola XVIII ad Cyrillum Jerosolymitanum episcopum dello Pseudo Agostino.
La chiesa de Santa Cruz (conosciuta anche come Monastero di Santa Cruz, in portoghese Mosteiro de Santa Cruz), risale al 1131, ed è uno dei monumenti più importanti di Coimbra, e non solo perché vi sono custodite le salme dei primi due re del Portogallo. Della originaria costruzione romanica è rimasta soltanto la struttura interna della chiesa, dato che il complesso venne ricostruito nel 1530 su progetto dell'architetto Diogo de Boitaca, che collaborò pure alla costruzione del monastero di Bathala e di quello del Gesù a Setúbal.
Il magnifico portale d'ingresso è opera di Nicolau Chanterene (1485–1555), un artista francese che lavorò anche a Santiago de Compostela e al Monastero dos Jerónimos a Lisbona. La architettura del complesso appare inizialmente semplice, e poi bella e ancora dopo elegante, ed infine grandiosa. Lo stile è quello manuelino, tipico del tardo gotico portoghese e rientra in un periodo storico-artistico nato sotto il re Manuel I. Il quattordicesimo regnante del Portogallo e delle Algarve, colui che diede avvio alla grande Era delle esplorazioni geografiche del Portogallo, fu anche grande mecenate delle arti: creò una scuola di scultura dalla quale uscirono i più grandi nomi dell'arte e dell'architettura non solo portoghese, ma anche francese come nel caso di Jean de Rouen e Nicolas Chanterène, che realizzò i monumenti funebri dedicati ai re Alfonso Henriques e Sancho I, entrambi sepolti nella chiesa del monastero a fianco dell'altare maggiore. A Chanterène va attribuito anche il pulpito del 1521. La sacrestia del convento risale al XVII secolo ed ha le pareti decorate con azulejos. In questo ambiente sono custodite tele di Grão Vasco e Cristovão de Figueiredo, due dei più importanti pittori del rinascimento portoghese. Dalla Sagrestia si accede alla "Sala do Capítulo" dove si trova la tomba e la cappella funebre di São Teotónio (1082-1162), uno dei fondatori del monastero.
Durante il regno di João III furono portati avanti i lavori di ampliamento e quelli di edificazione del chiostro (Jardim da Manga), decorato con una bizzarra fontana a cupola. Il chiostro fu completato nel 1522 ed è opera di Marco Pires, cui si deve anche la cappella di São Miguel. La fontana al centro del chiostro risale invece al XVII secolo. I monaci di Santa Cruz furono i primi docenti ad aver insegnato all'università di Coimbra.