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CICLo AGOSTINIANo di dutertre al museo del louvre a Parigi

Morte di Agostino a Ippona

Morte di Agostino a Ippona

 

 

DUTERTRE ANDREA

1785

Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni

 

Morte di Agostino a Ippona

 

 

 

L'originaria tela fu dipinta da Van Loo attorno al 1748. Grande ammiratore di Dominiquin in questa circostanza van Loo si è ispirato alla tela Ultima comunione di san Gerolamo ora alla Pinacoteca Vaticana. Il corpo di Agostino è disteso su un letto e di fronte a lui è stato portato un ammalato.

Non traspare alcuna emozione dai visi dei presenti in una ambientazione piuttosto drammatica. Con la barba lunga, i capelli disciolti sulle spalle, Agostino alza la mano destra per benedire l'altro ammalato che ha le mani giunte e un'espressione di scoramento. Tre persone lo reggono e fissano lo sguardo su Agostino. Sui muri sono affissi dei cartelli che riportano i versetti del Salmo L.

 

31. 1. Quel sant'uomo, nella lunga vita che Dio gli aveva concesso per l'utilità e il bene della santa chiesa (infatti visse 76 anni, e circa 40 anni da prete e vescovo), parlando con noi familiarmente era solito dire che, ricevuto il battesimo, neppure i cristiani e i sacerdoti più apprezzati debbono separarsi dal corpo senza degna e adatta penitenza.

31. 2. In tal modo egli si comportò nella sua ultima malattia: fece trascrivere i salmi davidici che trattano della penitenza -sono molto pochi - e fece affiggere i fogli contro la parete, così che stando a letto durante la sua infermità li poteva vedere e leggere, e piangeva ininterrottamente a calde lacrime.

31. 3. Perché nessuno disturbasse il suo raccoglimento, circa dieci giorni prima di morire, disse a noi, che lo assistevamo, di non far entrare nessuno, se non soltanto nelle ore in cui i medici entravano a visitarlo o gli si portava da mangiare. La sua disposizione fu osservata, ed egli in tutto quel tempo stette in preghiera.

31. 4. Fino alla sua ultima malattia predicò in chiesa la parola di Dio ininterrottamente, con zelo e con forza, con lucidità e intelligenza.

31. 5. Conservando intatte tutte le membra del corpo, sani la vista e l'udito, mentre noi eravamo presenti osservavamo e pregavamo, egli - come fu scritto - si addormentò coi suoi padri, in prospera vecchiaia (1 Re, 2, 10). Per accompagnare la deposizione del suo corpo, fu offerto a Dio il sacrificio in nostra presenza, e poi fu sepolto.

31. 6. Non fece testamento, perché povero di Dio non aveva motivo di farlo. Raccomandava sempre di conservare diligentemente per i posteri la biblioteca della chiesa con tutti i codici. Quel che la chiesa aveva di suppellettili e ornamenti, affidò al prete che alle sue dipendenze curava l'amministrazione della casa annessa alla chiesa.

31. 7. Né durante la vita né al momento di morire trattò i suoi parenti, sia quelli dediti alla vita monastica sia quelli di fuori, nel modo consueto nel mondo. Quando viveva, dava a costoro, se era necessario, quel che usava dare agli altri, non perché avessero ricchezze ma perché non fossero poveri e non lo fossero troppo.

31. 8. Lasciò alla chiesa clero abbondante e monasteri di uomini e donne praticanti la continenza con i loro superiori; inoltre, biblioteche contenenti libri e prediche sia suoi sia di altri santi, dai quali si può conoscere quanta sia stata, per dono di Dio, la sua grandezza nella chiesa e nei quali i fedeli lo trovano sempre vivo. In tal senso un poeta pagano, disponendo che i suoi gli facessero la tomba in luogo pubblico ed elevato, dettò questa epigrafe: Vuoi sapere, o viandante, che il poeta vive dopo la morte? Ecco, io dico ciò che tu leggi: la tua voce è la mia.

POSSIDIO, Gesta Augustini 31, 1 - 8

 

Morì nella pace del Signore alla presenza dei suoi monaci che pregavano, in età di 77 anni, dopo quarant'anni di episcopato. Morì senza far testamento perchè nella sua povertà evangelica nulla aveva di cui potesse disporre.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Andre Dutertre, nato nel 1753 a Parigi, è stato allievo di Vien e Collet. Fece parte della spedizione francese in Egitto guidata da Napoleone e fu nominato membro dell'Istituto d'Egitto per la sezione letteratura e arti. Quando a fine 1798 Bonaparte organizzò un viaggio a Suez, Dutertre ne fece parte come disegnatore assieme a Monge e Berthollet, il geometra Costaz e il chimico Descotils. Durante quella spedizione realizzò ben 184 ritratti di scienziati e funzionari della spedizione, che ne illustrano la storia scientifica e militare.

Di ritorno in Francia, partecipa ai Saloni nel 1804 e 1812, con i ritratti, tra cui quello di Desaix e Kleber . Il museo di Versailles possiede quasi trenta suoi ritratti. Morì a Parigi nel 1842.

La vita e l'opera di Dutertre sono ancora in gran parte ancora poco conosciute. Dutertre era soprattutto un artista, disegnatore e incisore. Tuttavia fu anche un insegnante che sperimentava nuovi metodi di insegnamento nel XIX secolo, oltre che un viaggiatore ed esploratore. Le due collezioni di disegni della Scuola Nazionale di Belle Arti forniscono importanti testimonianze delle sue capacità di disegnatore nel corso dei suoi viaggi in Italia e in Egitto. L'Italia fu soprattutto un viaggio di formazione, mentre in Egitto diede vita a uno straordinario viaggio di esplorazione. Tutti questi disegni formano due corpus iconografico di inestimabile valore: i disegni raffigurano l'Italia modo esemplare quale poteva essere il viaggio di formazione di un artista francese nel XVIII secolo, mentre quelli che riguardano l'Egitto sono una testimonianza di alta qualità grafica di un Egitto che non esiste più.