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CICLo AGOSTINIANo di dutertre al museo del louvre a Parigi

Traslazione delle reliquie di sant'Agostino

Traslazione delle reliquie di sant'Agostino

 

 

DUTERTRE ANDREA

1785

Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni

 

Traslazione delle reliquie di sant'Agostino

 

 

 

Questa tavola riprodotta da Dutertre chiude il ciclo originario di Carle van Loo e fu eseguita da questo pittore attorno al 1748. Forse Van Loo si ispirò ad un'analoga opera di Galloche che si trovava nel refettorio del convento o forse considerò le incisioni di Cornelio Galle sul celebre album di Bolswert del 1624. Qui la processione è ridotta ai personaggi principali: i vescovi che sostengono la bara, un chierico che porta la croce che vivacizza l'insieme con i suoi colori smaglianti. A sinistra in primo piano è ritratto il re Liutprando che avanza immerso in drappo rosso, con le mani giunte e a piedi nudi. In primo piano a destra un malato seduto ricorda il miracolo di Agostino su letto di morte. Dietro imponenti colonne si notano delle mura di cinta, forse quelle di Pavia.

 

Il re appena lo seppe si affrettò ad andare incontro alle reliquie e le ricevette con gioia e venerazione. Il giorno appresso non si riuscì a procedere fino a che il re non ebbe fatto il voto di innalzare una chiesa in onore di S. Agostino se le reliquie fossero giunte a Pavia. Fatto il voto si poté procedere con la massima facilità, ed il re, fedele sue promesse costruì in onore del santo una magnifica basilica, sul luogo stesso dove il miracolo era avvenuto. Lo stesso fatto accadde il giorno appresso a Casale, ed anche lì fu eretta una chiesa. Il re vedendo che il santo era desideroso che fossero erette delle chiese in suo onore, e d'altra parte temendo che egli volesse fermarsi in qualche città differente da quella che egli stesso aveva scelto, si affrettò a costruire una chiesa in ciascun dei luoghi dove, passando, il corpo soggiornava. Giunto finalmente a Pavia, lo fece riporre con gran venerazione nella chiesa di S. Pietro.

JACOPO DI VARAGINE, Legenda Aurea

 

PHILIPPE DE HARVENGT, Vita Augustini, 33

 

Liutprando sentendo che i Saraceni, devastata la Sardegna, infestavano anche quei luoghi ove un tempo, per salvarle dalla profanazione dei barbari, erano state trasportate e onorevolmente sepolte le ossa di sant'Agostino vescovo, mandò dei messi, e pagando una forte somma, le ottenne, le trasportò a Pavia e le ripose con l'onore dovuto a così grande padre. In questi giorni la città di Narni fu occupata dai Longobardi

PAOLO DIACONO, Historia Langobardorum, VI, 48

 

 

Andre Dutertre, nato nel 1753 a Parigi, è stato allievo di Vien e Collet. Fece parte della spedizione francese in Egitto guidata da Napoleone e fu nominato membro dell'Istituto d'Egitto per la sezione letteratura e arti. Quando a fine 1798 Bonaparte organizzò un viaggio a Suez, Dutertre ne fece parte come disegnatore assieme a Monge e Berthollet, il geometra Costaz e il chimico Descotils. Durante quella spedizione realizzò ben 184 ritratti di scienziati e funzionari della spedizione, che ne illustrano la storia scientifica e militare.

Di ritorno in Francia, partecipa ai Saloni nel 1804 e 1812, con i ritratti, tra cui quello di Desaix e Kleber . Il museo di Versailles possiede quasi trenta suoi ritratti. Morì a Parigi nel 1842.

La vita e l'opera di Dutertre sono ancora in gran parte ancora poco conosciute. Dutertre era soprattutto un artista, disegnatore e incisore. Tuttavia fu anche un insegnante che sperimentava nuovi metodi di insegnamento nel XIX secolo, oltre che un viaggiatore ed esploratore. Le due collezioni di disegni della Scuola Nazionale di Belle Arti forniscono importanti testimonianze delle sue capacità di disegnatore nel corso dei suoi viaggi in Italia e in Egitto. L'Italia fu soprattutto un viaggio di formazione, mentre in Egitto diede vita a uno straordinario viaggio di esplorazione. Tutti questi disegni formano due corpus iconografico di inestimabile valore: i disegni raffigurano l'Italia modo esemplare quale poteva essere il viaggio di formazione di un artista francese nel XVIII secolo, mentre quelli che riguardano l'Egitto sono una testimonianza di alta qualità grafica di un Egitto che non esiste più.