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CICLo AGOSTINIANo di Louis de Boullogne aux Invalides a Parigi

Battesimo di Agostino aux Invalides a Parigi

Battesimo di Agostino aux Invalides a Parigi

 

 

LOUIS DE BOULLOGNE

1710

Chiesa aux Invalides a Parigi

 

Il battesimo di Agostino

 

 

 

Come per l'affresco precedente, sono noti sia il disegno preparatorio che una tela, conservata al Museo di Digione. I chierici presenti in buon numero sono dominati dalla possente figura di Ambrogio che si erge in mezzo alla scena. Il suo gesto di imposizione delle mani sulla testa di Agostino è maestoso. Vestito di una casula rossa Ambrogio contrasta con il bianco di Agostino inginocchiato ai suoi piedi assieme ad Alipio e Adeodato. Tutti aspettano il battesimo con i visi tesi a osservare il vescovo.

Tutti e tre sono vestiti di bianco secondo la ritualità cristiana. I chierici tengono alti i ceri, la croce e il libro confondendosi fra le colonne. L'affresco rispetto ai disegni preparatori mostra maggiore sicurezza nei gesti e nelle espressioni dei visi, tratti più rapidi come esige del resto l'affresco.

 

A casa di un amico Ponticiano, questi gli aveva parlato della vita casta dei monaci e di s. Antonio abate, dandogli anche il libro delle Lettere di S. Paolo; ritornato a casa sua, Agostino disorientato si appartò nel giardino, dando sfogo ad un pianto angosciato e mentre piangeva, avvertì una voce che gli diceva "Tolle, lege, tolle, lege" (prendi e leggi), per cui aprì a caso il libro delle Lettere di S. Paolo e lesse un brano: "Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno: non in mezzo a gozzoviglie e ubriachezze, non fra impurità e licenze, non in contese e gelosie. Rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri" (Rom. 13, 13-14).

Dopo qualche settimana ancora d'insegnamento di retorica, Agostino lasciò tutto, ritirandosi insieme alla madre, il figlio ed alcuni amici, ad una trentina di km. da Milano, a Cassiciaco, l'attuale Cassago Brianza, in meditazione e in conversazioni filosofiche e spirituali; volle sempre presente la madre, perché partecipasse con le sue parole sapienti. Nella Quaresima del 386 ritornarono a Milano per una preparazione specifica al Battesimo, che Agostino, il figlio Adeodato e l'amico Alipio. Il giorno di Pasqua Agostino ricevette il battesimo insieme all'amico Alipio che era stato convertito dalle prediche di S. Ambrogio, e ad Adeodato, figlio dello stesso Agostino, natogli mentre era ancora filosofo pagano. Allora S. Ambrogio secondo quello che lui stesso dice, gridò: Te Deum laudamus. S. Agostino seguitò: Te Dominum confitemur.

 

 

Giunto il momento in cui dovevo dare il mio nome per il battesimo, lasciammo la campagna e facemmo ritorno a Milano. Alipio volle rinascere anch'egli in te con me. Era già rivestito dell'umiltà conveniente ai tuoi sacramenti e dominava così saldamente il proprio corpo, da calpestare il suolo italico ghiacciato a piedi nudi, il che richiede un coraggio non comune. Prendemmo con noi anche il giovane Adeodato, nato dalla mia carne e frutto del mio peccato. Tu l'avevi ben fatto. Era appena quindicenne e superava per intelligenza molti importanti e dotti personaggi.

AGOSTINO, Confessioni 9, 6, 14