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Louis de Boullogne: tolle lege

La scena del Tolle lege al Louvre a Parigi

La scena del Tolle lege al Louvre

 

 

LOUIS DE BOULLOGNE

1710 circa

Museo del Louvre a Parigi

 

La scena del giardino

 

 

 

Questa scena è posta fra le due finestre della cupola isolata rispetto agli altri cinque affreschi. L'argomento del dipinto è semplice, ma efficace e ricorda qualche incisione francese del '600. La figura di Agostino è stata ripresa tale e quale da Charles Le Brun. Del resto sia il disegno preparatorio conservato al Louvre che una pittura alla Brinsley Ford Collection di Londra mostrano che l'artista aveva ben chiaro lo spirito che voleva realizzare con questo dipinto. Agostino, giovane e con la testa scoperta è seduto sotto un fico. Vestito alla romana, porta la barba e leva lo sguardo in alto verso due angeli da cui emana la scritta tolle lege. Sulla destra l'affresco è occupato da un palazzo dietro il muro del giardino dove sta seduto anche Alipio. L'insieme dà un senso di profondità, di serenità, di docile accoglimento del messaggio divino.

 

Così parlavo e piangevo nell'amarezza sconfinata del mio cuore affranto. A un tratto dalla casa vicina mi giunge una voce, come di fanciullo o fanciulla, non so, che diceva cantando e ripetendo più volte: «Prendi e leggi, prendi e leggi». Mutai d'aspetto all'istante e cominciai a riflettere con la massima cura se fosse una cantilena usata in qualche gioco di ragazzi, ma non ricordavo affatto di averla udita da nessuna parte ... Tornai al luogo dove stava seduto Alipio e dove avevo lasciato il libro dell'Apostolo all'atto di alzarmi.

Lo afferrai, lo aprii e lessi tacito il primo versetto su cui mi caddero gli occhi. Diceva: « Non nelle crapule e nelle ebbrezze, non negli amplessi e nelle impudicizie, non nelle contese e nelle invidie, ma rivestitevi del Signore Gesù Cristo e non assecondate la carne nelle sue concupiscenze... » Non volli leggere oltre né mi occorreva. Appena terminata infatti la lettura di questa frase, una luce, quasi, di certezza penetrò nel mio cuore e tutte le tenebre del dubbio si dissiparono.

AGOSTINO, Confessioni 8, 12, 29