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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli > Settecento > RattenbergCICLo AGOSTINIANo di Johann Joseph Waldmann a Rattenberg
Agostino consegna la Regola ai suoi monaci
JOHANN JOSEPH WALDMANN
1711
Convento agostiniano di Rattenberg
Agostino consegna la Regola ai suoi monaci
L'autore richiama in questa occasione una tradizionale scena iconografica del santo e lo fa seguendo lo schema classico particolarmente caro alle comunità degli agostiniani. Agostino, vestito da Eremitano, è seduto in alto a uno scanno: cinque gradini sotto si notano quattro frati in ginocchio a cui sta presentando la sua Regola.
Con la mano destra benedice i religiosi, mentre con la sinistra tiene aperto sulle ginocchia il libro su cui si leggono con chiarezza le parole: Ante omnia fratres charissimi diligatur Deus deinde proximus, che è l'incipit della sua regola. Il brano è tratto da Matteo, 22. Il viso di Agostino è giovanile e armonioso e contrasta con le espressioni estatiche dei discepoli e i loro gesti di devozione.
Progredendo intanto l'insegnamento divino, coloro che nel monastero servivano a Dio sotto la guida del santo Agostino e insieme con lui, cominciarono ad essere ordinati preti della chiesa di Ippona.
11. 2. Cosí di giorno in giorno s'imponeva e diventava piú evidente la verità della predicazione della chiesa cattolica, e cosí anche il modo di vita dei santi servi di Dio, la loro continenza e assoluta povertà: perciò dal monastero che quel grande uomo aveva fondato e fatto prosperare con gran desiderio (varie comunità) cominciarono a chiedere e ricevere vescovi e chierici, sí che allora prima ebbe inizio e poi si affermò la pace e l'unità della chiesa.
11. 3. In fatti circa dieci uomini santi e venerabili, continenti e dotti, che io stesso ho conosciuto, il beato Agostino, richiesto, dette a diverse chiese, alcune anche molto importanti.
11. 4. D'altra parte costoro, che dal loro santo modo di vita venivano a chiese di Dio diffuse in vari luoghi, si dettero ad istituire monasteri, e poiché cresceva lo zelo per l'edificazione della parola di Dio, preparavano a ricevere il sacerdozio fratelli, che furono messi a capo di altre chiese.
POSSIDIO, Gesta Augustini 11, 1-4
La grande diffusione della Regola di Agostino come norma di vita monacale ricominciò nel secolo XI, soprattutto dopo che venne adottata dalle comunità dei Canonici Regolari prima in Francia e poi negli altri Stati europei. Quando si parla di Regola agostiniana nelle copmunità canonicali, ci si riferisce sia alla Regula tertia o Praeceptum, che alla Regula secunda o Ordo monasterii.
L'Ordo monasterii, più esigente in quanto a disciplina, fu adottato tra gli altri, dai Canonici di Springiersbach e dai Canonici Regolari Premostratensi; tuttavia dopo il XIII secolo ad esso fu preferita la Regula tertia.
L'affermarsi della Regula tertia fu dovuto anche alla decisione del Concilio Lateranense IV del 1215 di considerarla una delle regole di riferimento per le nuove fondazioni religiose. Essa venne assunta dai Frati Predicatori, dai Servi di Maria e, in modo speciale, dagli Agostiniani i quali, però, aggiunsero all'inizio della Regula tertia la prima frase dell'Ordo monasterii. Fu subito chiaro per le nuove fondazioni agostiniane che il solo Praeceptum non poteva regolare la vita complessa di un Ordine: ad esso fu quindi aggiunta una serie di costituzioni, dichiarazioni, regolamenti, che avrebbero dovuto regolare con più precisione la vita monastica.
È stato stimato che il numero complessivo degli istituti che nel corso dei secoli hanno adottato la Regola agostiniana sia di circa 500. Il recupero della Regula ad servos Dei si può spiegare con l'autorità morale e dottrinale che Agostino aveva acquistato soprattutto come esempio di vita clericale povera, la concentrazione della Regula sulla vita apostolica della chiesa primitiva, l'essenzialità che la rendeva facilmente adottabile in qualunque contesto monastico.