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CICLo AGOSTINIANo di GiaMbattista Vela a La Valletta

Agostino combatte gli eretici, nel ciclo di affreschi agostiniano di Vela alla Valletta a Malta

Agostino combatte gli eretici

 

 

GIAMBATTISTA VELA

1765

Chiesa di S. Agostino a La Valletta

 

Agostino combatte gli eretici

 

 

 

Agostino si presenta in abito sacerdotale con la testa scoperta ritto in piedi su una scala. Il suo viso si volge verso una sorgente luminosa che gli dà l'ispirazione. La sua mano destra fa un ampio gesto come per dimostrare qualche cosa, mentre dalla mano sinistra pende un rotolo scritto. Da una parte e dall'altra dei gradini dei gruppi di persone seguono con attenzione: contraddicono a sinistra e annuiscono a destra. Sorprendente è la figura di vescovo che domina dall'alto: forse l'autore ha fuso nella medesima scena due episodi diversi.

 

La fine della controversia donatista coincise pressappoco con l'inizio di una nuova disputa teologica che impegnò Agostino fino alla sua morte. L'Africa, dove Pelagio ed il suo discepolo Celestio si erano rifugiati dopo il sacco di Roma da parte di Alarico, era diventata il principale centro di diffusione del movimento pelagiano. Già nel 412 un concilio tenuto a Cartagine aveva condannato i Pelagiani per le loro opinioni sulla dottrina del peccato originale, ma, grazie all'attivismo di Agostino, la condanna dei Pelagiani, che avevano avuto il sopravvento in un sinodo tenuto a Diospolis in Palestina, fu reiterata dai successivi concili tenuti a Cartagine e a Milevi. Un secondo periodo di attivismo pelagiano si sviluppò a Roma; papa Zosimo, dopo essere stato convinto da Agostino, nel 418 pronunciò una solenne condanna contro i Pelagiani.

 

16. 1. A Cartagine poi alcuni manichei, di quelli che chiamano eletti ed elette, furono sorpresi da Orso, procuratore della casa imperiale, ch'era di fede cattolica, e tradotti in chiesa da lui stesso, furono interrogati dai vescovi alla presenza degli stenografi.

16. 2. Fra i vescovi c'era anche Agostino di beata memoria, che più degli altri conosceva quella nefanda setta: perciò gli riuscì di mettere in luce i loro riprovevoli errori con citazioni tratte dai libri che i manichei hanno in uso, e così li indusse a confessare le loro bestemmie. Quegli atti ufficiali misero altresì in luce, per confessione di quelle donne, cosiddette elette, le pratiche indegne e turpi che essi secondo il loro perverso costume erano soliti commettere.

16. 3. Così lo zelo dei pastori procurò incremento al gregge del Signore e lo difese in maniera adeguata contro i ladri e i predoni.

16. 4. Agostino ebbe anche una pubblica disputa nella chiesa d'Ippona con un certo Felice, del numero di quelli che i manichei chiamano eletti, alla presenza del popolo e degli stenografi che trascrivevano ciò che veniva detto. Dopo il secondo o il terzo dibattito quel manicheo, vedendo confutati la vanità e l'errore della sua setta, si convertì alla nostra fede e passò alla nostra chiesa, come risulta anche dalla lettura degli atti.

POSSIDIO, Vita Augustini  16, 1-4

 

Intensa fu l'attività dottrinaria di Agostino contro l'eresia di Donato. La sua azione fu energica e vigorosa, pur nel rispetto delle persone. Il Donatismo fu un movimento religioso cristiano sorto in Africa nel 311 dalle idee di Donato di Case Nere, considerato scismatico dopo le persecuzioni di Diocleziano dagli ortodossi, condannato dal concilio di Cartagine del 411 ed estintosi a seguito della conquista islamica del Magreb.

Sant'Agostino iniziò la sua vittoriosa campagna contro il donatismo poco dopo essere stato ordinato sacerdote nel 391. Il suo famoso salmo o Abecedarium contro i donatisti fu composto espressamente per far conoscere al popolo le argomentazioni di Sant'Ottato. In esso Agostino dimostrava che la setta era stata fondata da traditores, condannata dal papa e dal sinodo, era separata dal resto del mondo ed era causa di divisioni, violenza e spargimenti di sangue; la vera Chiesa è l'unica Vite i cui rami sono su tutta la terra. Dopo che Sant'Agostino divenne vescovo, nel 395, ebbe modo di dialogare con alcuni dei leader donatisti, anche se non con il suo rivale diretto ad Ippona.

Nel 400 scrisse tre libri contro una lettera di Parmeniano, confutando le sue calunnie e le sue argomentazioni sulle Scritture. Più importanti, però, furono i sette libri sul battesimo, in cui, sviluppando quanto affermato da Sant'Ottato, affermava che l'effetto del sacramento è indipendente dalla santità del ministro. Il principale controversialista donatista di qui tempi era Petiliano, vescovo di Costantina, un successore del traditor Silvano. Sant'Agostino scrisse due libri in risposta ad una sua lettera contro la Chiesa, aggiungendone un terzo per rispondere ad un'altra lettera in cui egli stesso veniva attaccato da Petiliano. Prima di quest'ultimo libro pubblicò il De Unitate Ecclesiae (circa 403). A queste opere devono essere aggiunti alcuni sermoni ed alcune lettere che sono dei veri e propri trattati.