Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Cicli iconografici agostiniani > Trecento > PietroburgoLEGENDARIO aNGIOINO Ungherese ms. 16931: Pietroburgo
Miracolo del bambino guarito dai calcoli
MAESTRO DEL LEGGENDARIO UNGHERESE
1330-1340
San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage, ms. 16931
Sant'Agostino guarisce un bambino ammalato
L'episodio descritto trae spunto da una leggenda medioevale che ricorda uno dei miracoli attribuiti a sant'Agostino.
Un ragazzo aveva il mal di pietra; la madre, si raccomandò a S. Agostino, e terminata la preghiera, il ragazzo emise la pietra e fu completamente guarito.
JACOPO DA VARGINE, Legenda Aurea
Nella raffigurazione vediamo Agostino irrompere dall'alto in volo in una camera dove si trovano vari personaggi fra cui si distinguono una donna sulla sinistra che sta pregando e un ragazzo che fugge da un tavolo dove sono deposte delle corde.
Tutt'intorno al semplice tavolo sono dipinti vari altri personaggi tra cui, in primo piano, un medico, che possiamo identificare grazie agli strumenti che indossa e dai vestiti che porta.
Altre persone, forse servi, assistono stupefatti alla scena. La madre temendo che il figlio morisse per un calcolo renale durante l'operazione, aveva chiesto l'aiuto di sant'Agostino e grazie alla sua intercessione il figlio aveva espulso il sasso liberandosi dai lancinanti dolori.
Non si conosce l'origine del manoscritto, tuttavia si presume che sia legato a un committente ungherese in relazione con la casata angioina e in particolare con Roberto d'Angiò (1309-1342).
Stilisticamente le miniature appaiono legate alla produzione bolognese dei primi decenni del Trecento, ma resta oscura l'identità degli esecutori. I fogli sono decorati su un solo lato della pergamena a gruppi di quattro scene divise da una cornice e girali vegetali o di fantasia. Si notano anche alcune iscrizioni sul fondo o sulla parte superiore che descrivono aspetti che identificano le scene e i rispettivi santi.
L'opera non presenta la tradizionale struttura dei leggendari e dei testi agiografici che si basa sul calendario, ma segue l'ordine legato alle litanie della festività di Ognissanti che prende avvio con la vita di Gesù Cristo, prosegue con la Vergine, Giovanni Battista, gli Apostoli, i martiri Confessori della fede cristiana, le sante donne. Le fonti utilizzate dal miniatore sono quelle maggiormente diffuse nel Trecento e in particolar modo scopriamo la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Il codice presenta in tal modo ben cinquantanove santi per una serie di centoquarantanove immagini secondo uno schema iconografico abbastanza colto.
Nel caso di Agostino troviamo una parte inserita nella sezione dei Confessori e quindi, nel foglio conservato all'Ermitage, quattro miracoli che gli vengono attribuiti dopo la morte secondo la testimonianza della Legenda Aurea.
I miracoli sono relativi a vari episodi: in uno Agostino salva un bambino malato di calcoli; in un altro risana un priore che gli è devoto; infine, in due successive scene, appare a un gruppo di pellegrini francigeni in una località che possiamo identificare con Cava Manara persuadendoli a passare prima dalla sua Tomba a Pavia.