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Percorso : HOME > Iconografia > Cicli iconografici agostiniani > Trecento > PietroburgoLEGENDARIO aNGIOINO Ungherese ms. 16931: Pietroburgo
ms. 16931: Agostino accoglie e saluta i pellegrini che lo hanno ascoltato
MAESTRO DEL LEGGENDARIO UNGHERESE
1330-1340
San Pietroburgo, Museo dell'Ermitage, ms. 16931
Sant'Agostino accoglie i pellegrini a Pavia
Questa scena come la precedente si riferisce ad un miracolo che viene ricordato con ampi particolari nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine. Secondo una antica narrazione, nei pressi di Cava, oggi Cava Manara, presso Pavia, Agostino, uscendo da quella chiesa apparve a un gruppo di pellegrini diretti a Roma, suggerendo loro di recarsi nella basilica in Ciel d'Oro, dove avrebbero trovato guarigione alle loro infermità.
Nell'episodio qui illustrato sant'Agostino saluta i pellegrini che sono giunti a Pavia in san Pietro in Ciel d'Oro.
Verso il 912, alcuni uomini gravemente ammalati andavano a Roma dalla Germania e dalla Gallia, - erano più di quaranta, - per visitare le tombe Apostoli.
Alcuni si trascinavano su grucce, altri, completamente paralitici, si facevano portare, altri erano ciechi e camminavano portando i loro compagni servivano di guida. Passate le montagne giunsero ad un paese chiamato Cava, a tre miglia Pavia, ed allora apparve loro S. Agostino vestito di abiti pontificali, che usciva da una chiesa costruita in onore dei Santi Cosma e Damiano.
Il santo li salutò e domandò loro dove andassero, e quando ebbero risposto che andavano a Roma disse loro:
- Andate a Pavia e domandate dove è la chiesa di S. Pietro; e là otterrete la grazia che chiedete. Gli domandarono essi il suo nome ed egli rispose:
- Io sono S. Agostino, vescovo di Ippona.
Ed immediatamente disparve. Essi, giunti a Pavia, andarono nella chiesa di S. Pietro e quando seppero che là era il corpo di S. Agostino, gridarono: - Sant'Agostino, aiutateci!
I cittadini ed i religiosi accorsero, attratti dalla novità della cosa, ed ecco che per la tensione dei nervi, incomincia a colar del sangue che forma un rivo dalla porta della chiesa al sepolcro del santo, ed i malati che si avvicinarono al sepolcro furono guariti, né rimase in essi traccia d'infermità, di modo che la fama del santo si sparse sempre più ed una folla di ammalati incominciò ad affluire alla chiesa, e chiunque veniva era guarito e lasciava doni in ringraziamento. La quantità di questi voti fu tale che tutta la cappella di S. Agostino ne fu piena ed allora furono messi nel vestibolo, ma presto anche lì furono tanti che rendevano difficoltoso il passaggio, ed i religiosi furono costretti a farli portare altrove. (dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varagine)
Non si conosce l'origine del manoscritto, tuttavia si presume che sia legato a un committente ungherese in relazione con la casata angioina e in particolare con Roberto d'Angiò (1309-1342).
Stilisticamente le miniature appaiono legate alla produzione bolognese dei primi decenni del Trecento, ma resta oscura l'identità degli esecutori. I fogli sono decorati su un solo lato della pergamena a gruppi di quattro scene divise da una cornice e girali vegetali o di fantasia. Si notano anche alcune iscrizioni sul fondo o sulla parte superiore che descrivono aspetti che identificano le scene e i rispettivi santi.
Il Codice, noto come Leggendario Angioino ungherese, è una monumentale collezione di vite di santi per immagini, oggi ampiamente dispersa in varie località.
In ogni pagina l'immagine ha un ruolo fondamentale e l'ordine seguito nella scansione della vite dei Santi è metodico e caratteristico dell'intero codice.
L'opera non presenta la tradizionale struttura dei leggendari e dei testi agiografici che si basa sul calendario, ma segue l'ordine legato alle litanie della festività di Ognissanti che prende avvio con la vita di Gesù Cristo, prosegue con la Vergine, Giovanni Battista, gli Apostoli, i martiri Confessori della fede cristiana, le sante donne. Le fonti utilizzate dal miniatore sono quelle maggiormente diffuse nel Trecento e in particolar modo scopriamo la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.
Il codice presenta in tal modo ben cinquantanove santi per una serie di centoquarantanove immagini secondo uno schema iconografico abbastanza colto.
Nel caso di Agostino troviamo una parte inserita nella sezione dei Confessori e quindi, nel foglio conservato all'Ermitage, quattro miracoli che gli vengono attribuiti dopo la morte secondo la testimonianza della Legenda Aurea.