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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Ambrogio da FossanoPITTORI: Ambrogio da Fossano
Polittico dell'adorazione del Bambino
AMBROGIO DA FOSSANO detto il BERGOGNONE
1492
Pavia, Certosa, cappella di S. Michele
Adorazione del Bambino e angeli, San Michele Arcangelo, Tobia e san Raffaele Arcangelo, Dio Padre benedicente entro una mandorla di serafini,San Gregorio Magno e sant'Ambrogio, Sant'Agostino e san Girolamo
L'altare di san Michele della Certosa di Pavia conserva una bella Pala d'altare che è un Polittico di sei pannelli. Nel pannello superiore il Perugino dipinse nel 1499 il Padre eterno benedicente. Gli altri pannelli sono opera del Bergognone che li dipinse nel 1492. Ai fianchi del padre Eterno sono stati posti due pannelli con i quattro Dottori della Chiesa che il Bergognone aveva prodotto per un altro polittico. Essi infatti sostituiscono un Angelo nunziante e una Annunciazione di Mariotto Albertinelli e fra Bartolomeo, portati via dai Francesi nel 1796 e ora nel Museo di Ginevra. Agostino è qui raffigurato in compagnia di san Gerolamo. Il suo viso è giovanile, espressivo, dallo sguardo dimesso, ma penetrante: una folta barba nera risalta sul viso iscurito e dai lineamenti forti. Indossa un ricco paramento vescovile dipinto con cura.
Qualche volta Agostino viene presentato assieme a devoti o fedeli: si tratta di raffigurazioni votive in cui il committente desidera mettere in risalto la sua particolare devozione al santo secondo una consuetudine cara alla mentalità medioevale. La devozione ai santi è antichissima nella Chiesa; le sue radici affondano nel culto familiare dei defunti presente in tutti i popoli, anche ai nostri giorni. La Chiesa infatti riporta il legame familiare, fondato sui vincoli del sangue, alla dimensione della nuova Famiglia dei figli di Dio, rinati attraverso il sacramento del battesimo. Nasce da qui l'uso di riunirsi a pregare presso le tombe dei defunti, specialmente perché i primi morti cristiani furono i martiri Stefano e Giacomo. Non si trattò quindi soltanto di fratelli nella fede, ma di fratelli morti per la fede.
Il santo è spesso un modello da imitare, una vita che in modo eloquente incarna i valori del vangelo.
Ambrogio da Fossano detto il Bergognone (1450-1522)
Di formazione foppesca, anche se ne ingentilisce i modi, Bergognone riprende dalla cultura fiamminga, giuntagli attraverso la Liguria, sia gli stilemi iconografici quanto l'uso della luce e degli ariosi paesaggi. Alla fine degli anni ottanta venne influenzato dall'opera sia di Leonardo che, soprattutto, di Bramante. I suoi paesaggi preludono ai pittori realistici bresciani nel Cinquecento, mentre il pietismo dei soggetti religiosi lo si ritrova sia nei leonardeschi lombardi sia in tanta pittura tarda manieristica. Molti pittori furono suoi allievi e seguaci, tra i quali si distinse Bernardino Lanzani di San Colombano al Lambro.
Risalgono agli anni giovanili anche le sue prime due pale con Madonna e Santi dal respiro monumentale, dipinte per il protonotario apostolico Calegrani, originario di Arona: la prima (1484) si trova ancora alla Collegiata dei SS. Gratiniano e Felino ad Arona, sua collocazione originaria, mentre la seconda (realizzata nel 1488 per la chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro a Pavia) è oggi alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano.
Tra il 1488 e il 1495 Bergognone fu attivo nella fabbrica della Certosa di Pavia, dove realizzò, oltre ad un gran numero di affreschi, ben nove pale d'altare (ne rimangono sei, tre in loco, due alla National Gallery di Londra e una a Poznan). Ancora in loco sono oggi la Crocifissione (firmata e datata 1490), i pannelli con i Dottori della Chiesa, le monumentali pale di Sant'Ambrogio (1490) e San Siro (1491). Proprio confrontando questi ultimi due dipinti si nota, tra il 1490 e il 1491, un cambiamento nello stile di Bergognone, che si fa più monumentale ed attento allo spazio prospettico, seguendo la lezione di Bramante.
L'ultimo periodo di attività dell'artista si inaugura con un breve ritorno alla Certosa di Pavia (1514), dove affresca una delicata Madonna del Latte nella volta del refettorio, decorando le lunette dello stesso ambiente con figure di apostoli a mezzo busto. Fra le ultime opere ricordiamo i Santi Rocco e Sebastiano (oggi in una collezione privata a Milano) e i monumentali affreschi nella sala capitolare di Santa Maria della Passione sempre a Milano (1514-1518), uno dei capolavori tardi del maestro. Nel 1518 affresca una cappella di San Pietro in Gessate con il Funerale di S. Martino. Del 1522 è invece l'Incoronazione della Vergine, conservata a Brera ma proveniente da Nerviano.