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PITTORI: De Sacchis Giovanni Antonio

Agostino scrive libri e trattati

Agostino scrive libri e trattati

 

 

DE SACCHIS GIOVANNI ANTONIO detto il PORDENONE

1529-1530

Piacenza, Basilica di Santa Maria di Campagna

 

Agostino scrive libri e trattati

 

 

 

All'ingresso della basilica di Santa Maria di Campagna, nel primo braccio, si trovano due affreschi che sono stati staccati. A sinistra si trova un sant'Agostino, che il Pordenone dipinse verso il 1529-1530, la cui impostazione venne replicata da altri autori in varie occasioni. La scena vede Agostino raffigurato all'interno di un'armoniosa architettura classica, con una edicola dorata che gli fa da sfondo. L'imponenza di Agostino nella sua torsione fisica delle braccia e del corpo rende monumentale la figura del santo teologo ipponate. Nella sua definizione di Dottore della chiesa, è attorniato da cinque angeli o putti nudi che reggono i volumi aperti delle sue opere. La variegata presenza di tanti personaggi contribuisce a dare leggerezza e brio alla figura accigliata e quasi rigida del santo. Lo stato di conservazione piuttosto cattivo dell'affresco non consente se non in parte di apprezzare la cura con cui il Pordenone aveva reso i particolari dei sontuosi paramenti di Agostino.

 

La basilica di Santa Maria di Campagna è una chiesa di stile rinascimentale del paicentino. Dedicata alla Madonna della Campagna, ospita numerose opere d'arte dove primeggia un vasto ciclo pittorico manierista del primo Cinquecento del Pordenone, oltre alle tele barocche di Guido Reni e dei Procaccini. Nel 1954 papa Pio XII elevò la chiesa alla dignità di basilica minore. La chiesa attuale fu edificata sull'area di un precedente piccolo oratorio, in un luogo di grande valore storico per la tradizione locale in quanto qui nel 1095, durante il concilio di Piacenza, papa Urbano II avrebbe preso la decisione di indire la prima crociata per la riconquista di Gerusalemme.

La prima pietra fu benedetta dal cardinale di Piacenza nel 1522, e la costruzione della chiesa fu completata in soli sei anni. Progettista e Direttore dei lavori fu l'architetto piacentino Alessio Tramello (Piacenza 1455 - 1535), che trasse ispirazione dalle architetture rinascimentali di Donato Bramante.

 

 

Giovanni Antonio de' Sacchis

Più noto con il soprannome di Pordenone, Giovanni de' Sacchis nacque a Pordenone nel 1484. È considerato il più grande pittore friulano del Rinascimento. Dopo aver conosciuto l'arte romana di Raffaello e Michelangelo, il suo stile si orientò verso un personale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole popolare. Ricordato da Vasari, venne definito: "il più raro e celebre [...] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti". La sua formazione, secondo il Vasari, avvenne sotto l'influsso del Giorgione e quasi sicuramente, agli esordi della sua attività, venne influenzato da Andrea Mantegna, dalle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici. Nel 1514-1515 risiedette a Roma, dove conobbe l'opera di Raffaello e Michelangelo. Lavorò in vari paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, signori di Pordenone, a Venezia e in Emilia, tra il 1529-1530. Nel 1532 si trasferì a Genova. Verso il 1530 conobbe Tiziano: l'opera di quest'ultimo prese il sopravvento nell'ambiente artistico lagunare, emarginandolo il Pordenone. Costui morì a Ferrara nel 1539, in circostanze misteriose, dove si era recato per fornire disegni per arazzi su commissione di Ercole II d'Este.