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PITTORI: De Sacchis Giovanni Antonio

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa a Pordenone nella chiesa di san Lorenzo

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

DE SACCHIS GIOVANNI ANTONIO DA PORDENONE

1508

Spilimbergo, chiesa di san Lorenzo

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco del Pordenone con i quattro Dottori della Chiesa si trova nella piccola parrocchiale di san Lorenzo a Spilimbergo. Il coro venne affrescato da Giovanni Antonio da Pordenone intorno al 1508 e nella volta, spartita da robusti costoloni, dipinse il Cristo risorto con gli Evangelisti, i Dottori della Chiesa e Profeti. Agostino, che indossa gli abiti episcopali, ed ha in testa una mitra, è seduto fra un nugolo di angioletti. Ha un viso ancora giovanile, sia pure con una sguardo di persona matura e una folta barba marrone che gli scende sul petto. Ai suoi lati ha sant'Ambrogio e papa Gregorio Magno. Nel riquadro opposto è stato raffigurato san Gerolamo.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.

Nel sottarco si riconoscono le figure di alcuni santi con il simbolo del martirio fra cui di distinguono Daniele, Caterina, Lorenzo, Stefano, Lucia, Sebastiano, Dorotea e nel piedritto san Rocco. Nelle pareti, recuperate da recenti restauri, sono visibili le scene relative al Martirio di san Sebastiano e san Lorenzo, san Lorenzo che si presenta i poveri, la Resurrezione di Cristo, e le figure di Apostoli e della Madonna con Bambino e offerente.

Sulla parete dell'arco trionfale, a sinistra, è ben visibile la sinopia dell'Angelo annunciante e della Vergine.

 

 

Giovanni Antonio de' Sacchis

Più noto con il soprannome di Pordenone, Giovanni de' Sacchis nacque a Pordenone nel 1484. È considerato il più grande pittore friulano del Rinascimento. Dopo aver conosciuto l'arte romana di Raffaello e Michelangelo, il suo stile si orientò verso un personale equilibrio tra ricordi classici e citazioni narrative di indole popolare.

Ricordato da Vasari, venne definito: "il più raro e celebre [...] nell'invenzione delle storie, nel disegno, nella bravura, nella pratica de' colori, nel lavoro a fresco, nella velocità, nel rilievo grande et in ogni altra cosa delle nostre arti". La sua formazione, secondo il Vasari, avvenne sotto l'influsso del Giorgione e quasi sicuramente, agli esordi della sua attività, venne influenzato da Andrea Mantegna, dalle incisioni del Dürer e di altri artisti nordici. Nel 1514-1515 risiedette a Roma, dove conobbe l'opera di Raffaello e Michelangelo. Lavorò in vari paesi del Friuli, in Umbria, nei possedimenti dei d'Alviano, signori di Pordenone, a Venezia e in Emilia, tra il 1529-1530. Nel 1532 si trasferì a Genova. Verso il 1530 conobbe Tiziano: l'opera di quest'ultimo prese il sopravvento nell'ambiente artistico lagunare, emarginandolo il Pordenone. Costui morì a Ferrara nel 1539, in circostanze misteriose, dove si era recato per fornire disegni per arazzi su commissione di Ercole II d'Este.