Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Cinquecento: Defendente FerrariPITTORI: Defendente Ferrari
Madonna della Mercede con i santi Crispino, Crispiniano,
Agostino e Monica
DEFENDENTE FERRARI
1528
Avigliana, chiesa di san Giovanni
Madonna della Mercede con i santi Crispino, Crispiniano, Agostino e Monica
La chiesa romanico-gotica di san Giovanni ad Avigliana venne fondata tra il 1284 e 1320. Dell'impianto originario conserva il campanile romanico. La facciata tuttavia ha un aspetto gotico. Nell'atrio a sinistra si notano i resti di un affresco della Madonna col bambino e tre santi. A destra si sviluppano invece degli affreschi del XV secolo che raffigurano dei santi, assai deperiti. All'interno sono conservate varie opere d'arte, dalle belle decorazioni barocche. La chiesa è ricca soprattutto di preziosi quadri, dotati di cornici architettoniche elegantissime. Tra le diverse opere esposte ne figurano ben dieci del maestro Defendente Ferrari o attribuibili alla sua scuola o alla sua bottega. Tutti i dipinti sono stati realizzati con la tecnica della tempera su tavola lignea e sono databili alla prima metà del Cinquecento.
A destra si trova la cappella della Madonna del Rosario, sopra il cui altare è esposto il trittico della Madonna della Mercede o dei Santi Crispino e Crispiniano. Questi due santi sono venerati come protettori dei calzolai perchè, secondo la leggenda, essi erano stati martirizzati per aver confezionato gratuitamente le scarpe ai poveri. Probabilmente il committente di quest'opera di Defendente Ferrari è una locale confraternita di artigiani del cuoio. Il trittico, in origine collocato nella quarta cappella di sinistra, dal 1662 si trova nella seconda cappella di destra. Nella tavola centrale è rappresentata la Madonna seduta su di un trono col Bambino Gesù nudo in braccio che regge il globo terrestre. da notare che ai piedi del trono si legge una data, 1535, segnata a grandi lettere romane. Quasi sicuramente fu aggiunta posteriormente e si riferisce alle tavole laterali, che, per stile, sembrano poco intonate a quella centrale.
In queste due tavole laterali sono raffigurati i fratelli san Crispino e san Crispiniano con nelle mani la palma del martirio e gli strumenti propri del loro lavoro di calzolai. Al di sopra di queste due tavole laterali si possono osservare due ovali, dove sono raffigurati, a sinistra, sant'Agostino a mezzo busto con il pastorale nella mano sinistra e, a destra, sua madre santa Monica che impugna un crocefisso. La relativa predella è composta da tre scomparti situati in corrispondenza dei dipinti, che illustrano tre scene del martirio dei due fratelli calzolai. Gli episodi sono intercalati da quattro formelle con raffigurazioni di arnesi del calzolaio. Probabilmente fu Defendente a eseguire il pannello centrale, mentre i due santi, le figure nei tondi e nella predella sarebbero opera di un artista noto come pseudo-Giovenone per la sua vicinanza allo stile di Gerolamo Giovenone. Costui era stato, agli inizi della sua attività, come Defendente, allievo di Martino Spanzotti, ed aveva collaborato per alcuni anni con Defendente stesso.
Committente dell'opera è la comunità dei Calzolai, la "Universitas calceolariorum" di Avigliana, le cui insegne con gli strumenti di lavoro sono inframmezzate ai pannelli della predella. La data MDXXXV, tracciata ai piedi del trono della Vergine, è quasi certamente posteriore all'esecuzione di Defendente e si riferisce ad un successivo intervento. La vicinanza stilistica del Bambino con quello della Madonna del Rijksmuseum di Amsterdam, datata al 1526, fa retrodatare l'esecuzione della pala. Siccome lo stile del trittico è precedente a quello del polittico di S. Antonio di Ranverso, del 1531, è probabile che l'opera risalga all'anno 1528. La datazione MDXXXV potrebbe riferirsi all'inaugurazione ufficiale della cappella. Le scene della predella ricordano episodi della vita dei due santi: la loro cattura, la bastonatura e l'immersione nel calderone.
Defendente Ferrari
Nativo di Chivasso, fu un pittore attivo tra il 1511 e il 1535. Nato verso il 1480-1485 lavorò soprattutto nel Piemonte occidentale. Si formò nella bottega di Giovanni Martino Spanzotti dopo il suo arrivo a Chivasso nel 1502. Le sue prime opere (Polittico Calzolai e Battesimo nel Duomo di Torino) nascono da una qualche forma di collaborazione con il suo maestro, tanto che, sui contributi dei due pittori, è sorta una disputa interpretativa ancora non completamente risolta. Dallo Spanzotti sicuramente accoglie elementi lombardo-foppeschi, ma, allo stesso tempo, non è insensibile all'arte francese. In altre opere come il Trittico della Sacra di San Michele del 1507 o nella Natività di Avigliana del 1511 Defendente Ferrari mostra già un proprio stile che reinterpreta il gusto goticheggiante che sopravvive ancora con successo in Piemonte. Defendente è ricordato nel 1530 in un documento relativo alla allogazione del polittico di S. Antonio di Ranverso.
Defendente conobbe un notevole successo come pittore di polittici e di pale sacre, grazie al suo stile, ricco di preziosismi decorativi e di colori smaltati, che godevano del favore e del gusto di una larga committenza ecclesiastica piemontese.
Testimonianze importanti della sua attività di pittore si trovano nei musei piemontesi a Torino (Polittici di sant'Ivo e di santa Barbara alla Galleria sabauda), a Vercelli (Polittico di Bianzè al Museo Borgogna) e ancora a Torino (San Gerolamo penitente nel Museo Civico d'Arte Antica). Sportelli di polittici smembrati sono presenti in numerosi musei italiani, europei e statunitensi. Vanno menzionate anche le due tavole raffiguranti la Madonna col Bambino e Santi conservate nella sacrestia del Duomo di Ivrea. Defendente morì a Torino nel 1540.