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PITTORI: Leo Coppens

Sant'Agostino ai piedi del Cristo Crocefisso di Leo Coppens

Agostino ai piedi del Cristo Crocefisso

 

 

LEO COPPENS

1961

Palermo, Chiesa della Consolazione

 

Sant'Agostino ai piedi del Cristo Crocefisso

 

 

 

Splendida opera di Coppens prodotta nel 1961 per la Chiesa della Consolazione a Palermo. L'autore tratta qui un tema ben presente nella iconografia agostiniana e lo fa con una spontaneità tutta particolare, che denota il grande amore per il santo e soprattutto la conoscenza profonda del pensiero di Agostino da parte di un frate che appartiene all'Ordine agostiniano.

Agostino è al centro della scena vestito con il saio agostiniano e tiene in mano un cuore fiammante che rivolge al Cristo crocifisso.

Agostino ha in testa la mitra pastorale, ma indossa l'abito monacale agostiniano. Con la mano sinistra regge un libro, simbolo della sua smisurata produzione teologica, mentre con la destra alza al cielo un cuore fiammante, simbolo del suo amore per Dio.

Il santo è stato raffigurato con la barba bianca e un viso da vegliardo.

Dal cuore di Cristo sgorga un fiotto di sangue che viene raccolto dalla Madonna in un calice. Tutto intorno si affollano santi e monaci in preghiera, che vegliano dignitosamente il Cristo crocefisso. Ai piedi, in basso, più in piccolo altri monaci e persone sono sotto la protezione di tanta santità.

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.

«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto.

AGOSTINO, Confessioni, 9, 2, 3

 

 

Leo Coppens

Padre Coppens (nato a Volkel in Olanda nel 1909) all'epoca della realizzazione di queste opere a tematica agostiniana era Provinciale della Provincia Belga. Passando da Milano di ritorno dal Capitolo Generale di Roma ebbe l'intuizione di un grande ciclo per la chiesa di S. Rita.

Padre Leo Coppens nel 1959 partecipò a un concorso per rivestire con mosaici il catino dell'abside e dell'arco trionfale del Santuario agostiniano di santa Rita da Cascia a Milano. I suoi bozzetti furono preferiti per la efficacia del messaggio grafico che sapeva creare un'atmosfera spirituale squisitamente agostiniana.