Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Francesco Botticini

PITTORI: Francesco Botticini

Visione di san Gerolamo

Visione di san Gerolamo

 

 

BOTTICINI FRANCESCO

1490

Londra, National Gallery

 

Visione di san Gerolamo

 

 

 

Nella rappresentazione realizzata da Botticini in una Predella dalle Scene della vita di San Girolamo, sant'Agostino guardando da una finestra ha una visione di San Girolamo, che gli indica come potrebbe essere la vita in Paradiso.

La leggenda viene riferita da Petrus Calo Clugiensis (il frate predicatore domenicano Petrus Calo de Clugia ossia da Chioggia) nel 1348 (Acta Sanctorum, settembre, VII, 423) e ripresa da Ludovicus de Angelis nel suo Libri VI de vita et laudibus S. Patris Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et Ecclesiae doctoris eximii, pubblicato a Conimbricae nel 1612.

Questo episodio si riferisce al contenuto di una lettera apocrifa in cui Agostino assicura di avere visto in sogno Gerolamo e san Giovanni Battista. Quest'ultimo gli spiega che la sua terza corona è quella del martirio:

"Cogitas Augustine quid laudis debeas de Hieronymo in veritate proferre ... Sertum vero tertium, quod plus illo fero, aureola martyrii est ... Serta vero duo alia, quae habemus, aureolae sunt quae solum virginibus et doctoribus dantur, ut ab aliis discernantur." Il testo prosegue cercando di introdurre il senso della beatitudine celeste e riporta ancora: "Avide cogitans, qualis inesset animabus beatorum, qui cum Christo gaudent, gloriae et laetitiam quantitatis ... ut brevem scriberem epistolam sanctissimo Hieronymo destinandam, ut quidquid ex hoc sentiret, responderet ... cumque iam scribens salutatio-nis exordium Hieronymo praenotarem, ineffabile subito lumen nostris invisum temporibus nostrisque minime linguis declarandum cum ineffabili inauditaque odorum omnium fragrantia, cellulam, in qua stabam, intravit, hora iam completorii. Quo a me viso, stupore admirationeque commotus, animi et membrorum virtutes repente amisi. Nesciebam enim tunc quod dextera mirabilis Dei exaltasset servum suum, notas faciens in populis vitutes suas; nesciebam etenim quod Deus antiquae miserationis servuum suum fidelem a carnis immunditiis dissolvisset et tam sublimen ei in caelo sedem parasset ... Inter haec autem meis in me perstrepentibus cogitationibus quid hoc esset, de luce haec dicens verba vox emicuit: Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?"

PSEUDO AGOSTINO, Epistola ad Cyrillum Ierosolymitanum episcopum 33, 1126

 

 

Francesco Botticini (1446-1498)

Botticini è pittore toscano quattrocentesco che ha lavorato spesso in Firenze, lasciandovi pregevoli opere. Francesco fondò un'importante bottega pittorica fiorentina nella quale lavorò anche il figlio Raffaello. Figlio di Giovanni di Domenico, pittore di "naibi" (carte da gioco), fu discepolo di Neri di Bicci, ma nella sua formazione intervennero anche Botticelli, Filippino Lippi, Verrocchio, il Pollaiolo e Andrea del Castagno. Secondo la critica i Botticini (sia Francesco che Raffaello) si limitarono ad imitare i grandi maestri dei quali si avverte l'influenza nelle loro opere. Di grande interesse iconografico agostiniano sono le sue opere tese a porre adeguatamente in luce santa Monica. Botticini ha anche rappresentato Agostino in un pannello della Pala Rucellai alla National Gallery di Londra.

Sempre in ambito di committenza agostiniana oltre a santa Monica in trono con le suore agostiniane, Botticini dipinse un sant'Agostino e una santa Monica, oggi conservati a Firenze, alla Galleria dell'Accademia. Sia la tavola con Sant'Agostino che quella con Santa Monica misurano cm 171 x 51. La provenienza ci è ancora ignota, ma l'iconografia ci suggerirebbe una committenza da parte di un convento agostiniano. La datazione più probabile sembra essere quell'arco di tempo compreso tra il 1470 e il 1475, poco prima del trasferimento a Empoli per la realizzazione di una cospicua serie di opere.